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Errore materiale: condanna alle spese a più parti

Una società ha presentato ricorso in Cassazione, ma è stato dichiarato inammissibile. L’ordinanza originale conteneva un errore materiale, condannando la parte soccombente a pagare le spese legali “alla controricorrente” (al singolare), nonostante le parti vittoriose costituite fossero due. A seguito di un’istanza d’ufficio, la Corte ha corretto l’ordinanza, chiarendo che le spese erano dovute a entrambe le parti vittoriose e specificando l’importo dovuto a ciascuna.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore materiale e spese legali: la Cassazione corregge la condanna

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Terza Civile, n. 2748 del 2024, offre un chiaro esempio di come funziona il procedimento di correzione di un errore materiale. Questo strumento processuale è fondamentale per garantire che le decisioni giudiziarie riflettano accuratamente la volontà del giudice, specialmente quando una semplice svista può avere conseguenze economiche significative, come nel caso della ripartizione delle spese legali.

I Fatti del Caso: Una Svista nella Condanna

La vicenda trae origine da un’ordinanza con cui la Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso presentato da una società costruttrice. Nel disporre la condanna alle spese, l’ordinanza aveva stabilito che la società soccombente dovesse rifondere i costi di lite “alla controricorrente”, usando il singolare.

Tuttavia, nel giudizio le parti che si erano difese con successo contro il ricorso erano due: una compagnia assicurativa e un’altra società. L’uso del singolare rappresentava una palese svista, un errore materiale che non teneva conto della pluralità delle parti vittoriose.

Il Percorso per la Correzione: l’Intervento d’Ufficio

Inizialmente, una delle compagnie assicuratrici aveva tentato di far correggere l’errore, ma la sua istanza era stata dichiarata inammissibile per un vizio di notifica. Successivamente, un consigliere coordinatore della Corte, riconoscendo l’evidenza della svista, ha richiesto d’ufficio la correzione dell’ordinanza. Questo ha dato il via al procedimento che si è concluso con l’ordinanza in esame, la quale ha finalmente rettificato l’imprecisione originaria.

L’importanza della correzione dell’errore materiale

La Corte ha accolto la richiesta di correzione, evidenziando come fosse palese l’errore materiale in cui era incorsa la precedente ordinanza. Il collegio giudicante aveva infatti omesso di considerare che le parti vittoriose e costituite in giudizio erano due, non una. Un errore del genere, se non corretto, avrebbe creato incertezza e potenziali ingiustizie nella fase di esecuzione della condanna alle spese.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è lineare e si fonda sulla natura stessa dell’errore. Non si trattava di rimettere in discussione il merito della causa (l’inammissibilità del ricorso originario) né la decisione di condannare la parte soccombente alle spese. L’intervento era necessario unicamente per rettificare una formulazione imprecisa del dispositivo. La Corte ha quindi disposto che l’ordinanza originale venisse corretta in due punti chiave:
1. Sostituendo l’espressione “alla controricorrente” con “alle controricorrenti” e menzionando esplicitamente le due società vittoriose.
2. Chiarendo che l’importo liquidato per le spese processuali era da intendersi “per ciascuna” delle parti controricorrenti, raddoppiando di fatto l’esborso totale per la parte soccombente, ma garantendo a ciascuna parte vittoriosa il giusto ristoro.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il procedimento di correzione di errore materiale ha una natura amministrativa e non giurisdizionale. Il suo scopo è puramente emendativo e non apre a una nuova fase di giudizio. Per questo motivo, la Corte ha specificato che non vi era luogo a provvedere sulle spese di questo specifico procedimento di correzione. La decisione finale assicura che il comando giudiziale sia chiaro, preciso e giusto, sanando una svista che avrebbe potuto compromettere la corretta esecuzione della decisione sulle spese di lite. È un monito sull’importanza della precisione formale negli atti giudiziari e sull’efficacia degli strumenti predisposti dall’ordinamento per porvi rimedio.

Cos’è un errore materiale in un’ordinanza giudiziaria?
È una svista palese, come un errore di calcolo o di trascrizione, che non altera la sostanza della decisione ma solo la sua formulazione. Nel caso esaminato, l’errore consisteva nell’indicare una sola parte vittoriosa anziché due.

È possibile correggere un’ordinanza che condanna al pagamento delle spese a una sola parte, quando le parti vittoriose erano più di una?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che si tratta di un evidente errore materiale. Ha quindi corretto l’ordinanza specificando che la condanna alle spese doveva intendersi a favore di entrambe le parti controricorrenti e che l’importo liquidato era dovuto a ciascuna di esse.

Il procedimento per la correzione di un errore materiale comporta la condanna a nuove spese legali?
No. Come chiarito dalla Corte, questo tipo di procedimento ha natura amministrativa e non giurisdizionale. Pertanto, non è prevista una nuova pronuncia sulle spese per il procedimento di correzione stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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