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Divieto conversione fondazioni liriche: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato il divieto di conversione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato per i dipendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche. Nel caso di una professoressa d’orchestra impiegata per anni con contratti a termine, la Corte ha stabilito che, nonostante l’accertato abuso, la normativa speciale prevale, escludendo la conversione ma garantendo al lavoratore un risarcimento del danno. La decisione si fonda sulla natura peculiare di tali enti e su norme imperative che limitano le assunzioni. Viene quindi ribadito il principio del divieto conversione fondazioni liriche.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Divieto Conversione Fondazioni Liriche: La Cassazione Conferma la Linea Dura

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza nel mondo del lavoro culturale: il divieto conversione fondazioni liriche per i contratti a tempo determinato. La vicenda, che ha visto come protagonista una professoressa d’orchestra impiegata per oltre un decennio con contratti a termine, ribadisce un orientamento ormai consolidato, che bilancia la tutela del lavoratore con le esigenze di natura pubblicistica che governano questi enti. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Una musicista, professoressa d’orchestra specializzata in “Oboe di fila con obbligo del corno inglese”, ha lavorato dal 2007 al 2019 presso una nota Fondazione Lirico-Sinfonica in virtù di una successione di contratti a tempo determinato. Ritenendo illegittimo l’abuso di tale strumento contrattuale, che superava ampiamente il limite legale di 36 mesi e rispondeva a esigenze ordinarie e non straordinarie, la lavoratrice ha adito il tribunale. Le sue richieste erano chiare: accertare l’illegittimità dei contratti, ottenere la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato e il conseguente risarcimento del danno.

Il Tribunale di primo grado le aveva dato ragione, ordinando la riammissione in servizio. La Corte d’Appello, tuttavia, in linea con le sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione, ha riformato la decisione: pur riconoscendo l’abuso e condannando la Fondazione al risarcimento del danno (fino a un massimo di dodici mensilità), ha negato la conversione del contratto.

La Decisione della Corte: il Divieto di Conversione per le Fondazioni Liriche

La lavoratrice ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di norme nazionali e sollevando questioni di legittimità costituzionale. La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la sentenza d’appello.

Il cuore della decisione si basa sull’orientamento delle Sezioni Unite (sentenze n. 5542 e 5556 del 2023), secondo cui nel settore delle fondazioni lirico-sinfoniche vige un divieto di conversione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato come sanzione per l’abuso nella loro successione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha articolato il proprio ragionamento su diversi punti cardine:

La Natura Speciale delle Fondazioni Liriche

Sebbene privatizzate e trasformate in soggetti di diritto privato, le fondazioni lirico-sinfoniche mantengono rilevanti aspetti pubblicistici. Questa natura ibrida giustifica l’applicazione di una disciplina derogatoria rispetto a quella comune prevista per i rapporti di lavoro tra privati. Esistono infatti norme imperative, come i divieti di nuove assunzioni o l’obbligo di procedure concorsuali, che sono poste a tutela di un interesse generale (la sana gestione finanziaria e la trasparenza).

La Nullità Virtuale e l’Impossibilità della Conversione

La Corte ha spiegato che la conversione del contratto presuppone che il nuovo contratto (quello a tempo indeterminato) possa essere validamente costituito. Tuttavia, le norme imperative che impongono alle fondazioni vincoli assunzionali rendono nullo qualsiasi rapporto di lavoro stabile instaurato in violazione di tali regole. Si configura una “nullità virtuale”: la conversione, eludendo i divieti, darebbe vita a un contratto a sua volta nullo, rendendo la conversione stessa un rimedio non percorribile.

La Compatibilità con il Diritto dell’Unione Europea

La ricorrente sosteneva che il divieto di conversione violasse la direttiva europea 1999/70/CE, che mira a prevenire e sanzionare l’abuso dei contratti a termine. La Cassazione ha respinto questa tesi, richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (in particolare la sentenza Sciotto). Il diritto UE impone agli Stati membri di adottare misure efficaci e dissuasive contro l’abuso, ma non prescrive obbligatoriamente la conversione del contratto. Il risarcimento del danno, se effettivo, è considerato una sanzione adeguata e sufficiente a garantire il rispetto della direttiva.

L’Insussistenza di Discriminazione

Infine, la Corte ha escluso che questa disciplina crei una discriminazione ingiustificata rispetto ai lavoratori del settore privato. La differenza di trattamento è giustificata proprio dalla specialità del regime delle fondazioni liriche, soggette a vincoli (come procedure di assunzione pubbliche) sconosciuti al datore di lavoro privato. Le due situazioni, pertanto, non sono comparabili.

Conclusioni

La decisione della Cassazione consolida un principio fondamentale: per i lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche, la strada per la stabilizzazione non passa attraverso la conversione giudiziale del contratto a termine. Sebbene l’abuso nella reiterazione dei contratti a termine sia illegittimo, la sanzione prevista dall’ordinamento è di natura risarcitoria e non reale. Questa soluzione rappresenta un compromesso tra la tutela dei diritti del lavoratore precario, a cui viene riconosciuto un indennizzo economico, e la salvaguardia degli interessi pubblici e dei vincoli di bilancio che caratterizzano la gestione delle fondazioni culturali, confermando il solido divieto conversione fondazioni liriche.

Perché un contratto a termine in una fondazione lirica non può essere convertito in un contratto a tempo indeterminato, anche in caso di abuso?
Perché le fondazioni lirico-sinfoniche, pur essendo enti di diritto privato, sono soggette a una disciplina speciale che include norme imperative (come vincoli di bilancio e obblighi di procedure concorsuali per le assunzioni). La conversione del contratto violerebbe queste norme, dando vita a un rapporto di lavoro nullo. Pertanto, la legge esclude questa specifica sanzione.

Questo divieto di conversione è conforme al diritto dell’Unione Europea?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, che richiama la giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, la direttiva europea 1999/70/CE non impone la conversione come unica sanzione possibile per l’abuso di contratti a termine. Gli Stati membri possono scegliere altre misure, purché siano efficaci e dissuasive. Il risarcimento del danno è considerato una misura adeguata a tal fine.

Quali tutele ha un lavoratore di una fondazione lirica che subisce un utilizzo abusivo di contratti a termine?
Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno. Sebbene non possa ottenere la trasformazione del rapporto di lavoro in uno stabile, può chiedere e ottenere in giudizio una somma di denaro a titolo di indennizzo per l’illegittima precarizzazione del suo rapporto lavorativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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