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Errore materiale: la correzione secondo la Cassazione

Una società ha richiesto la correzione di un errore materiale in un’ordinanza della Corte di Cassazione, dove la denominazione sociale di un’altra società era stata riportata in modo errato. La Corte, riconoscendo la svista come un mero errore di trascrizione, ha accolto l’istanza e disposto la correzione del provvedimento. La decisione chiarisce che la correzione dell’errore materiale non modifica la sostanza della decisione ma ripristina la correttezza formale dell’atto, seguendo la procedura specifica prevista dalla legge.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore materiale: quando e come si corregge un provvedimento della Cassazione

Nel percorso di un procedimento legale, la precisione è fondamentale. Tuttavia, può capitare che un atto giudiziario, persino un’ordinanza della Corte di Cassazione, contenga un errore materiale. Questo non è un errore di giudizio, ma una semplice svista, come un nome scritto male o un calcolo sbagliato. Un’ordinanza recente ci offre l’occasione per analizzare come l’ordinamento gestisce queste situazioni, garantendo la correttezza formale degli atti senza alterare la sostanza delle decisioni. Vediamo insieme il caso specifico e la procedura applicata.

I fatti del caso: la richiesta di correzione

Una società, parte di un contenzioso, si è accorta di un’imprecisione in un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione. Nello specifico, nella prima pagina del documento, la denominazione sociale di una delle parti controricorrenti era stata indicata in modo scorretto, omettendo la sua natura societaria (S.r.l.) e riportando solo il nome della persona fisica.

Di fronte a questa svista, la società interessata ha presentato un’istanza telematica alla Corte, chiedendo la correzione dell’errore materiale per ripristinare la corretta indicazione del soggetto giuridico coinvolto. Il Presidente della sezione competente, riconosciuta la potenziale fondatezza della richiesta, ha trasmesso l’istanza alla cancelleria per avviare formalmente il procedimento di correzione.

La procedura di correzione dell’errore materiale

La legge prevede uno strumento specifico per rimediare a questo tipo di imprecisioni: la procedura di correzione degli errori materiali, disciplinata, per quanto riguarda i provvedimenti della Corte di Cassazione, dall’articolo 391 bis del codice di procedura civile. Questo meccanismo consente di emendare l’atto senza dover rimettere in discussione il merito della causa. La procedura è attivata su istanza di parte, ma può anche essere disposta d’ufficio dalla stessa Corte, qualora si accorga della svista.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza, riconoscendo pienamente la sussistenza dell’errore materiale. I giudici hanno verificato che, effettivamente, la parte si era costituita in giudizio come società a responsabilità limitata e che l’errata indicazione nel provvedimento era frutto di una mera disattenzione nella stesura dell’atto.

La decisione sottolinea che tale errore non inficiava il ragionamento giuridico né la decisione finale, ma rappresentava una difformità formale che doveva essere sanata. Pertanto, la Corte ha disposto la sostituzione della dicitura errata con quella corretta, specificando che nella riga incriminata del documento originale doveva leggersi la denominazione sociale completa “Ing. Tizio Caio – Sempronio S.r.l.” al posto di quella precedentemente riportata. La Corte ha inoltre stabilito che non vi fossero spese da liquidare per questo procedimento incidentale.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio importante: la giustizia persegue non solo la correttezza sostanziale delle decisioni, ma anche la precisione formale dei suoi atti. L’istituto della correzione dell’errore materiale è uno strumento agile ed efficace che permette di salvaguardare l’integrità e la chiarezza dei provvedimenti giudiziari, evitando che semplici sviste possano generare ambiguità o future contestazioni. La sua applicazione, come nel caso di specie, dimostra l’attenzione del sistema a garantire che ogni dettaglio, anche la denominazione di una parte, sia riportato fedelmente.

Cos’è un errore materiale secondo la Corte?
È un’inesattezza puramente formale, come l’errata indicazione della denominazione di una parte in un’ordinanza, che non incide sul contenuto logico-giuridico della decisione e deriva da una semplice svista.

Quale procedura si segue per correggere un errore materiale in un’ordinanza di Cassazione?
Si applica la procedura prevista dall’art. 391 bis del codice di procedura civile, che può essere avviata su istanza di una delle parti o anche d’ufficio dalla stessa Corte.

La correzione dell’errore materiale modifica la decisione presa dalla Corte?
No, la correzione ha il solo scopo di emendare l’errore formale contenuto nell’atto. Non influisce in alcun modo sul merito della causa, né sul ragionamento giuridico che ha portato alla decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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