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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti e della contestuale accettazione della controparte. Il decreto chiarisce che, in presenza dei requisiti previsti dagli artt. 390 e 391 c.p.c., la procedura si conclude senza una decisione nel merito e senza statuizione sulle spese, data l’accettazione e la mancata costituzione di un’altra parte.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estinzione del Giudizio: Come la Rinuncia al Ricorso Chiude un Processo

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo può concludersi prima di arrivare a una sentenza definitiva sul merito della controversia. Questo meccanismo, regolato dal codice di procedura civile, è spesso attivato dalla volontà delle parti di non proseguire il contenzioso. Un recente decreto della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, porti a questa conclusione, con precise conseguenze anche sulle spese legali.

I Fatti del Caso: La Decisione di Rinunciare al Ricorso

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello di Ancona. I ricorrenti, dopo aver avviato il giudizio di legittimità, hanno deciso di fare un passo indietro, formalizzando una rinuncia al ricorso.

La parte controricorrente, ovvero l’azienda sanitaria che si opponeva al ricorso, ha formalmente accettato tale rinuncia. Nel procedimento era presente anche un’altra parte, definita ‘intimata’, la quale non si è costituita in giudizio, rimanendo quindi passiva rispetto agli sviluppi processuali.

La Decisione e l’Estinzione del Giudizio in Cassazione

Preso atto della rinuncia dei ricorrenti e dell’accettazione della controricorrente, la Corte di Cassazione ha verificato la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge per questo tipo di procedura. In particolare, ha fatto riferimento agli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile, che disciplinano appunto la rinuncia al ricorso.

Sulla base di queste norme, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio con un decreto. È importante notare che la forma del decreto, anziché quella della sentenza, è permessa dall’art. 391 c.p.c. a seguito delle modifiche legislative introdotte nel 2016, che hanno snellito la procedura in questi casi.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base del decreto è puramente procedurale. La Corte non entra nel merito della questione che era stata sollevata con il ricorso, ma si limita a constatare che la volontà concorde delle parti attive nel processo è quella di porre fine alla lite.

I due elementi chiave sono:
1. La Rinuncia Formale: I ricorrenti hanno presentato un atto formale di rinuncia, manifestando la volontà di non proseguire l’azione legale.
2. L’Accettazione Contestuale: La controparte costituita ha accettato la rinuncia, eliminando ogni ostacolo alla chiusura del procedimento.

Un aspetto fondamentale della decisione riguarda le spese legali. La Corte ha stabilito che ‘nulla va statuito sulle spese’. Questa scelta è motivata da due fattori: l’accettazione della rinuncia da parte della controricorrente, che solitamente implica un accordo anche sulle spese, e la mancata costituzione della parte intimata, che non ha quindi sostenuto costi difensivi in questa fase.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Il decreto analizzato evidenzia un’importante via d’uscita dal contenzioso legale, anche quando questo è giunto al suo massimo grado di giudizio. L’estinzione del giudizio per rinuncia accettata è uno strumento che consente alle parti di porre fine a una disputa in modo efficiente, evitando i tempi e i costi di una decisione nel merito.

Le implicazioni pratiche sono significative:
Definitività della Sentenza Precedente: Con l’estinzione del ricorso, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) diventa definitiva e non più contestabile.
Gestione delle Spese: L’accordo tra le parti sulla rinuncia spesso include una regolamentazione stragiudiziale delle spese legali, motivo per cui la Corte non interviene su questo punto.
Semplificazione Procedurale: L’uso del decreto conferma la volontà del legislatore di semplificare le procedure per definire i giudizi in cui viene meno l’interesse delle parti a una pronuncia del giudice.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia viene presentata e accettata dalla controparte costituita in giudizio, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si chiude senza una decisione sul merito del ricorso.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia accettata?
Nel caso specifico, la Corte non ha emesso alcuna statuizione sulle spese. La decisione è stata motivata dall’accettazione della rinuncia da parte della controricorrente e dalla mancata costituzione in giudizio dell’altra parte intimata.

Per dichiarare l’estinzione del giudizio è sempre necessaria una sentenza?
No. L’articolo 391 del codice di procedura civile, come modificato nel 2016, prevede che l’estinzione per rinuncia possa essere dichiarata con un decreto, rendendo la procedura più snella e veloce.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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