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Errore materiale ordinanza: no doppio contributo

La Corte di Cassazione ha corretto una propria precedente ordinanza per un errore materiale. Aveva erroneamente previsto il pagamento del doppio contributo unificato in un caso di estinzione del processo per rinuncia al ricorso. Con questa ordinanza di correzione di errore materiale, la Corte ha ribadito che tale obbligo di pagamento si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, e non in caso di rinuncia, eliminando quindi la clausola errata.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore Materiale in Ordinanza: La Cassazione e il Doppio Contributo Unificato

La Corte di Cassazione è recentemente intervenuta con un provvedimento che, pur essendo tecnico, offre importanti chiarimenti pratici. Il caso riguarda la correzione di un errore materiale in un’ordinanza, specificamente in relazione all’obbligo di pagamento del cosiddetto “doppio contributo unificato”. La decisione sottolinea come questa sanzione non sia applicabile in caso di rinuncia al ricorso.

I Fatti del Caso

Inizialmente, un giudizio pendente presso la Corte di Cassazione si era concluso a seguito della rinuncia al ricorso da parte del soggetto ricorrente. Di conseguenza, la Corte aveva emesso un’ordinanza con cui dichiarava l’estinzione del processo. Tuttavia, nel dispositivo di tale ordinanza era stata inserita per errore la clausola standard che attesta la sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo pari al contributo unificato già versato (il cosiddetto “raddoppio del contributo”).

Riconosciuta la svista, la stessa Corte ha attivato d’ufficio il procedimento per la correzione dell’errore materiale, al fine di emendare la precedente decisione.

La Decisione della Corte e la Correzione dell’Errore Materiale nell’Ordinanza

La Corte Suprema ha disposto la correzione dell’ordinanza precedente, ordinando la cancellazione totale della parte del dispositivo che faceva riferimento all’obbligo di pagamento del doppio contributo unificato. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa della normativa e su consolidati principi giurisprudenziali.

Le motivazioni della Corte

Il cuore della motivazione risiede nella natura della norma che prevede il raddoppio del contributo unificato (art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115/2002). I giudici hanno ribadito che questa disposizione ha una finalità preventivo-deterrente, volta a scoraggiare le impugnazioni infondate. Proprio per questa sua natura eccezionale, la sua applicazione è limitata esclusivamente a ipotesi tassative.

La giurisprudenza, richiamata nell’ordinanza (tra cui Cass. n. 6888/2015 e Cass. S.U. n. 4315/2020), ha costantemente affermato che il doppio contributo è dovuto solo nei casi di:

1. Rigetto dell’impugnazione;
2. Declaratoria di inammissibilità;
3. Declaratoria di improcedibilità.

L’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso non rientra in nessuna di queste categorie. Pertanto, includere la clausola sul raddoppio del contributo è stato un palese errore materiale dell’ordinanza, ovvero una svista che non rifletteva la corretta applicazione della legge al caso specifico. La Corte ha quindi agito per ripristinare la corretta dizione del provvedimento, eliminando un onere economico non dovuto.

Le conclusioni

Questa ordinanza di correzione ha un’importante implicazione pratica per avvocati e parti processuali. Viene confermato in modo netto che la scelta di rinunciare a un ricorso in Cassazione non espone al rischio di dover pagare il doppio del contributo unificato. La decisione rafforza il principio di stretta interpretazione delle norme che impongono oneri economici, garantendo che le misure sanzionatorie siano applicate solo nelle circostanze per cui sono state espressamente previste. Si tratta di una precisazione fondamentale per la gestione strategica delle liti e per la certezza del diritto.

Se rinuncio a un ricorso in Cassazione, devo pagare il doppio del contributo unificato?
No. Come chiarito dalla Corte, l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso.

In quali casi si è tenuti a pagare il doppio contributo unificato?
L’obbligo scatta solo ed esclusivamente nei casi in cui l’impugnazione venga respinta (rigetto), oppure dichiarata inammissibile o improcedibile.

Cos’è un errore materiale e come viene corretto?
Un errore materiale è una svista o un’inesattezza contenuta in un provvedimento giudiziario (come un errore di calcolo o di trascrizione) che non incide sulla volontà del giudice. Può essere corretto con una procedura semplificata, d’ufficio o su richiesta di parte, senza la necessità di impugnare la decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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