LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Errore materiale: quando non è correggibile dalla Cassazione

Un ricorrente ha chiesto la correzione di un presunto errore materiale in un’ordinanza della Corte Suprema, sostenendo di essere stato ingiustamente privato del rimborso delle spese legali. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l’errore lamentato non era un semplice vizio di forma, ma un potenziale errore di valutazione, non sanabile tramite la procedura di correzione dell’errore materiale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore materiale: i limiti della correzione secondo la Cassazione

Nel complesso mondo del diritto processuale, la stabilità delle decisioni giudiziarie è un pilastro fondamentale. Tuttavia, anche i provvedimenti dei giudici possono contenere degli errori. La legge prevede specifici rimedi per correggerli, ma è cruciale distinguere la loro natura. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla netta differenza tra un semplice errore materiale, facilmente emendabile, e un errore di giudizio, che segue percorsi di impugnazione ben più complessi. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere quando e come si può chiedere la correzione di un provvedimento.

Il caso: una richiesta di correzione per spese legali negate

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un cittadino per la correzione di una precedente ordinanza della stessa Corte di Cassazione. Secondo il ricorrente, il provvedimento era viziato da un errore poiché gli negava la liquidazione delle spese legali sulla base di una motivazione errata: ovvero che non avesse resistito tempestivamente al ricorso.

La tesi del ricorrente

Il cittadino sosteneva che questa affermazione fosse palesemente smentita dai fatti, avendo egli depositato una memoria difensiva in data 17 maggio 2023, in vista di un’udienza fissata per il 9 giugno 2023. A suo avviso, si trattava di una svista palese, un errore materiale che la Corte avrebbe dovuto semplicemente correggere, rettificando la decisione sulle spese.

La distinzione fondamentale: che cos’è un vero errore materiale?

La Corte di Cassazione, nel valutare l’istanza, ha colto l’occasione per ribadire un principio cardine della procedura civile. Un errore materiale è un difetto che riguarda esclusivamente la manifestazione esteriore del pensiero del giudice. Si tratta di una discrepanza tra l’idea concepita e la sua trascrizione grafica, come un errore di calcolo, un’errata indicazione di un nome o una data, che sia immediatamente percepibile dal testo stesso del provvedimento.

L’errore materiale vs. l’errore di giudizio

Ben diverso è l’errore che incide sul processo logico-valutativo che ha condotto alla decisione. Se il giudice ha omesso di considerare un documento, ha interpretato male una norma o ha valutato erroneamente un fatto, non ci troviamo di fronte a un errore materiale, bensì a un potenziale errore di giudizio o a un errore revocatorio. Questi ultimi vizi non possono essere sanati con la semplice procedura di correzione, ma richiedono mezzi di impugnazione specifici (come l’appello o, appunto, la revocazione).

Le motivazioni

Applicando questi principi al caso di specie, la Corte ha concluso che la lamentela del ricorrente non riguardava un errore materiale. La presunta svista sulla tardività della sua difesa non era un semplice errore di battitura, ma atteneva al contenuto concettuale e sostanziale della decisione. Il giudice, nel motivare il diniego delle spese, aveva compiuto una valutazione, giusta o sbagliata che fosse. Mettere in discussione quella valutazione significa contestare il merito della decisione, operazione non consentita tramite l’istanza di correzione. Per questa ragione, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Le conclusioni

Questa ordinanza riafferma con chiarezza i confini dello strumento della correzione dell’errore materiale. Esso è un rimedio agile e snello, pensato per sanare sviste formali che non alterano la sostanza della decisione. Non può, invece, essere utilizzato come un’impugnazione mascherata per rimettere in discussione il percorso logico-giuridico seguito dal giudice. La decisione sottolinea l’importanza di scegliere lo strumento processuale corretto per far valere le proprie ragioni, pena l’inammissibilità dell’azione e la cristallizzazione del provvedimento, anche se percepito come ingiusto.

Che cos’è un errore materiale secondo la Cassazione?
È un difetto di corrispondenza tra l’ideazione del giudice e la sua materiale rappresentazione grafica, chiaramente rilevabile dal testo stesso del provvedimento, che non incide sul contenuto concettuale e sostanziale della decisione.

Un errore nella valutazione della tempestività delle difese di una parte è considerato un errore materiale?
No, secondo l’ordinanza non si tratta di un errore materiale. Tale vizio attiene al contenuto concettuale e al processo valutativo del giudice, configurandosi piuttosto come un potenziale errore di giudizio o revocatorio.

Perché la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per correzione di errore materiale?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il vizio lamentato non era un errore materiale correggibile, ma una contestazione relativa al contenuto valutativo della decisione, che non può essere modificata attraverso la procedura di correzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati