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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione, con un decreto presidenziale, ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dell’appellante, regolarmente accettata dalle controparti. La decisione, fondata sugli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile, conferma che l’atto di rinuncia possedeva tutti i requisiti legali. Il provvedimento non si è pronunciato sulle spese del giudizio.

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Pubblicato il 29 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio in Cassazione: Analisi di un Decreto

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo si conclude senza una decisione sul merito della controversia. Questo accade quando sopravvengono determinate circostanze previste dalla legge, come la rinuncia agli atti da parte di chi ha iniziato la causa. Un recente decreto della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come questa procedura funzioni nel massimo grado di giudizio, in particolare quando la parte ricorrente decide di fare un passo indietro.

Il Caso: Una Rinuncia Accettata

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione per contestare una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. Tuttavia, in un momento successivo alla presentazione del ricorso, la parte ricorrente ha deciso di non proseguire, formalizzando un atto di rinuncia. Le controparti, a loro volta, hanno formalmente accettato tale rinuncia. Questo accordo tra le parti ha posto le basi per la chiusura definitiva del procedimento.

La Decisione della Corte: Il Decreto di Estinzione del Giudizio

Preso atto della rinuncia e della relativa accettazione, il Presidente titolare della Sezione Civile della Corte di Cassazione ha emesso un decreto. Con questo provvedimento, la Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate nel ricorso, ma si è limitata a prendere atto della volontà delle parti di porre fine alla lite. Di conseguenza, ha dichiarato formalmente l’estinzione del giudizio. La Corte ha inoltre disposto che il decreto fosse comunicato ai difensori, i quali hanno un termine di dieci giorni per richiedere la fissazione di un’udienza, come garanzia procedurale finale.

Le Motivazioni: I Requisiti della Rinuncia al Ricorso

La decisione del Presidente si fonda su precise norme del codice di procedura civile. In primo luogo, la Corte ha verificato che l’atto di rinuncia e la sua accettazione rispettassero i requisiti formali richiesti dall’articolo 390 c.p.c. (come modificato dalla recente riforma del d.lgs. n. 149 del 2022). Una volta accertata la regolarità della rinuncia, la Corte ha applicato l’articolo 391 c.p.c., il quale prevede che, in questi casi, l’estinzione possa essere dichiarata con un decreto presidenziale, una procedura più snella rispetto a una sentenza collegiale. Un aspetto rilevante riguarda le spese legali. Il decreto ha specificato che non vi era luogo a provvedere sulle spese, in applicazione del quarto comma dello stesso articolo 391 c.p.c. Questa disposizione suggerisce che le parti, nel momento in cui hanno concordato la rinuncia, abbiano probabilmente trovato un accordo autonomo anche sulla ripartizione dei costi del processo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Estinzione del Giudizio

Le conclusioni che possiamo trarre sono di natura prettamente procedurale ma di grande importanza pratica. L’estinzione del giudizio a seguito di rinuncia accettata comporta la fine irrevocabile del processo di cassazione. La conseguenza principale è che la sentenza impugnata, quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e non più contestabile. Questa procedura evidenzia come il legislatore fornisca alle parti gli strumenti per porre fine a una controversia in qualsiasi fase del giudizio, promuovendo soluzioni concordate e deflazionando il carico di lavoro degli uffici giudiziari. Il decreto presidenziale, in particolare, rappresenta un meccanismo efficiente per formalizzare l’esito di un accordo già raggiunto tra le parti.

Cosa significa ‘estinzione del giudizio’?
Significa che il processo si chiude definitivamente senza una decisione nel merito della questione, in questo caso perché la parte che aveva promosso il ricorso ha deciso di rinunciarvi con il consenso delle altre parti.

Perché la Corte ha emesso un decreto e non una sentenza?
Perché l’articolo 391 del codice di procedura civile prevede una procedura semplificata tramite decreto del Presidente quando la rinuncia al ricorso presenta tutti i requisiti di legge e viene accettata, rendendo superflua una decisione collegiale.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione per rinuncia al ricorso?
In questo specifico caso, il decreto stabilisce che non vi è luogo a provvedere sulle spese, come consentito dall’articolo 391, quarto comma, del codice di procedura civile. Ciò solitamente implica che le parti hanno già raggiunto un accordo privato sulla loro gestione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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