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Doppia impugnazione e spese: chi decide?

La Corte di Cassazione esamina un caso complesso di doppia impugnazione contro un’ordinanza di incompetenza territoriale. Un fratello aveva proposto regolamento di competenza, mentre l’altro aveva appellato la mancata liquidazione delle spese. A seguito dell’accoglimento del regolamento, la Corte d’Appello si è astenuta dal decidere sulle spese dell’appello, rimettendo tutto al giudice di primo grado. La Cassazione, riconoscendo la particolare rilevanza della questione su chi debba decidere le spese in un simile scenario di doppia impugnazione, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una trattazione approfondita.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Doppia Impugnazione: a Chi Spetta la Decisione sulle Spese Legali?

La gestione delle spese legali in caso di doppia impugnazione di un provvedimento di incompetenza rappresenta un labirinto procedurale di non facile soluzione. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha acceso i riflettori su una questione di particolare rilevanza, decidendo di rinviare il caso a una pubblica udienza per una disamina più approfondita. Questo articolo analizza i fatti e le complesse questioni giuridiche sollevate.

I Fatti del Caso: Una Complessa Vicenda Procedurale

La vicenda trae origine da una controversia tra due fratelli riguardo un contratto di comodato ventennale su un immobile. Il giudizio, avviato presso il Tribunale di Ravenna, ha visto il convenuto eccepire l’incompetenza territoriale a favore del Tribunale di Forlì. Il Tribunale di Ravenna accoglieva l’eccezione, dichiarandosi incompetente ma omettendo di pronunciarsi sulle spese processuali, rinviandone la liquidazione alla fase ‘definitiva’ del giudizio.

Questa decisione ha innescato una doppia impugnazione:
1. L’attore ha proposto un regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione per contestare la dichiarazione di incompetenza.
2. Il convenuto, pur vittorioso sulla questione di competenza, ha proposto appello alla Corte d’Appello di Bologna per lamentare la mancata liquidazione delle spese a suo favore.

Mentre la Corte d’Appello sospendeva il suo giudizio in attesa della decisione pregiudiziale della Cassazione, quest’ultima accoglieva il regolamento di competenza, affermando la competenza del Tribunale di Ravenna.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

Una volta riassunto il giudizio d’appello, la Corte di Bologna ha dichiarato di non dover provvedere né sul merito né sulle spese. Secondo i giudici d’appello, l’annullamento della dichiarazione di incompetenza da parte della Cassazione aveva l’effetto di ‘riportare’ l’intera gestione delle spese, incluse quelle della fase d’appello, nelle mani del Tribunale di Ravenna, quale giudice ora definitivamente competente sulla causa principale.

Contro questa sentenza, l’attore ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello, avendo emesso una pronuncia conclusiva del processo dinanzi a sé, avrebbe dovuto applicare l’art. 91 c.p.c. e regolare le spese secondo il principio della soccombenza, che in quel giudizio vedeva l’appellante (il convenuto) soccombere processualmente.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non ha risolto la questione nel merito ma ha riconosciuto la sua eccezionale importanza e complessità. I giudici hanno evidenziato come il quesito centrale sia stabilire se, in un’ipotesi di doppia impugnazione come quella descritta, il giudice dell’appello (sulle spese) debba regolare autonomamente i costi del proprio grado di giudizio o se tale competenza sia attratta dal giudice di primo grado, una volta riassunta la causa a seguito della conferma della sua competenza.

La Corte ha notato che, sebbene esistano principi consolidati in materia (richiamando la sentenza delle Sezioni Unite n. 14205/2005), la specifica fattispecie non è mai stata direttamente affrontata dalla giurisprudenza. La questione presenta un peculiare rilievo processuale e un aggancio dogmatico complesso, che merita una riflessione approfondita.

Conclusioni: L’Importanza della Rimessione a Pubblica Udienza

La decisione di rimettere la causa alla pubblica udienza, sentite le difese delle parti e le richieste del Procuratore Generale, sottolinea la volontà della Suprema Corte di non affrontare una questione così delicata e inedita con una procedura camerale semplificata. La futura sentenza fornirà un principio di diritto fondamentale per tutti i casi futuri di doppia impugnazione contro provvedimenti di incompetenza, chiarendo definitivamente a chi spetti il compito di liquidare le spese di un’impugnazione divenuta, di fatto, priva di oggetto a seguito dell’esito dell’altra. Si tratta di un passo cruciale per garantire certezza e coerenza nell’applicazione delle norme processuali.

Qual è il problema principale sollevato in questa ordinanza?
Il problema principale è stabilire chi debba decidere sulle spese legali di un giudizio di appello (avente ad oggetto solo le spese) quando, a causa di una doppia impugnazione, l’originaria dichiarazione di incompetenza del giudice di primo grado viene annullata dalla Corte di Cassazione.

Perché la Corte d’Appello ha deciso di non pronunciarsi sulle spese?
La Corte d’Appello ha ritenuto che, una volta che la Cassazione ha confermato la competenza del Tribunale di primo grado (Ravenna), la competenza a decidere su tutte le spese, comprese quelle della fase d’appello, dovesse tornare a quest’ultimo, in quanto giudice che avrebbe definito l’intera causa nel merito.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questo provvedimento?
La Corte di Cassazione non ha risolto la controversia, ma ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui, riconoscendo la particolare rilevanza e novità della questione processuale, ha disposto la trattazione della causa in pubblica udienza per un esame più approfondito, invece di decidere in camera di consiglio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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