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Distrazione spese legali: la Cassazione corregge l’errore

La Corte di Cassazione ha corretto una propria ordinanza che aveva omesso di disporre la distrazione delle spese legali a favore del difensore di una società, nonostante quest’ultimo ne avesse fatto esplicita richiesta. Riconoscendo l’omissione come un mero errore materiale, la Corte ha integrato la precedente decisione, riaffermando il diritto dell’avvocato antistatario a ricevere il pagamento diretto dalla parte soccombente.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese Legali: Quando la Corte Corregge Se Stessa

Nel complesso mondo della procedura civile, la corretta liquidazione delle spese processuali è un momento cruciale che sancisce la conclusione di una controversia. Un istituto fondamentale in questo contesto è la distrazione delle spese legali, previsto dall’art. 93 del codice di procedura civile, che tutela il lavoro del difensore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come il sistema giudiziario possa correggere se stesso di fronte a un’evidente svista, garantendo i diritti dell’avvocato. Analizziamo come un errore materiale è stato prontamente emendato.

Il Fatto: Una Dimenticanza nell’Ordinanza

Al centro della vicenda vi è un avvocato che aveva difeso con successo una società di costruzioni in un procedimento contro l’Amministrazione Finanziaria. Al termine del giudizio di legittimità, la Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso dell’ente impositore, condannandolo al pagamento delle spese legali in favore della società vittoriosa.

Tuttavia, nell’ordinanza era presente un’omissione significativa: mancava la disposizione che ordinava il pagamento di tali spese direttamente al legale, il quale, nel suo controricorso, si era dichiarato ‘antistatario’, ovvero aveva attestato di aver anticipato le spese e di non aver ancora ricevuto il compenso dal proprio cliente.

L’Istanza per la Correzione dell’Errore Materiale

Accortosi della dimenticanza, il difensore non ha proposto un nuovo e complesso ricorso, ma ha presentato un’istanza per la correzione dell’errore materiale. Invece di contestare il merito della decisione, ha semplicemente fatto notare alla Corte che, per una mera svista, era stata omessa una statuizione dovuta e ritualmente richiesta.

L’avvocato ha evidenziato che la sua richiesta di distrazione delle spese legali era chiaramente documentata negli atti del processo, e l’omissione costituiva un classico errore materiale, sanabile attraverso la procedura semplificata prevista dall’articolo 391-bis del codice di procedura civile.

La Decisione della Cassazione sulla distrazione delle spese legali

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la richiesta del legale. I giudici hanno riconosciuto che l’istanza non mirava a una nuova valutazione del caso, ma a sollecitare l’esercizio del potere di emendare, anche d’ufficio, gli errori materiali contenuti nei propri provvedimenti.

Di conseguenza, la Corte ha disposto la correzione della precedente ordinanza, ordinando che, sia nella parte motiva che nel dispositivo, venisse aggiunta la frase: “con distrazione in favore dell’avvocato [omissis], dichiaratosi antistatario ex art. 93 cod. proc. civ.”. In questo modo, è stato ripristinato il diritto del difensore a ricevere direttamente dalla parte soccombente quanto dovuto per le sue prestazioni professionali.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda su una logica chiara e ineccepibile. La richiesta di distrazione era stata formalmente avanzata nel controricorso, come attestato dagli atti di causa. L’omissione di tale statuizione nel dispositivo finale non poteva quindi essere interpretata come un rigetto implicito della richiesta, ma solo come una svista materiale. Il meccanismo di correzione previsto dall’art. 391-bis c.p.c. è stato concepito proprio per sanare questo tipo di imperfezioni, evitando di appesantire il sistema con ulteriori gravami per questioni puramente formali. La Corte ha quindi agito per ripristinare la coerenza tra la richiesta rituale della parte e il contenuto del provvedimento finale, assicurando la piena tutela del diritto dell’avvocato antistatario.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale per la professione forense: il diritto alla distrazione delle spese legali, se correttamente richiesto, deve trovare puntuale riscontro nella decisione del giudice. La vicenda dimostra l’efficacia della procedura di correzione dell’errore materiale come strumento rapido per rimediare a sviste che potrebbero altrimenti pregiudicare i diritti del difensore. Per gli avvocati, ciò rappresenta una garanzia importante: un’omissione formale non vanifica il diritto a ottenere il giusto compenso direttamente dalla parte soccombente, confermando la solidità delle tutele procedurali a loro disposizione.

Cosa succede se un giudice dimentica di disporre la distrazione delle spese a favore dell’avvocato che l’aveva richiesta?
Se si tratta di una chiara dimenticanza, qualificabile come errore materiale, l’avvocato può presentare un’istanza per la correzione del provvedimento. La Corte, come nel caso esaminato, può emendare la propria decisione aggiungendo la statuizione mancante.

È necessario proporre un nuovo ricorso per correggere l’omessa distrazione delle spese legali?
No, non è necessario un autonomo ricorso. Secondo quanto stabilito dalla Corte, è sufficiente un’istanza volta a sollecitare il potere di correzione dell’errore materiale, che il giudice può esercitare anche d’ufficio ai sensi dell’art. 391-bis del codice di procedura civile.

Cosa significa esattamente che un avvocato si dichiara ‘antistatario’?
Significa che l’avvocato dichiara in giudizio di aver anticipato le spese per il proprio cliente e di non aver ancora ricevuto il suo compenso. Questa dichiarazione gli conferisce il diritto, in caso di vittoria, di ottenere il pagamento delle spese legali direttamente dalla parte soccombente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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