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Estinzione del giudizio: transazione e rinuncia

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito di un accordo transattivo tra le parti. La decisione si basa sulla rinuncia all’impugnazione da parte del ricorrente, accettata dalla controparte, che ha portato alla chiusura anticipata del procedimento con compensazione delle spese legali, evidenziando come la volontà delle parti possa definire una controversia anche in fase di legittimità.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio in Cassazione: Quando un Accordo Chiude la Contesa

L’esito di una causa non è sempre una sentenza che stabilisce chi ha torto e chi ha ragione. A volte, le parti stesse decidono di porre fine alla controversia attraverso un accordo. Questa ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come una transazione possa portare all’estinzione del giudizio anche nell’ultimo grado di giurisdizione, dimostrando la prevalenza della volontà delle parti nel risolvere le proprie dispute.

La Vicenda Processuale: Dal Ricorso all’Accordo

Il caso nasceva da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un imprenditore, in proprio e in qualità di legale rappresentante della sua società, contro una sentenza della Corte d’Appello. La controparte era una società cooperativa, che si era costituita in giudizio per difendersi.

Tuttavia, prima che la Corte potesse esaminare il merito del ricorso, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. A seguito di questa transazione, la parte ricorrente ha depositato una dichiarazione formale di rinuncia al ricorso, chiedendo contestualmente che il giudizio venisse dichiarato estinto e che le spese legali fossero compensate tra le parti.

La Decisione della Corte: Accoglimento della Richiesta Congiunta

La Corte di Cassazione, presa visione degli atti, ha constatato la volontà concorde delle parti di chiudere il contenzioso. La società cooperativa controricorrente, infatti, ha aderito esplicitamente alla rinuncia e alla richiesta di estinzione del giudizio con compensazione delle spese.

Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato l’estinzione del processo di cassazione. Questa decisione non entra nel merito della questione originaria, ma prende atto che la controversia tra le parti è cessata per loro stessa volontà, rendendo superfluo proseguire il giudizio.

Le Motivazioni: L’applicazione degli Artt. 390 e 391 c.p.c.

La base giuridica della decisione risiede nel combinato disposto degli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile.
– L’art. 390 c.p.c. disciplina la rinuncia al ricorso, stabilendo che la parte che ha proposto l’impugnazione può rinunciarvi finché non sia iniziata la discussione della causa.
– L’art. 391 c.p.c. prevede che, a seguito della rinuncia, la Corte dichiari l’estinzione del procedimento.

La Corte ha rilevato che nel caso di specie erano presenti tutte le condizioni richieste dalla legge: la rinuncia espressa del ricorrente e l’adesione della controparte costituita. La richiesta congiunta di compensare le spese ha ulteriormente semplificato la decisione, poiché ha eliminato la necessità per la Corte di pronunciarsi sulla ripartizione dei costi del giudizio. L’ordinanza, quindi, si limita a ratificare l’accordo raggiunto dalle parti, applicando le norme procedurali che governano l’estinzione del giudizio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Transazione in Cassazione

Questa ordinanza sottolinea un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’autonomia delle parti nel disporre dei propri diritti. Anche quando un caso raggiunge il massimo grado di giudizio, la possibilità di un accordo transattivo rimane una via percorribile ed efficace per chiudere una lite. Per le parti, i vantaggi sono evidenti: certezza dell’esito, risparmio di tempo e di ulteriori costi legali. Per il sistema giudiziario, la transazione contribuisce a ridurre il carico di lavoro, permettendo di concentrare le risorse sui casi in cui una decisione nel merito è indispensabile. La scelta della compensazione delle spese, inoltre, è spesso un elemento chiave dell’accordo, poiché evita ulteriori strascichi economici legati alla soccombenza.

Cosa succede se le parti di un processo in Cassazione raggiungono un accordo?
Se le parti raggiungono un accordo transattivo, la parte che ha presentato il ricorso può rinunciarvi. Se la controparte accetta la rinuncia, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente il procedimento.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Generalmente, il rinunciante dovrebbe pagare le spese, ma le parti possono accordarsi diversamente. Come in questo caso, possono chiedere congiuntamente la compensazione delle spese, il che significa che ogni parte si fa carico dei propri costi legali.

Qual è il fondamento normativo per l’estinzione del giudizio in Cassazione?
Il fondamento si trova negli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile. Queste norme regolano rispettivamente l’atto di rinuncia al ricorso e la conseguente declaratoria di estinzione del procedimento da parte della Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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