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Divisore orario: la Cassazione conferma il n. 173

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 965/2024, ha stabilito che il divisore orario 173, previsto dal CCNL per il calcolo della retribuzione oraria, si applica a tutti i lavoratori, compresi i turnisti con un orario mensile inferiore (es. 144 ore). La Corte ha rigettato il ricorso di un’azienda che sosteneva la necessità di un riproporzionamento, affermando la valenza generalizzata del divisore 173 come scelta delle parti sociali per compensare la maggiore gravosità del lavoro a turni.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Divisore Orario 173: La Cassazione lo Estende a Tutti i Lavoratori, Turnisti Inclusi

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale per il calcolo della busta paga di molti lavoratori: l’applicazione del divisore orario. La Corte ha chiarito che il divisore convenzionale 173, previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore ceramico, deve essere applicato a tutti i dipendenti, inclusi i turnisti che lavorano meno di 40 ore settimanali. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per la determinazione della paga oraria, specialmente in casi di Cassa Integrazione.

I Fatti del Caso

Una lavoratrice impiegata come turnista presso un’azienda produttrice di ceramiche si era rivolta al tribunale per ottenere il pagamento di differenze retributive. Il suo contratto prevedeva un orario di lavoro mensile di 144 ore, inferiore alle 173 ore corrispondenti a un orario standard di 40 ore settimanali. La controversia nasceva dal metodo di calcolo della retribuzione durante un periodo di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO).

L’azienda sosteneva che, per calcolare la paga oraria della dipendente e le relative decurtazioni, si dovesse utilizzare un divisore riproporzionato al suo orario effettivo (144) e non il divisore convenzionale 173 previsto dal CCNL. Sia il Tribunale di Modena che la Corte d’Appello di Bologna avevano dato ragione alla lavoratrice, condannando l’azienda al pagamento delle differenze. L’azienda ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando le sentenze dei gradi precedenti. Il punto centrale della decisione è che il divisore orario 173, stabilito dall’art. 63 del CCNL di settore, ha una valenza generalizzata e si applica a tutte le categorie di lavoratori, indipendentemente dal loro specifico regime orario.

Analisi del Divisore Orario e Volontà delle Parti Sociali

La Corte ha basato la sua decisione su un’attenta interpretazione delle clausole contrattuali (artt. 63 e 66 del CCNL). Secondo i giudici, l’art. 63 non opera alcuna distinzione tra lavoratori full-time e lavoratori con orari diversi, come i turnisti. L’assenza di una specificazione e di un meccanismo di calcolo alternativo per gli orari ridotti è stata interpretata come una chiara volontà delle parti sociali di applicare un criterio unico.

Inoltre, la locuzione “fino a 40 ore settimanali” contenuta nell’art. 66 è stata ritenuta omnicomprensiva, includendo quindi tutti i regimi orari inferiori a tale soglia e non solo quello standard.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano principalmente sull’interpretazione della volontà delle parti collettive che hanno redatto il CCNL. I giudici hanno ritenuto che l’adozione di un divisore orario unico (173) per tutti i lavoratori, inclusi quelli con un minor numero di ore mensili, non sia una svista, ma una scelta deliberata. Questa scelta mira a compensare la maggiore gravosità e penosità del lavoro a turni, che notoriamente incide in modo più pesante sulla vita personale e sociale del dipendente. In pratica, mantenendo la stessa base di calcolo (il divisore 173), si garantisce ai turnisti una retribuzione oraria implicitamente più alta, come forma di ristoro per il disagio subito.

La Corte ha anche respinto l’argomento dell’azienda secondo cui l’applicazione del divisore 173 ai turnisti creerebbe effetti “abnormi” o distorti. Al contrario, queste conseguenze sono state considerate come il risultato diretto e voluto della contrattazione collettiva, che ha operato una valutazione complessiva delle caratteristiche delle diverse prestazioni lavorative.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio fondamentale: in assenza di una previsione contraria esplicita nel CCNL, il divisore orario convenzionale deve essere applicato in modo uniforme a tutti i lavoratori del settore. Questa sentenza rafforza la tutela dei lavoratori con regimi orari particolari, come i turnisti, assicurando che il calcolo della loro retribuzione oraria non venga penalizzato. Per i datori di lavoro, emerge l’obbligo di attenersi scrupolosamente al divisore indicato dal CCNL per tutti i calcoli retributivi (straordinari, festività, decurtazioni per assenze), senza operare riproporzionamenti non previsti dalla contrattazione collettiva.

Il divisore orario di 173 previsto dal CCNL si applica solo ai lavoratori a tempo pieno?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il divisore orario di 173 si applica a tutte le categorie di lavoratori disciplinate dal CCNL, compresi i turnisti con un orario contrattuale inferiore alle 40 ore settimanali, a meno che il contratto stesso non preveda esplicitamente un criterio diverso.

Come si calcola la retribuzione di un lavoratore turnista in caso di Cassa Integrazione?
La paga oraria, che serve come base per il calcolo delle ore lavorate e delle integrazioni salariali, deve essere determinata dividendo la retribuzione mensile fissa per il divisore convenzionale previsto dal CCNL, che nel caso di specie è 173.

Perché la Corte ha deciso di applicare un divisore unico anche se i turnisti lavorano meno ore?
La Corte ha interpretato questa scelta come la volontà delle parti sociali (sindacati e associazioni datoriali) di compensare la maggiore gravosità e il disagio del lavoro a turni. L’applicazione del divisore 173 garantisce di fatto una retribuzione oraria più favorevole, agendo come un correttivo per le condizioni di lavoro più pesanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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