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Eccezione di incompetenza: quando il giudice sbaglia

Una società ha impugnato una decisione con cui un tribunale si era dichiarato territorialmente incompetente senza che la controparte avesse sollevato la relativa eccezione di incompetenza. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che, non avendo il convenuto contestato formalmente la competenza territoriale nella sua prima difesa, il giudice non poteva rilevarla di propria iniziativa. Il caso è stato quindi rinviato al tribunale originario.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Eccezione di incompetenza: se la parte non la solleva, il giudice non può decidere

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale civile: l’eccezione di incompetenza territoriale, se non inderogabile, deve essere sollevata dalla parte convenuta nel suo primo atto difensivo. Se ciò non avviene, il giudice non può dichiararsi incompetente di propria iniziativa. Analizziamo insieme questa importante decisione per comprenderne le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso a favore di una società fornitrice per il pagamento di una somma di denaro. Il cliente, ricevuta l’ingiunzione, ha proposto opposizione, avviando così una causa ordinaria. Nell’atto di opposizione, il cliente ha contestato vari aspetti, tra cui la validità della procura dell’avvocato avversario e il presunto inadempimento della società fornitrice, chiedendo anche la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni. Tuttavia, in nessuna parte del suo atto difensivo ha messo in discussione la competenza territoriale del Tribunale adito.

La Decisione del Tribunale e l’Errore sull’Eccezione di Incompetenza

Con una mossa inaspettata, il Tribunale di Nocera Inferiore, anziché esaminare il merito delle questioni sollevate, ha deciso di affrontare “preliminarmente l’eccezione di incompetenza per territorio sollevata dall’opponente”. Dopo aver analizzato la natura del credito, il Tribunale ha concluso di non essere competente, indicando come foro corretto quello di Milano, luogo di residenza del cliente. Di conseguenza, ha dichiarato la propria incompetenza e ha revocato il decreto ingiuntivo.
L’errore del giudice di primo grado è stato marchiano: ha basato la sua decisione su un’eccezione di incompetenza che, in realtà, non era mai stata proposta dalla parte. La società creditrice ha quindi impugnato questa sentenza anomala direttamente in Cassazione tramite il regolamento di competenza.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, definendo la sentenza del Tribunale “abnorme, errata, nulla”. Gli Ermellini, dopo aver esaminato gli atti di causa, hanno confermato che l’opponente non aveva mai sollevato alcuna eccezione relativa alla competenza territoriale. Le sue richieste preliminari riguardavano tutt’altro (la procura alle liti) e nel merito si concentravano sull’inadempimento contrattuale.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio consolidato, richiamando anche un precedente specifico (Cass. n. 4779/2021). Ai sensi dell’art. 38 del Codice di Procedura Civile, l’incompetenza per territorio, al di fuori dei casi in cui è inderogabile e quindi rilevabile d’ufficio, deve essere eccepita dalla parte convenuta a pena di decadenza nella comparsa di risposta tempestivamente depositata. Nel caso di un’opposizione a decreto ingiuntivo, l’atto di opposizione stesso funge da primo atto difensivo. Pertanto, è in quel momento che l’opponente deve sollevare la questione. Se non lo fa, la competenza del giudice adito si consolida e non può più essere messa in discussione, né dalla parte né tantomeno dal giudice.
Il Tribunale, affermando che l’opponente avesse eccepito l’incompetenza, ha commesso un errore procedurale grave, violando il principio secondo cui il giudice deve pronunciarsi solo sulle domande e sulle eccezioni proposte dalle parti (principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, art. 112 c.p.c.).

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha dichiarato la piena competenza del Tribunale di Nocera Inferiore a decidere sulla controversia. Ha quindi rimesso le parti davanti a quel giudice affinché il processo prosegua nel merito. Questa decisione serve da monito sull’importanza della corretta formulazione degli atti difensivi: un’eccezione non sollevata tempestivamente si considera rinunciata. Al contempo, sottolinea che il giudice non può sostituirsi alle parti nel sollevare eccezioni che sono nella loro esclusiva disponibilità, pena l’annullamento della sua decisione.

In una causa di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice può dichiararsi territorialmente incompetente di sua iniziativa?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che, se l’incompetenza territoriale non è una di quelle che possono essere rilevate d’ufficio, il giudice non può dichiararsi incompetente se la parte interessata (l’opponente) non solleva specificamente questa eccezione nel suo primo atto difensivo, ovvero l’atto di opposizione.

Qual è il momento corretto per sollevare l’eccezione di incompetenza territoriale in un’opposizione a decreto ingiuntivo?
Secondo l’art. 38 c.p.c., richiamato nella decisione, l’eccezione di incompetenza territoriale deve essere sollevata nell’atto di opposizione a decreto ingiuntivo, che costituisce la prima difesa utile nel procedimento.

Cosa succede se un giudice dichiara erroneamente la propria incompetenza senza che la parte l’abbia eccepita?
La sentenza che dichiara l’incompetenza è errata e può essere impugnata con il regolamento di competenza davanti alla Corte di Cassazione. Se l’impugnazione viene accolta, la Cassazione annulla la sentenza e dichiara la competenza del giudice che si era erroneamente spogliato della causa, rimettendo le parti davanti a lui.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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