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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

Una società di servizi aveva presentato ricorso contro la decisione di un Tribunale in merito a una tariffa ambientale. Durante il processo in Cassazione, la società ha rinunciato al ricorso e la controparte, un cittadino, ha accettato. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando integralmente le spese legali tra le parti e chiarendo che il raddoppio del contributo unificato non è dovuto in questi casi.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Analisi dell’Ordinanza sulla Rinuncia al Ricorso

Nel percorso di un contenzioso legale, non sempre si giunge a una sentenza che decide nel merito chi ha torto e chi ha ragione. Esistono, infatti, eventi procedurali che possono porre fine al processo in anticipo. Uno di questi è l’estinzione del giudizio, un esito che si verifica quando le parti, per accordo o per inattività, decidono di non proseguire l’azione legale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, illustrando le conseguenze della rinuncia al ricorso accettata dalla controparte.

Il Contesto Processuale: dal Tribunale alla Cassazione

La vicenda trae origine da una controversia relativa all’applicazione di una tariffa integrata ambientale. Una società di servizi energetici e idrici aveva impugnato una sentenza del Tribunale di merito, che si era pronunciato a favore di un cittadino. La società, non soddisfatta della decisione, aveva quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione per ottenerne l’annullamento.

Tuttavia, prima che la Corte potesse esaminare i motivi del ricorso, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: la società ricorrente ha depositato un atto di rinuncia, manifestando la volontà di non proseguire il giudizio. A sua volta, il cittadino, che si era costituito come controricorrente, ha depositato un atto di accettazione della rinuncia.

L’Estinzione del Giudizio per Rinuncia Accettata

Di fronte all’accordo tra le parti, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della loro volontà. La legge, in particolare gli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile, disciplina proprio questa eventualità. Quando la parte che ha proposto l’impugnazione vi rinuncia e la controparte accetta, il processo si conclude senza una decisione sul merito della controversia. L’estinzione del giudizio è la conseguenza diretta e inevitabile di tale accordo procedurale, purché la rinuncia e l’accettazione siano state formulate ritualmente dai difensori, muniti dei necessari poteri.

La Decisione sulle Spese e sul Contributo Unificato

Una volta dichiarata l’estinzione, la Corte ha dovuto pronunciarsi su due aspetti accessori ma di grande importanza pratica: la ripartizione delle spese legali e la sorte del contributo unificato.

La Compensazione delle Spese Processuali

Solitamente, la parte che perde la causa viene condannata a pagare le spese legali della controparte. In questo caso, però, non c’è un vincitore né un vinto. La Corte, tenuto conto proprio della natura consensuale della chiusura del processo (rinuncia e accettazione), ha deciso di disporre la compensazione integrale delle spese. Ciò significa che ciascuna parte ha sostenuto i costi dei propri avvocati, senza pretendere alcun rimborso dall’altra.

L’Esclusione del Raddoppio del Contributo Unificato

Un punto cruciale affrontato dall’ordinanza riguarda il cosiddetto ‘raddoppio del contributo unificato’. Si tratta di una misura sanzionatoria che impone alla parte che ha perso l’impugnazione di versare un ulteriore importo pari a quello già pagato all’inizio del giudizio. La Corte ha ribadito un principio consolidato: questa sanzione si applica solo in casi specifici e tassativi, come il rigetto del ricorso, la sua inammissibilità o improcedibilità. L’estinzione del giudizio per rinuncia accettata non rientra in queste categorie. Essendo una norma eccezionale, non può essere interpretata in modo estensivo o analogico.

Le Motivazioni della Corte

La decisione della Corte si fonda su una rigorosa applicazione delle norme procedurali. I giudici hanno verificato che sia la rinuncia del ricorrente sia l’accettazione del controricorrente fossero state validamente sottoscritte dai rispettivi difensori, autorizzati a compiere tali atti. Constatata la ritualità degli atti, la conseguenza non poteva che essere la dichiarazione di estinzione del processo. Per quanto riguarda le spese, la motivazione risiede nella volontà concorde delle parti di porre fine alla lite, che giustifica la neutralizzazione dei costi. Sul contributo unificato, la Corte ha fatto leva sulla natura eccezionale e sanzionatoria della norma sul raddoppio, escludendone l’applicazione a un caso, come la rinuncia, che non è espressamente previsto dalla legge come presupposto per la sanzione.

Conclusioni

L’ordinanza esaminata è un’importante conferma di come il processo civile non sia solo uno strumento per risolvere conflitti, ma anche un meccanismo che permette alle parti di trovare autonomamente una via d’uscita dalla lite. La rinuncia al ricorso, se accettata, rappresenta una scelta che pone fine al giudizio in modo definitivo, con conseguenze precise in termini di spese e oneri fiscali. La decisione chiarisce che la chiusura concordata del processo non comporta l’applicazione di sanzioni, come il raddoppio del contributo unificato, previste invece per chi prosegue un’impugnazione infondata fino alla sua reiezione.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso per cassazione e l’altra parte accetta?
In questo caso, il processo si chiude senza una decisione nel merito. La Corte dichiara l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia a livello processuale.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia, chi paga le spese legali?
La Corte, considerando l’accordo tra le parti nel voler chiudere il processo, può decidere per la compensazione integrale delle spese. Questo significa che ogni parte si fa carico dei costi del proprio avvocato.

Si deve pagare il doppio del contributo unificato se il giudizio si estingue per rinuncia?
No. La Corte ha chiarito che il raddoppio del contributo unificato è una misura che si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, e non può essere estesa ai casi di estinzione del giudizio per rinuncia accettata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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