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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti e della contestuale accettazione da parte della società resistente. Questa decisione, basata sugli articoli 390 e 391 c.p.c., chiude il procedimento senza una pronuncia sul merito della questione e senza statuizioni sulle spese legali, proprio in virtù dell’accordo tra le parti.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio in Cassazione: Effetti della Rinuncia al Ricorso

L’estinzione del giudizio è un istituto processuale che determina la chiusura di una causa prima di arrivare a una sentenza sul merito. Recentemente, la Corte di Cassazione, con il decreto n. 19618/2025, ha fornito un chiaro esempio di come questo meccanismo funzioni nella pratica, in particolare quando la parte che ha proposto il ricorso decide di rinunciarvi.

Questo caso evidenzia come l’accordo tra le parti possa portare a una conclusione rapida del contenzioso in sede di legittimità, con importanti conseguenze anche sulla gestione delle spese legali.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da due cittadini contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. La controparte nel giudizio era una società specializzata nella gestione di crediti, costituitasi come controricorrente per difendere la decisione d’appello. Era presente anche una seconda società, che però non ha partecipato attivamente al giudizio (rimanendo “intimata”).

Durante il procedimento dinanzi alla Suprema Corte, è avvenuto un fatto decisivo: i ricorrenti hanno formalmente presentato un atto di rinuncia al proprio ricorso. A seguito di ciò, la società controricorrente ha depositato un atto di accettazione di tale rinuncia. Questo scambio di volontà ha cambiato radicalmente il corso del processo.

La Decisione della Corte di Cassazione

Preso atto della rinuncia dei ricorrenti e dell’accettazione della controparte, la Corte di Cassazione ha emesso un decreto con cui ha dichiarato l’estinzione del giudizio. La Corte non è quindi entrata nel merito delle questioni sollevate nel ricorso, ma si è limitata a prendere atto della volontà delle parti di porre fine alla lite. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello di Bologna impugnata è diventata definitiva.

Le Motivazioni: L’impatto della Rinuncia Accettata sull’Estinzione del Giudizio

La decisione della Corte si fonda sull’applicazione degli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile. Queste norme disciplinano la rinuncia al ricorso per Cassazione.

Art. 390 c.p.c.: Stabilisce che la parte può rinunciare al ricorso. Se la controparte accetta la rinuncia, non è prevista una condanna alle spese, salvo diverso accordo.
Art. 391 c.p.c.: Prevede che sull’estinzione del giudizio per rinuncia la Corte provveda con decreto, una forma di provvedimento più snella rispetto a una sentenza.

La Corte ha verificato che la rinuncia presentata possedeva tutti i requisiti formali richiesti dalla legge. L’elemento cruciale è stata l’accettazione esplicita da parte della controricorrente. Questa accettazione ha avuto un’implicazione diretta sulla regolamentazione delle spese legali. La legge, infatti, stabilisce che in caso di rinuncia accettata, le spese del giudizio di Cassazione vengono compensate tra le parti, a meno che non abbiano pattuito diversamente. In questo caso, non risultando accordi diversi, la Corte ha stabilito che “nulla va statuito sulle spese”.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Il decreto in esame offre due importanti spunti di riflessione:

1. Efficienza Processuale: La rinuncia al ricorso, specialmente se accettata, rappresenta uno strumento efficace per definire una controversia in modo rapido, evitando i lunghi tempi di un giudizio di Cassazione e rendendo definitiva la sentenza impugnata.
2. Gestione delle Spese Legali: L’accettazione della rinuncia è fondamentale per evitare una condanna alle spese. Per la parte che rinuncia, ottenere l’accettazione della controparte significa chiudere la lite senza ulteriori esborsi economici. Per la parte che accetta, significa ottenere la definitività della sentenza a proprio favore in tempi brevi, rinunciando al rimborso delle spese legali del giudizio di Cassazione.

Cosa significa estinzione del giudizio in questo contesto?
Significa che il processo davanti alla Corte di Cassazione è terminato anticipatamente, senza una decisione sul merito delle questioni sollevate, perché la parte che aveva iniziato l’impugnazione (ricorrente) ha deciso di ritirarla.

Quali sono le conseguenze della rinuncia al ricorso accettata dalla controparte?
La principale conseguenza è che la sentenza impugnata, quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e non può più essere contestata. Inoltre, come stabilito dalla legge e confermato nel decreto, non vi è una condanna al pagamento delle spese legali del giudizio di Cassazione, che si intendono compensate tra le parti.

Perché la Corte ha deciso con un decreto e non con una sentenza?
Perché l’articolo 391 del Codice di Procedura Civile, come modificato da riforme recenti, prevede espressamente che nei casi di estinzione del giudizio per rinuncia, la Corte possa pronunciarsi con un decreto, una forma decisoria più rapida e semplificata rispetto alla sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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