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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7944/2024, ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti e della successiva accettazione della controparte. La decisione chiarisce che, in caso di estinzione del giudizio, non si applica l’obbligo del versamento del doppio del contributo unificato. Le parti hanno inoltre concordato la totale compensazione delle spese legali.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio in Cassazione: Analisi della Rinuncia al Ricorso

L’ordinanza n. 7944 del 25 marzo 2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione pratica sulla gestione del contenzioso e sulle conseguenze della rinuncia al ricorso. La decisione chiarisce che tale atto, se accettato dalla controparte, determina l’estinzione del giudizio, con rilevanti implicazioni anche sul piano dei costi processuali, in particolare riguardo al contributo unificato. Approfondiamo i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso per cassazione presentato da un imprenditore e una società fiduciaria avverso una sentenza della Corte di Appello di Torino. A seguito della proposizione del ricorso, la controparte si era regolarmente costituita in giudizio presentando un controricorso. Tuttavia, in una fase successiva e prima della discussione della causa, le parti ricorrenti hanno depositato un atto di rinuncia al ricorso. Tale rinuncia è stata formalmente accettata dalla parte controricorrente. A questo punto, la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi non sul merito della controversia, ma sull’effetto di questi atti processuali.

La Decisione della Corte sull’estinzione del giudizio

La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia e della relativa accettazione, ha dichiarato formalmente l’estinzione del giudizio di cassazione. La decisione si fonda sull’articolo 390 del codice di procedura civile, che disciplina proprio la rinuncia al ricorso. La Corte ha inoltre stabilito la compensazione integrale delle spese legali, in quanto le parti avevano raggiunto un accordo in tal senso. L’aspetto più significativo, però, riguarda la non applicabilità del raddoppio del contributo unificato.

Le motivazioni

Le motivazioni alla base dell’ordinanza sono chiare e si articolano su due punti fondamentali.

In primo luogo, la Corte ha verificato la sussistenza dei requisiti formali previsti dall’art. 390 c.p.c. La rinuncia al ricorso, debitamente sottoscritta, e la successiva accettazione da parte del controricorrente sono stati ritenuti atti idonei a determinare la fine del processo, senza necessità di una pronuncia sul merito.

In secondo luogo, e con grande rilevanza pratica, i giudici hanno escluso l’applicazione dell’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115 del 2002. Questa norma prevede il raddoppio del contributo unificato a carico della parte il cui ricorso è integralmente respinto, inammissibile o improcedibile. La Corte, richiamando una consolidata giurisprudenza, ha ribadito che l’estinzione del giudizio è una fattispecie diversa da quelle previste dalla norma. Di conseguenza, la ‘sanzione’ del raddoppio del contributo non si applica quando il processo si conclude per rinuncia accettata.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un principio procedurale di notevole importanza. La rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento efficace per porre fine a una lite, specialmente quando le parti raggiungono un accordo. La scelta di rinunciare al giudizio in Cassazione, se concordata con la controparte, non solo evita una decisione sul merito, ma impedisce anche l’applicazione del raddoppio del contributo unificato, offrendo un vantaggio economico e una certezza sui costi finali del procedimento. Questa pronuncia ribadisce l’orientamento consolidato della Suprema Corte, fornendo un punto di riferimento chiaro per avvocati e parti processuali nella valutazione delle strategie difensive.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso per cassazione e la controparte accetta?
In base all’art. 390 del codice di procedura civile, se la rinuncia è seguita dall’accettazione della controparte, il processo si conclude con una pronuncia di estinzione del giudizio, senza che la Corte decida nel merito della questione.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia, come vengono regolate le spese legali?
Le spese legali vengono regolate secondo l’accordo tra le parti. Nel caso di specie, le parti avevano concordato la loro integrale compensazione, quindi ogni parte ha sostenuto i propri costi legali.

Se il giudizio di Cassazione si estingue per rinuncia, si deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha confermato il suo orientamento costante secondo cui l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica nei casi di estinzione del giudizio, in quanto questa ipotesi non rientra tra quelle (rigetto, inammissibilità, improcedibilità) previste dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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