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Docenti estero: sì a indennità per ogni contratto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8679/2024, ha stabilito che i docenti estero con contratto a tempo determinato hanno diritto allo stesso assegno di sede dei colleghi di ruolo. Inoltre, ha chiarito che l’indennità di sistemazione spetta loro per ogni nuovo contratto stipulato, e non solo per il primo, respingendo le argomentazioni del Ministero che giustificavano un trattamento differenziato.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Parità di trattamento per i docenti estero: la Cassazione fa chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito principi fondamentali a tutela dei docenti estero con contratto a tempo determinato, garantendo loro una maggiore parità di trattamento economico rispetto ai colleghi di ruolo. La pronuncia chiarisce il diritto all’assegno di sede e, soprattutto, all’indennità di sistemazione per ogni nuovo contratto, segnando un punto importante nel contrasto alle discriminazioni nel pubblico impiego.

Il caso: un docente precario all’estero chiede parità di trattamento

Un docente supplente non residente, impiegato presso una scuola italiana ad Addis Abeba, aveva richiesto il riconoscimento di alcuni benefici economici previsti per il personale di ruolo in servizio all’estero. Nello specifico, la controversia riguardava due emolumenti: l’assegno di sede, per compensare il disagio del trasferimento, e l’indennità di sistemazione, per le spese iniziali di insediamento.

La Corte d’Appello aveva riconosciuto al docente il diritto all’assegno di sede in misura pari a quella dei colleghi a tempo indeterminato, ma aveva limitato il diritto all’indennità di sistemazione solo al primo contratto, negandolo per i rinnovi successivi. La motivazione era quella di evitare una “discriminazione alla rovescia”, ovvero un trattamento migliore per i precari rispetto al personale di ruolo.

Contro questa decisione, sia il Ministero degli Affari Esteri (ricorrente principale) sia il docente (ricorrente incidentale) hanno proposto ricorso in Cassazione.

La decisione della Cassazione sui diritti dei docenti estero

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del Ministero e accolto quello del docente, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame.

L’assegno di sede: nessuna discriminazione tra precari e docenti di ruolo

Il Ministero sosteneva che fosse legittimo prevedere condizioni di impiego peggiorative per i docenti a tempo determinato, in quanto non selezionati tramite concorso pubblico. La Cassazione ha rigettato questa tesi, ribadendo un principio consolidato, anche in base alla normativa europea (Direttiva 1999/70/CE). L’assegno di sede e altri benefici simili sono integrazioni salariali legate unicamente allo svolgimento del servizio e al disagio del trasferimento all’estero. Non esiste, pertanto, una condizione oggettiva che giustifichi un trattamento economico differente tra docenti a tempo determinato e indeterminato.

L’indennità di sistemazione: dovuta per ogni nuovo contratto

Il punto più innovativo della decisione riguarda l’indennità di sistemazione. La Corte ha accolto la tesi del docente, affermando che questa indennità è dovuta per ogni nuovo contratto a termine stipulato. La norma di riferimento (art. 661 del d.lgs. n. 297/1994) collega il beneficio all’atto dell'”assunzione del servizio in ciascuna sede all’estero”.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che, alla scadenza di ogni contratto a termine, per il lavoratore riemerge la necessità di una nuova sistemazione, giustificando così la corresponsione dell’indennità. Il timore di una “discriminazione alla rovescia” è stato ritenuto infondato. Anche il personale di ruolo, infatti, avrebbe diritto a tale indennità ogni qualvolta venisse trasferito in una diversa sede all’estero. Pertanto, riconoscere l’indennità al docente precario per ogni nuovo contratto non crea una disparità, ma ristabilisce un trattamento equo basato sulla funzione stessa del beneficio: sollevare il dipendente dal disagio connesso alla fase di reperimento di un alloggio.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori precari nel settore pubblico, in particolare per i docenti estero. La Corte di Cassazione ha riaffermato con forza il principio di non discriminazione sancito dal diritto europeo, sottolineando che le differenze nel trattamento economico devono basarsi su ragioni oggettive, che non includono la natura a termine del contratto o le modalità di assunzione, quando si tratta di compensare disagi comuni a tutti i lavoratori. La decisione implica che le amministrazioni dovranno riconoscere l’indennità di sistemazione a ogni rinnovo contrattuale che non avvenga in continuità e con congruo anticipo, garantendo una protezione economica più solida ai supplenti che prestano servizio nelle scuole italiane all’estero.

Un docente a tempo determinato che lavora all’estero ha diritto allo stesso assegno di sede di un collega di ruolo?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’assegno aggiuntivo di sede deve essere riconosciuto nella stessa misura, poiché è un’integrazione salariale legata al disagio del trasferimento e non può essere differenziata in base alla natura del contratto.

L’indennità di sistemazione spetta solo per il primo contratto all’estero?
No. La Corte ha stabilito che l’indennità di sistemazione è dovuta per ogni nuovo contratto a termine, poiché alla scadenza di ogni incarico riemerge per il lavoratore la necessità di procedere a una nuova sistemazione.

Il fatto che i docenti di ruolo superino un concorso pubblico giustifica un trattamento economico migliore?
No. Secondo la Corte, il mancato superamento di un concorso pubblico non è una condizione oggettiva idonea a giustificare un trattamento economico preferenziale per indennità che hanno lo scopo di compensare il disagio del servizio prestato all’estero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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