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Esonero contributivo: 100% valido per portabilità

Il Tribunale di Brescia ha stabilito che un datore di lavoro ha diritto all’esonero contributivo nella misura del 100%, come previsto dalla Legge 178/2020, anche se assume un lavoratore che aveva già parzialmente usufruito di un’agevolazione al 50% presso un precedente datore. La sentenza chiarisce che la ‘portabilità’ del beneficio riguarda il periodo residuo ma si adegua alla misura più favorevole vigente al momento della nuova assunzione, respingendo l’interpretazione restrittiva dell’ente previdenziale.

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Pubblicato il 20 dicembre 2024 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Esonero Contributivo al 100%: Spetta Anche in Caso di Portabilità?

Una recente sentenza del Tribunale di Brescia ha offerto un importante chiarimento in materia di esonero contributivo per le assunzioni giovanili, affrontando la questione della ‘portabilità’ del beneficio. La decisione stabilisce che l’incentivo potenziato al 100%, introdotto per il biennio 2021-2022, è applicabile anche quando si assume un lavoratore che aveva già usufruito parzialmente di un’agevolazione con un precedente datore di lavoro. Questa pronuncia è fondamentale per le aziende che investono nell’occupazione giovanile.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso di un’azienda contro la comunicazione di un ente previdenziale. L’ente contestava all’azienda l’applicazione dell’esonero contributivo totale (100%) per l’assunzione a tempo indeterminato di una lavoratrice, avvenuta nel 2021. La lavoratrice, infatti, aveva avuto un precedente breve rapporto di lavoro a tempo indeterminato nel 2018 presso un altro datore, il quale aveva beneficiato dell’esonero allora in vigore, pari al 50% dei contributi.

L’azienda ricorrente sosteneva di aver legittimamente applicato l’agevolazione al 100% prevista dalla normativa vigente al momento della nuova assunzione (L. 178/2020) per il periodo residuo di 33 mesi, in virtù del principio di portabilità del beneficio. L’ente previdenziale, al contrario, riteneva che la portabilità si estendesse non solo alla durata residua, ma anche alla misura originaria dell’incentivo (50%).

La questione giuridica e l’esonero contributivo

La controversia verteva sull’interpretazione coordinata di due leggi: la L. 205/2017, che ha introdotto l’esonero al 50% per 36 mesi per le assunzioni di giovani, e la L. 178/2020, che ha elevato tale misura al 100% per le assunzioni effettuate nel biennio 2021-2022.

Il punto cruciale era stabilire se l’aumento al 100% costituisse un beneficio nuovo e distinto, non applicabile ai casi di ‘prosecuzione’ o ‘portabilità’ di un’agevolazione già iniziata, oppure se rappresentasse un potenziamento della misura originaria, estendibile a tutte le assunzioni incentivate nel periodo di vigenza.

Le Motivazioni della Decisione

Il Tribunale ha accolto integralmente il ricorso dell’azienda, basando la sua decisione su un’analisi rigorosa del dato letterale e della ratio della normativa.

In primo luogo, il giudice ha evidenziato come il testo della L. 178/2020 affermi esplicitamente che “l’esonero contributivo di cui all’articolo 1, commi da 100 a 105 e 107, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, è riconosciuto nella misura del 100 per cento”. Questa formulazione chiarisce che non si tratta di un nuovo beneficio, ma di un’incisiva modifica della misura di un’agevolazione già esistente. Di conseguenza, l’aumento si applica a tutte le fattispecie originariamente previste dalla L. 205/2017, inclusa quella della portabilità (comma 103).

In secondo luogo, il Tribunale ha adottato un’interpretazione a contrario. La L. 178/2020 ha espressamente elencato i casi esclusi dall’aumento al 100% (come le prosecuzioni di contratto), ma tra queste esclusioni non figura l’ipotesi della portabilità del beneficio per una nuova assunzione presso un altro datore. Dove il legislatore ha voluto escludere, lo ha fatto in modo esplicito.

Infine, il giudice ha sottolineato come l’interpretazione restrittiva dell’ente previdenziale avrebbe portato a una conseguenza paradossale e contraria allo scopo della legge: disincentivare l’assunzione di lavoratori che hanno avuto in passato un breve e sfortunato rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Ciò avrebbe penalizzato proprio i soggetti che la norma mira a tutelare, ostacolandone le possibilità occupazionali.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, il Tribunale di Brescia ha affermato un principio di grande rilevanza pratica: la portabilità dell’esonero contributivo giovanile si adatta alla misura più favorevole in vigore al momento della nuova assunzione. Un’azienda che nel biennio 2021-2022 ha assunto un lavoratore con un’agevolazione residua ha avuto pieno diritto ad applicare l’esonero al 100% per tutta la durata rimanente. La decisione rafforza la finalità della normativa, che è quella di promuovere attivamente l’inserimento stabile dei giovani nel mercato del lavoro, evitando che interpretazioni restrittive ne vanifichino l’efficacia.

L’esonero contributivo al 100% previsto per il biennio 2021-2022 si applica anche a un lavoratore che aveva già beneficiato parzialmente dell’esonero al 50% con un precedente datore di lavoro?
Sì, secondo la sentenza, l’aumento dell’esonero al 100% si applica anche alle assunzioni che beneficiano della cosiddetta ‘portabilità’ del periodo di agevolazione residuo, adeguando la misura del beneficio a quella più favorevole vigente al momento della nuova assunzione.

Per quale motivo il Tribunale ha ritenuto applicabile l’aumento al 100% in questo caso?
La decisione si fonda sull’interpretazione letterale della norma, che non introduce un nuovo beneficio ma potenzia quello esistente. Inoltre, la legge elenca specificamente i casi esclusi dall’aumento e tra questi non figura l’ipotesi della portabilità del beneficio da un datore di lavoro all’altro.

Quale sarebbe stata la conseguenza di un’interpretazione restrittiva, come quella sostenuta dall’ente previdenziale?
Secondo il Tribunale, un’interpretazione restrittiva avrebbe creato una paradossale differenza di trattamento, disincentivando l’assunzione di lavoratori con brevi esperienze lavorative precedenti. Questo sarebbe andato contro la finalità stessa della legge, che è quella di promuovere l’occupazione giovanile e non di ostacolarla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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