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Durata incarico dirigenziale: la Cassazione rinvia

Una dipendente pubblica contesta la durata minima semestrale del suo incarico dirigenziale, sostenendo che dovesse essere triennale. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, la Cassazione, rilevando l’importanza nomofilattica della questione sulla durata incarico dirigenziale, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Durata Incarico Dirigenziale: La Cassazione Ordina una Pubblica Udienza

La questione sulla durata incarico dirigenziale conferito a un dipendente pubblico non manager è al centro di una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione. Il caso, che vede contrapposti una funzionaria e un Ente Regionale, solleva importanti dubbi interpretativi sulla normativa applicabile, tanto da spingere la Suprema Corte a rinviare la decisione finale a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

I Fatti di Causa

Una dipendente di ruolo di un Ente Regionale, inquadrata in categoria D, aveva ricevuto nel 2006 un incarico dirigenziale nel settore informatico. Tale incarico veniva rinnovato nel 2009 con un contratto che stabiliva una durata minima semestrale. La dipendente ha impugnato tale clausola, ritenendola in contrasto con l’art. 19, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001, che all’epoca dei fatti prevedeva una durata minima triennale per tali incarichi.

La lavoratrice ha quindi agito in giudizio per ottenere la declaratoria di illegittimità del termine e la condanna dell’amministrazione al pagamento delle differenze retributive che le sarebbero spettate con un incarico di durata triennale, oltre al risarcimento del danno.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello in secondo grado hanno rigettato le sue richieste, portando la questione all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Questione sulla Durata Incarico Dirigenziale

Il cuore del problema legale risiede nell’individuare la corretta durata incarico dirigenziale minimo applicabile a un dipendente della Pubblica Amministrazione che, pur non appartenendo ai ruoli della dirigenza, viene incaricato di svolgere funzioni superiori. La difesa della lavoratrice si basa su una presunta violazione della norma generale (D.Lgs. 165/2001), mentre l’amministrazione ha agito applicando un termine più breve.

La Corte di Cassazione, nell’analizzare il caso, ha notato come la questione presenti profili di carattere “nomofilattico”, ovvero di fondamentale importanza per assicurare un’interpretazione della legge coerente e uniforme su tutto il territorio nazionale.

Il Precedente Giurisprudenziale

Un elemento di complessità è rappresentato da un precedente della stessa Corte (Cass. n. 478/2014), che si era pronunciato in materia di incarichi dirigenziali conferiti a soggetti esterni all’amministrazione. Il Collegio ha ritenuto necessario valutare attentamente la portata e l’applicabilità di tale precedente al caso di specie, che riguarda invece un dipendente interno.

Le motivazioni dell’ordinanza interlocutoria

La Corte di Cassazione non ha deciso la controversia nel merito. Ha invece emesso un’ordinanza interlocutoria, un atto cioè che non chiude il processo ma ne regola lo svolgimento. La motivazione di questa scelta risiede proprio nella delicatezza e rilevanza della questione. Riconoscendo i “profili di carattere nomofilattico” e la necessità di chiarire l’ambito di applicazione della giurisprudenza esistente, la Corte ha ritenuto che il caso non potesse essere deciso con la procedura semplificata della camera di consiglio. Si è reso quindi necessario un approfondimento maggiore, che avverrà tramite la trattazione in una pubblica udienza, dove le parti potranno esporre più ampiamente le loro argomentazioni.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione lascia aperta la questione sulla corretta durata incarico dirigenziale per i funzionari interni. La decisione di rinviare la causa a una pubblica udienza sottolinea l’importanza che la Suprema Corte attribuisce al tema. L’esito finale di questo giudizio è atteso con grande interesse, poiché stabilirà un principio di diritto fondamentale per migliaia di dipendenti pubblici e per l’organizzazione stessa delle Pubbliche Amministrazioni, bilanciando le esigenze di flessibilità organizzativa con la tutela dei diritti dei lavoratori.

Qual è l’oggetto principale della controversia?
La controversia riguarda la durata minima di un incarico dirigenziale conferito da una Pubblica Amministrazione a una propria dipendente non inquadrata nei ruoli dirigenziali. La dipendente sostiene che la durata minima avrebbe dovuto essere triennale, come previsto dalla legge, anziché semestrale come stabilito nel contratto.

La Corte di Cassazione ha deciso il caso nel merito?
No, la Corte non ha emesso una sentenza definitiva. Ha pronunciato un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una nuova udienza pubblica per un’analisi più approfondita, senza decidere chi avesse ragione.

Perché la Corte ha ritenuto necessario un rinvio a pubblica udienza?
La Corte ha ritenuto che la questione avesse un’importanza tale da richiedere una trattazione approfondita in pubblica udienza. Ciò è dovuto alla presenza di profili di carattere “nomofilattico” (cioè importanti per l’interpretazione uniforme della legge) e alla necessità di valutare l’applicabilità di un precedente giurisprudenziale a un caso con caratteristiche diverse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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