LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Errore materiale: quando è inammissibile la correzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per la correzione di un errore materiale relativo alla liquidazione delle spese legali. La Corte ha chiarito che la contestazione non può riguardare una valutazione di merito del giudice, ma solo una svista oggettiva. Inoltre, il ricorso è stato giudicato aspecifico perché non motivava adeguatamente il presunto valore della causa, presupposto fondamentale per la richiesta di correzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore Materiale: i Limiti della Correzione secondo la Cassazione

La procedura di correzione di un errore materiale è uno strumento essenziale per garantire la precisione dei provvedimenti giudiziari, ma non può trasformarsi in un’occasione per rimettere in discussione le valutazioni di merito del giudice. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce i confini netti di questo istituto, dichiarando inammissibile un ricorso che tentava di contestare la quantificazione delle spese legali mascherandola da svista materiale. Questo caso offre spunti importanti per comprendere cosa costituisce un errore emendabile e cosa, invece, appartiene alla sfera insindacabile della decisione giudiziale.

I Fatti di Causa

Un legale si rivolgeva alla Corte di Cassazione chiedendo la correzione, ai sensi dell’art. 391-bis c.p.c., di una precedente ordinanza. La richiesta si fondava su due presunti errori:

1. Quantificazione dei compensi professionali: il ricorrente sosteneva che i 2.000 euro liquidati a favore della controparte (un club automobilistico nazionale) fossero eccessivi, poiché la causa, a suo dire, aveva un valore inferiore a 1.000 euro.
2. Liquidazione degli esborsi: il legale contestava la liquidazione di 200 euro per esborsi, ritenendola non più giustificata dato che il deposito degli atti era ormai telematico e, quindi, meno oneroso.

La controparte non si costituiva nel procedimento di correzione.

L’Analisi della Corte: perché il ricorso sull’errore materiale è inammissibile

La Suprema Corte ha respinto la richiesta, dichiarandola inammissibile per due ragioni fondamentali.

La Genericità del Ricorso

In primo luogo, il ricorso è stato giudicato “aspecifico”. Il ricorrente non ha fornito alcun chiarimento su come avesse determinato che il valore della causa fosse inferiore a mille euro. La Corte ha sottolineato che, dalla lettura dell’ordinanza originale, emergeva che l’oggetto del contendere era una richiesta di valore non determinato, riguardante l’esecuzione di alcune trascrizioni e il risarcimento dei danni. La mancata specificazione di questo punto cruciale ha reso impossibile per la Corte valutare la fondatezza della doglianza sui compensi.

La Differenza tra Errore Materiale e Valutazione Giudiziale

Il secondo e più importante motivo di inammissibilità riguarda la natura stessa dell’errore materiale. La Corte ha ricordato che la correzione è ammessa solo per sviste oggettive, come un errore di calcolo o di trascrizione, che non intaccano il processo logico-decisionale del giudice.

Nel caso degli esborsi, la contestazione del ricorrente non verteva su una svista, ma su una valutazione di merito: se la digitalizzazione dei processi giustifichi o meno una riduzione delle spese. Questa, ha chiarito la Corte, è una valutazione squisitamente giudiziale, sottratta alla procedura di correzione. Tentare di utilizzare questo strumento per contestare il merito di una decisione equivale a un abuso del diritto processuale. L’errore materiale non può mai diventare un pretesto per ottenere un nuovo giudizio sulla questione.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su un principio cardine della procedura civile: la distinzione tra l’errore palese e l’errore di giudizio. L’istituto della correzione serve a rettificare il primo, non a censurare il secondo. Ammettere il contrario significherebbe creare una via di impugnazione impropria, minando la stabilità delle decisioni giudiziarie. La Corte ha quindi ritenuto che la richiesta del ricorrente, specialmente quella relativa agli esborsi, non fosse una segnalazione di svista, ma un vero e proprio dissenso sulla valutazione del giudice, che avrebbe dovuto essere sollevato, se del caso, in altre sedi.

Le Conclusioni

In conclusione, la decisione rafforza la natura eccezionale e limitata del procedimento di correzione dell’errore materiale. Per poter accedere a questo rimedio, è necessario che il ricorrente:

1. Indichi un errore oggettivo e palese, che non richieda alcuna valutazione discrezionale.
2. Formuli un ricorso specifico e dettagliato, fornendo tutti gli elementi necessari a dimostrare l’esistenza della svista.

In assenza di questi requisiti, il ricorso sarà dichiarato inammissibile. La Corte ha inoltre precisato che, data la natura del procedimento, non vi è luogo a pronuncia sulle spese e non si applica il pagamento del contributo unificato.

Quando una richiesta di correzione di errore materiale è considerata inammissibile?
Una richiesta è inammissibile quando è aspecifica, cioè non chiarisce in modo dettagliato le ragioni della presunta svista (ad esempio, come si è determinato il valore della causa), oppure quando mira a contestare una valutazione di merito del giudice anziché un errore oggettivo come una svista o un errore di calcolo.

La contestazione sull’importo delle spese liquidate può essere oggetto di correzione per errore materiale?
No, se la contestazione si basa su una valutazione discrezionale. Secondo la Corte, sostenere che le spese per esborsi non siano più giustificate a causa del processo telematico non è un errore materiale, ma una valutazione di merito che non può essere corretta con questa procedura.

Cosa si intende per errore materiale correggibile?
È un errore oggettivo, una svista che non incide sul contenuto decisionale del provvedimento. Tipici esempi sono gli errori di calcolo, l’errata indicazione di un nome o di una data, o un errore di trascrizione, che possono essere corretti senza alterare la volontà espressa dal giudice nella sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati