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Elemento Riordino Retributivo: spetta al formativo?

Un lavoratore, assunto con un contratto di formazione e successivamente stabilizzato, ha richiesto a un’azienda di trasporti il pagamento dell’Elemento di Riordino Retributivo (ERS). La Corte di Cassazione ha negato tale diritto, stabilendo che l’ERS non è legato all’anzianità di servizio, ma deriva dalla fusione di precedenti voci salariali destinate esclusivamente ai dipendenti già a tempo indeterminato al momento della sua istituzione. La Corte ha chiarito che questa differenziazione, prevista dalla contrattazione collettiva, non costituisce discriminazione.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Elemento di Riordino Retributivo: la Cassazione chiarisce quando non spetta

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un importante principio in materia di diritto del lavoro, chiarendo che l’Elemento di Riordino Retributivo (ERS) non spetta ai lavoratori assunti con contratto di formazione e lavoro e successivamente trasformati a tempo indeterminato. Questa decisione si basa su un’interpretazione consolidata che distingue tra emolumenti legati all’anzianità di servizio e quelli derivanti da specifiche riforme della contrattazione collettiva.

Il caso: dal contratto di formazione alla richiesta dell’ERS

Un dipendente di un’azienda di trasporto pubblico, assunto inizialmente con un contratto di formazione e lavoro della durata di 24 mesi e poi stabilizzato con contratto a tempo indeterminato, aveva citato in giudizio l’azienda per ottenere il pagamento di differenze retributive. Tra le varie richieste, spiccava quella relativa all’Elemento di Riordino Retributivo, un emolumento previsto dalla contrattazione collettiva di settore.

La decisione della Corte d’Appello e il ricorso in Cassazione

Inizialmente, la Corte d’Appello aveva dato ragione al lavoratore, condannando l’azienda al pagamento dell’ERS. Secondo i giudici di secondo grado, la trasformazione del rapporto in tempo indeterminato e il principio di non discriminazione imponevano il riconoscimento di tale voce retributiva. L’azienda, non condividendo questa interpretazione, ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che l’ERS avesse una natura e una finalità specifiche che ne escludevano l’applicazione ai lavoratori provenienti da contratti di formazione.

L’Elemento di Riordino Retributivo e la giurisprudenza della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’azienda, ribaltando la decisione d’appello. La sentenza si inserisce in un filone giurisprudenziale ormai consolidato, che ha analizzato a fondo la natura dell’ERS nel settore degli autoferrotranvieri. Secondo la Cassazione, le clausole della contrattazione collettiva che distinguono i lavoratori con contratto di formazione dal personale già in servizio a tempo indeterminato non sono discriminatorie e non violano le norme sull’equiparazione dell’anzianità di servizio.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha chiarito che l’Elemento di Riordino Retributivo non è un emolumento basato sull’anzianità di servizio del lavoratore. Al contrario, esso è stato introdotto “per confluenza”, ovvero come risultato della fusione e razionalizzazione di una serie di voci retributive preesistenti (premi, indennità e compensi aziendali) che venivano corrisposte unicamente al personale già assunto a tempo indeterminato. Lo scopo di questa operazione contrattuale era semplificare la struttura della busta paga dei dipendenti già in forza, evitando che subissero perdite economiche a seguito della riforma.
Di conseguenza, i lavoratori che al momento dell’introduzione dell’ERS erano titolari di un contratto di formazione e lavoro non percepivano quelle voci retributive originarie e, pertanto, non possono vantare il diritto all’emolumento che le ha sostituite. La Corte ha specificato che ciò non comporta un disconoscimento dell’anzianità maturata durante il periodo di formazione, ma semplicemente riconosce la legittimità della contrattazione collettiva nel definire trattamenti retributivi differenziati in un contesto di riorganizzazione salariale.

Le conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione conferma un principio cruciale: la natura di un istituto retributivo va individuata nella sua origine e finalità. L’Elemento di Riordino Retributivo non è un beneficio universale legato alla mera anzianità, ma una misura specifica volta a riordinare il trattamento economico di una determinata platea di lavoratori (quelli già a tempo indeterminato) in un preciso momento storico. Per i lavoratori assunti con contratto di formazione e poi stabilizzati, questo emolumento non è dovuto, poiché la loro condizione contrattuale al momento della sua istituzione era diversa. Questa pronuncia offre quindi un importante chiarimento per le aziende e i lavoratori del settore, consolidando un’interpretazione che bilancia i diritti dei lavoratori con l’autonomia della contrattazione collettiva.

Un lavoratore assunto con contratto di formazione e lavoro, poi trasformato a tempo indeterminato, ha diritto all’Elemento di Riordino del Sistema Retributivo (ERS)?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’ERS non spetta in questo caso perché è un emolumento nato dalla “confluenza” di voci retributive preesistenti che erano percepite solo dal personale già a tempo indeterminato al momento della sua istituzione. Non è un diritto basato sull’anzianità di servizio.

Escludere i lavoratori in formazione dall’ERS è un trattamento discriminatorio?
No, la Corte ha stabilito che non si tratta di discriminazione. La contrattazione collettiva può legittimamente distinguere tra personale già in servizio a tempo indeterminato e nuovi assunti (anche tramite contratto di formazione), specialmente quando si riorganizzano istituti retributivi preesistenti senza incidere sull’anzianità di servizio.

Il periodo di formazione e lavoro vale ai fini dell’anzianità di servizio?
Sì, la legge prevede che il periodo di formazione venga computato nell’anzianità di servizio. Tuttavia, la Corte ha chiarito che questo non implica automaticamente il diritto a emolumenti, come l’ERS, che non sono direttamente legati all’anzianità ma a una specifica riorganizzazione contrattuale destinata a chi già percepiva determinate voci retributive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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