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Distrazione spese legali: correzione d’ufficio

Un avvocato ha richiesto la correzione di un’ordinanza della Corte di Cassazione che aveva omesso di disporre la distrazione delle spese legali in suo favore. La Corte ha accolto l’istanza, qualificando l’omissione come un errore materiale correggibile. Il provvedimento chiarisce inoltre che, anche se l’istanza iniziale della parte è proceduralmente imperfetta, l’iscrizione a ruolo d’ufficio da parte della cancelleria sana il vizio, trasformandola in un procedimento officioso gestito dalla Corte stessa per garantire il contraddittorio.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione Spese Legali: L’Ordinanza Corretta d’Ufficio dalla Cassazione

L’istituto della distrazione spese legali rappresenta un pilastro fondamentale per la tutela del lavoro del difensore. Esso garantisce all’avvocato, che si dichiara antistatario, di ricevere il pagamento delle proprie competenze direttamente dalla parte soccombente. Ma cosa accade se il giudice, pur accogliendo la domanda principale, omette di pronunciarsi su questa specifica richiesta? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5571/2024, offre un chiarimento decisivo, qualificando tale omissione come un errore materiale e delineando il percorso per la sua correzione.

Il Caso: Un’Omissione nel Dispositivo

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un avvocato, difensore della parte vittoriosa in un precedente giudizio di Cassazione. Il legale lamentava che l’ordinanza che definiva quel giudizio, pur condannando la controparte al pagamento delle spese, aveva omesso di disporre la distrazione delle stesse in suo favore, nonostante ne avesse fatto esplicita richiesta in qualità di antistatario. Si trattava, a suo avviso, di un mero errore materiale che necessitava di una semplice correzione per rendere giustizia al suo diritto.

La Procedura di Correzione e il Ruolo del Giudice

Un aspetto interessante della decisione riguarda l’iter procedurale. Inizialmente, l’istanza di correzione non era stata notificata correttamente alla controparte. La Corte chiarisce che un’istanza presentata in questo modo sarebbe, di per sé, inammissibile. Tuttavia, il caso ha preso una piega diversa. La cancelleria della Corte ha provveduto all'”iscrizione a ruolo d’ufficio” dell’istanza. Questo atto ha trasformato un’iniziativa di parte, proceduralmente viziata, in un procedimento officioso, gestito direttamente dalla Corte. In tal modo, è stata la stessa Corte ad assicurare la comunicazione a tutte le parti, garantendo il rispetto del contraddittorio e sanando l’irregolarità iniziale.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Distrazione Spese Legali

Nel merito, la Corte Suprema ha pienamente accolto la richiesta del legale. Il Collegio ha riconosciuto che l’avvocato figurava effettivamente come distrattario negli atti del giudizio precedente e che l’omessa pronuncia sulla sua richiesta costituiva un palese errore materiale. Richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che il rimedio per questo tipo di omissione è proprio il procedimento di correzione di errore materiale previsto dall’art. 391-bis del codice di procedura civile.
La decisione non incide sul contenuto sostanziale della precedente ordinanza (che aveva già deciso sulla soccombenza e liquidato le spese a favore della parte assistita dal legale), ma si limita a integrare il dispositivo con la formula mancante. Pertanto, la Corte ha ordinato che l’ordinanza originale fosse corretta con l’aggiunta delle parole “con distrazione a favore dell’Avvocato [Omissis]”.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza riveste una notevole importanza pratica. In primo luogo, conferma che la mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese è un errore emendabile con una procedura rapida e snella, senza la necessità di impugnare la decisione nel merito. In secondo luogo, offre una guida sul comportamento processuale: anche di fronte a un’istanza irrituale di una parte, l’intervento d’ufficio della cancelleria può attivare il potere correttivo del giudice, sempre nel rispetto del diritto di difesa di tutte le parti coinvolte. Si tratta di una tutela fondamentale per gli avvocati, che vedono così salvaguardato il loro diritto a un giusto e diretto compenso per l’attività professionale svolta.

Cosa succede se un giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese legali?
L’omissione viene considerata un errore materiale. L’avvocato interessato può quindi avviare un procedimento di correzione per integrare il provvedimento, senza doverlo impugnare nel merito.

Come va gestita un’istanza di correzione di errore materiale se non notificata correttamente?
Secondo la Corte, un’istanza non notificata dalla parte sarebbe inammissibile. Tuttavia, se la cancelleria procede con l’iscrizione a ruolo d’ufficio, il procedimento si trasforma in officioso. Sarà la Corte stessa a garantire le comunicazioni alle parti per assicurare il contraddittorio e procedere alla decisione.

Qual è l’effetto pratico della correzione dell’ordinanza nel caso di specie?
La Corte ha disposto che il testo originale dell’ordinanza venisse integrato con la specifica dicitura che le spese liquidate dovevano essere pagate direttamente all’avvocato della parte vittoriosa. La cancelleria deve annotare questa correzione sull’originale del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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