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Errore materiale sentenza: come correggerlo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23919/2024, ha chiarito che l’omessa quantificazione delle spese legali nel dispositivo di una sentenza costituisce un errore materiale. Quando la volontà del giudice di porre le spese a carico della parte soccombente è chiara nella motivazione, la parte interessata può ottenere la liquidazione tramite la procedura di correzione, senza necessità di un nuovo giudizio. Nel caso di specie, la Corte ha corretto una propria precedente sentenza aggiungendo l’importo di 7.500,00 euro per le spese.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore Materiale Sentenza: Cosa Fare se il Giudice Dimentica le Spese

Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione (n. 23919/2024) offre un chiarimento fondamentale su come gestire un errore materiale in una sentenza, in particolare quando il giudice, pur condannando la parte soccombente al pagamento delle spese, omette di quantificarne l’importo nel dispositivo. Questa decisione ribadisce un principio di economia processuale e fornisce uno strumento agile per sanare tali sviste.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un avvocato, difensore di due assistiti, che si era visto rigettare un ricorso con una precedente sentenza della Corte di Cassazione. Il problema? Nella parte finale della sentenza, il cosiddetto “dispositivo”, la Corte aveva omesso di liquidare, cioè di specificare l’ammontare, delle spese di lite che la controparte avrebbe dovuto rimborsare ai suoi assistiti. L’avvocato, notata la mancanza, ha quindi presentato un’istanza per la correzione di quello che riteneva essere un semplice errore materiale.

La Procedura di Correzione dell’Errore Materiale Sentenza

Il cuore della questione risiede nella distinzione tra la motivazione e il dispositivo di una sentenza. La motivazione spiega il ragionamento del giudice, mentre il dispositivo contiene la decisione finale. Nel caso esaminato, la motivazione esprimeva chiaramente la volontà di porre le spese a carico della parte perdente, ma il dispositivo mancava dell’indicazione numerica.

Secondo la Corte, supportata da un autorevole precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 16415/2018), questa non è un’omissione che richiede un nuovo processo o un appello. Si tratta, invece, di un classico errore materiale sentenza, sanabile attraverso la procedura specifica prevista dagli articoli 287 e seguenti del Codice di Procedura Civile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto l’istanza di correzione. Ha riconosciuto che, pur avendo regolato le spese secondo il principio della soccombenza, il collegio aveva effettivamente omesso di liquidarle nel dispositivo della precedente sentenza.

Di conseguenza, la Corte ha ordinato di correggere la sentenza n. 35829/2023, disponendo che nel dispositivo, dopo l’espressione “che liquida in complessivi €…”, venisse aggiunta la somma di “7500,00”. Ha inoltre ordinato alla cancelleria di annotare tale correzione sull’originale del provvedimento, sanando così l’errore in modo definitivo e formale.

Le Motivazioni Giuridiche

La motivazione della Corte si fonda su un principio consolidato, volto a evitare inutili complicazioni processuali. Quando l’intenzione del giudice di condannare alle spese è inequivocabile dalla lettura della parte motiva della sentenza, la mancata quantificazione nel dispositivo è una mera svista. Non si tratta di un vizio della volontà del giudice, ma di un errore di trascrizione o di redazione. Ricorrere alla procedura di correzione dell’errore materiale è la via più rapida ed efficiente per ottenere la liquidazione, senza dover intraprendere lunghi e costosi percorsi di impugnazione. L’ordinanza richiama esplicitamente l’articolo 391-bis del codice di procedura civile, che disciplina proprio la correzione degli errori materiali e il calcolo nelle sentenze della Corte di Cassazione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un importante strumento a tutela delle parti processuali. Chi si trova di fronte a una sentenza favorevole ma incompleta nella parte relativa alle spese, sa di poter ricorrere a un rimedio semplice ed efficace. La decisione sottolinea l’importanza di un’attenta lettura di ogni parte del provvedimento giudiziario e offre una soluzione pratica che garantisce l’effettività della tutela giurisdizionale, evitando che una semplice dimenticanza si traduca in un danno economico o in un ulteriore dispendio di risorse processuali. Per gli avvocati e i loro assistiti, è un monito a verificare sempre la coerenza tra motivazione e dispositivo, e un’assicurazione che gli strumenti per rimediare a un errore materiale sentenza esistono e sono pienamente operativi.

Cosa si intende per errore materiale in una sentenza?
Si tratta di una svista, un errore di calcolo o di trascrizione nel testo del provvedimento che non modifica la sostanza della decisione del giudice, come l’omissione di un importo numerico già implicitamente deciso nella motivazione.

Cosa deve fare una parte se il giudice dimentica di quantificare le spese legali nel dispositivo?
Deve presentare un’istanza per la correzione dell’errore materiale, come previsto dagli articoli 287 e seguenti del Codice di Procedura Civile, per ottenere l’integrazione della sentenza con l’importo mancante.

La correzione di un errore materiale richiede un nuovo processo o un appello?
No, la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha stabilito che per un’omissione di questo tipo è sufficiente la procedura di correzione, che è più rapida ed evita di dover impugnare la sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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