Estinzione del Giudizio: Cosa Succede Quando si Rinuncia al Ricorso in Cassazione?
L’estinzione del giudizio è un istituto processuale che pone fine a una causa legale prima di giungere a una decisione sul merito della controversia. Una delle cause più comuni è la rinuncia agli atti da parte di chi ha promosso il giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico di questa dinamica, illustrando le conseguenze dirette della rinuncia a un ricorso.
I Fatti del Caso: Dalla Sentenza d’Appello alla Rinuncia
Una società operante nel settore turistico aveva impugnato una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Potenza, presentando ricorso presso la Corte di Cassazione. Il giudizio era stato avviato nei confronti di una società siderurgica e di un privato cittadino.
Tuttavia, prima che la Corte potesse esaminare il merito del ricorso, la società ricorrente ha cambiato strategia e ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso stesso. Questo atto ha modificato radicalmente il corso del procedimento, spostando l’attenzione dalla questione di diritto sottostante alla semplice presa d’atto della volontà di non proseguire la causa.
La Decisione della Corte: La Dichiarazione di Estinzione del Giudizio
Riunitasi in camera di consiglio, la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha esaminato la situazione processuale. Constatato il rituale deposito dell’atto di rinuncia, i giudici non hanno potuto fare altro che applicare le norme procedurali previste per tale evenienza.
La decisione è stata netta e consequenziale: la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo davanti alla Cassazione è terminato definitivamente, senza alcuna pronuncia sul contenuto del ricorso. La sentenza della Corte d’Appello, contro cui era stato proposto il ricorso, è diventata quindi definitiva.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base dell’ordinanza sono semplici e lineari, fondate su due principi cardine della procedura civile.
Il primo è il principio dispositivo, secondo cui le parti hanno la disponibilità del processo. La rinuncia al ricorso è una manifestazione di tale principio: la parte che ha iniziato l’impugnazione ha anche il potere di porvi fine. La Corte, verificata la regolarità formale della rinuncia, non può che prenderne atto e dichiarare il processo estinto.
Il secondo aspetto cruciale riguarda la condanna alle spese legali. La regola generale prevede che la parte che rinuncia venga condannata a rimborsare le spese sostenute dalla controparte. Tuttavia, in questo caso specifico, le parti intimate (la società siderurgica e il privato cittadino) non avevano svolto alcuna attività difensiva nel giudizio di Cassazione. Non essendosi costituiti e non avendo sostenuto costi per la difesa, non vi era alcun titolo per un rimborso. Di conseguenza, la Corte ha correttamente stabilito che non si dovesse pronunciare condanna alle spese.
Le Conclusioni
Questa ordinanza evidenzia un’importante implicazione pratica della rinuncia al ricorso: essa non solo conclude il processo, ma può anche evitare una condanna alle spese se le controparti non si sono difese attivamente. La scelta di rinunciare a un ricorso può derivare da molteplici valutazioni strategiche, come una riconsiderazione delle probabilità di successo o il raggiungimento di un accordo stragiudiziale. La decisione della Cassazione ribadisce che, in assenza di attività difensiva della controparte, la rinuncia porta a un’estinzione del giudizio senza ulteriori oneri economici per il rinunciante, chiudendo definitivamente la vicenda processuale.
Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia è depositata ritualmente, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, ponendo fine al processo senza decidere nel merito della questione.
La parte che rinuncia al ricorso deve sempre pagare le spese legali all’altra parte?
No. Come dimostra questo caso, se le parti intimate non hanno svolto attività difensiva (ad esempio, non si sono costituite in giudizio), la Corte non pronuncia condanna alle spese a carico del rinunciante.
Perché la Corte dichiara l’estinzione del giudizio invece di emettere una sentenza?
L’estinzione è una pronuncia di rito che prende atto della cessazione del processo a causa della volontà della parte ricorrente di non proseguire. Non si arriva a una sentenza di merito perché l’oggetto del contendere viene a mancare prima della decisione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 25582 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 25582 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 24/09/2024
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 29569/2022 R.G.
proposto da
RAGIONE_SOCIALE, rappresentata e difesa dall ‘ AVV_NOTAIO, con domicilio digitale EMAIL
– ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE
NOME COGNOME
Estinzione
– intimati – avverso la sentenza n. 580 del 17/10/2022 della Corte d’appello di Potenza ; udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del l’1 /7/2024 dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME;
RILEVATO CHE:
-in data 25/6/2024 la ricorrente ha ritualmente depositato atto di rinuncia al ricorso per cassazione;
-all ‘ esito della camera di consiglio del l’1 /7/2024, il Collegio si riservava il deposito dell ‘ ordinanza nei successivi sessanta giorni, a norma dell ‘ art. 380bis .1, comma 2, cod. proc. civ.;
-in conseguenza della rinuncia , deve dichiararsi l’estinzione del giudizio;
-stante il mancato svolgimento di difese da parte degli intimati, non si deve pronunciare condanna alle spese;
la Corte dichiara estinto il giudizio. Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Terza Sezione Civile,