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Doppio contributo unificato: correzione errore materiale

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha corretto un proprio precedente provvedimento per un errore materiale. Nella sentenza originale, che rigettava il ricorso di un cittadino, era stata omessa la dichiarazione relativa all’obbligo di pagamento del doppio contributo unificato a carico della parte soccombente. L’ordinanza attuale rimedia a questa dimenticanza, inserendo d’ufficio la clausola e ribadendo che tale pagamento è una conseguenza automatica prevista dalla legge in caso di rigetto dell’impugnazione.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Doppio Contributo Unificato: La Correzione d’Ufficio dell’Errore Materiale

Quando si perde un ricorso in Cassazione, una delle conseguenze più dirette è l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di doppio contributo unificato. Ma cosa succede se la Corte si dimentica di menzionarlo nella sentenza? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto, chiarendo che tale omissione costituisce un semplice errore materiale, che può e deve essere corretto d’ufficio, senza necessità di un nuovo giudizio. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un ricorso per cassazione presentato da un cittadino, che è stato integralmente rigettato con una sentenza depositata all’inizio del 2023. Successivamente, la stessa cancelleria della Corte ha segnalato un’anomalia: nel testo della sentenza mancava la dichiarazione, prevista dalla legge, che attestava la sussistenza dei presupposti per il pagamento del doppio contributo unificato da parte del ricorrente, risultato pienamente soccombente.

L’Obbligo del Doppio Contributo Unificato e la sua Correzione

Il Testo Unico sulle spese di giustizia (DPR n. 115/2002) stabilisce, all’articolo 13, comma 1-quater, che quando un’impugnazione (come un ricorso per cassazione) viene respinta integralmente, la parte che l’ha proposta è tenuta a versare un ulteriore importo, pari a quello del contributo unificato già pagato. Si tratta di un’obbligazione che sorge ‘ex lege’, cioè direttamente per effetto della legge, come conseguenza automatica dell’esito negativo del giudizio.

L’omissione di questa declaratoria nella sentenza non invalida la decisione, ma costituisce un ‘errore materiale’. Secondo il Codice di Procedura Civile (art. 391 bis), questo tipo di errore può essere corretto dalla stessa Corte, anche di propria iniziativa (d’ufficio), attraverso un procedimento snello e veloce.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte, preso atto della segnalazione della cancelleria, ha emesso un’ordinanza per correggere la precedente sentenza. Ha disposto di inserire, sia nella parte finale della motivazione che nel dispositivo, la seguente espressione:

‘Ai sensi dell’art.13, comma 1-quater del DPR n.115 del 2002, sussistono i presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello previsto per il ricorso, a norma dell’art.13, comma 1-bis, del DPR n.115 del 2002, se dovuto’.

La Corte ha inoltre precisato che, trattandosi di una procedura di correzione attivata d’ufficio, non vi era luogo a pronunciare condanne per le spese di questo specifico procedimento.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando un principio consolidato, espresso anche dalle Sezioni Unite. Il giudice dell’impugnazione ha il dovere di attestare la sussistenza dei presupposti per il versamento del doppio contributo, in quanto si tratta di un’obbligazione che deriva direttamente dalla legge. L’omissione di tale attestazione è una mera svista, un errore materiale che non influisce sulla sostanza della decisione, ma che deve essere sanato per garantire la completezza e la correttezza formale del provvedimento. La procedura di correzione dell’errore materiale è lo strumento processuale apposito per rimediare a tali mancanze senza dover rimettere in discussione il merito della causa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ribadisce con forza il carattere automatico e sanzionatorio del doppio contributo unificato: chi perde un’impugnazione in modo totale deve essere consapevole di questa ulteriore conseguenza economica. In secondo luogo, dimostra l’efficienza del sistema giudiziario nel correggere i propri errori formali. La possibilità di una correzione d’ufficio assicura che le sentenze siano conformi alla legge in ogni loro parte, garantendo certezza del diritto e chiarezza per le parti coinvolte, senza appesantire ulteriormente l’iter processuale.

Quando si è tenuti a pagare il doppio del contributo unificato?
Si è tenuti al pagamento quando un’impugnazione, come un appello o un ricorso per cassazione, viene respinta integralmente. L’obbligo sorge automaticamente per legge a carico della parte soccombente.

Cosa succede se il giudice si dimentica di inserire nella sentenza la dichiarazione sul doppio contributo unificato?
L’omissione viene considerata un errore materiale. La sentenza può essere corretta dallo stesso giudice che l’ha emessa, anche d’ufficio, attraverso una procedura semplificata che inserisce la clausola mancante senza modificare la decisione nel merito.

La procedura di correzione di errore materiale comporta dei costi per le parti?
No, come specificato nell’ordinanza, quando la procedura di correzione viene attivata d’ufficio dal giudice, non vi è alcuna pronuncia sulle spese a carico delle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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