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Distrazione spese: si corregge l’errore materiale

La Corte di Cassazione ha corretto un proprio errore materiale relativo a una precedente sentenza. La decisione originale aveva omesso di disporre la distrazione spese in favore dei legali della parte vittoriosa, nonostante la loro esplicita richiesta. Con questa ordinanza, la Corte ribadisce che il rimedio corretto per tale omissione non è l’impugnazione, ma la più celere procedura di correzione dell’errore materiale, garantendo così una tutela rapida ed efficace del diritto del difensore a ottenere il pagamento diretto delle proprie competenze.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione Spese: Come Correggere l’Omissione della Cassazione

Nel complesso mondo della procedura civile, la distrazione spese rappresenta un istituto fondamentale a tutela del lavoro del difensore. Ma cosa accade se il giudice, pur avendone i presupposti, omette di pronunciarsi su tale richiesta? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sul rimedio corretto, confermando che la via da seguire è quella, più snella e rapida, della correzione dell’errore materiale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della stessa Corte Suprema. I difensori di una parte, risultati vittoriosi, avevano regolarmente richiesto nel loro controricorso la distrazione delle spese legali a loro favore, dichiarandosi antistatari ai sensi dell’art. 93 del codice di procedura civile. Tuttavia, nel dispositivo della sentenza, la Corte aveva liquidato le spese senza menzionare la richiesta distrazione. Rilevata l’omissione, i legali hanno presentato un’istanza al Presidente della Sezione per ottenere la correzione materiale della sentenza.

Il Rimedio Corretto per la distrazione spese: La Procedura di Correzione

La questione centrale affrontata dall’ordinanza è l’individuazione dello strumento processuale idoneo a sanare l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione. La Corte di Cassazione, in linea con il suo consolidato orientamento, ha affermato con chiarezza che il rimedio esperibile non è un mezzo di impugnazione ordinario, bensì il procedimento di correzione degli errori materiali previsto dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile.

Questa scelta si fonda su una precisa logica giuridica: la richiesta di distrazione non è una domanda autonoma, ma una modalità di esecuzione della condanna alle spese. La sua omissione, pertanto, non costituisce un vizio di giudizio che inficia la decisione nel merito, ma una semplice svista, un errore materiale che può essere emendato rapidamente. Tale procedura, applicabile anche alle pronunce della Cassazione per effetto dell’art. 391-bis c.p.c., consente di rispettare il principio costituzionale della ragionevole durata del processo, garantendo al difensore di ottenere in tempi brevi un titolo esecutivo per il recupero del proprio credito.

Le Motivazioni della Decisione

Nelle sue motivazioni, la Corte ha ribadito che la procedura di correzione è perfettamente in linea con il disposto dell’art. 93, comma 2, del codice di procedura civile. La scelta di questo rimedio garantisce una maggiore rapidità ed efficienza, permettendo al difensore distrattario di raggiungere il suo scopo – ottenere un titolo esecutivo – senza dover intraprendere un nuovo e più complesso giudizio di impugnazione. La Corte ha richiamato numerosi precedenti giurisprudenziali, anche delle Sezioni Unite, che confermano come l’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione delle spese si configuri come un errore materiale emendabile con l’apposita procedura di correzione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto l’istanza e ha disposto la correzione del dispositivo della precedente sentenza, aggiungendo l’inciso “da distrarsi in favore degli avvocati [Omissis], ex art. 93 cod. proc. civ.”. La Corte ha inoltre specificato che, data la natura peculiare del procedimento, non vi è luogo a provvedere sulle spese della procedura di correzione stessa. Questa ordinanza rafforza un principio di fondamentale importanza pratica: un’omissione del giudice sulla distrazione spese non deve gettare il difensore nello sconforto di un lungo iter di impugnazione. Il rimedio esiste, è rapido ed efficace, e garantisce la giusta tutela al credito professionale dell’avvocato.

Cosa succede se il giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
L’omissione viene considerata un errore materiale. Il legale può quindi attivare il procedimento di correzione della sentenza, che è più rapido e semplice rispetto a un’impugnazione ordinaria.

La procedura di correzione dell’errore materiale si applica anche alle sentenze della Corte di Cassazione?
Sì, l’ordinanza conferma che, in base all’articolo 391-bis del codice di procedura civile, questo rimedio è applicabile anche per correggere errori materiali contenuti nelle pronunce della Corte di Cassazione.

Sono previste spese legali per il procedimento di correzione dell’errore relativo alla distrazione spese?
No, la Corte ha specificato che, data la natura particolare del procedimento, non si procede alla liquidazione delle spese legali per la fase di correzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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