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Distrazione spese: correzione errore materiale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14427/2024, ha corretto un proprio precedente provvedimento (sentenza n. 37409/2022) per un errore materiale. La sentenza originale, pur condannando una società turistica al pagamento delle spese legali a favore di un Ente Locale, aveva omesso di disporre la distrazione delle spese in favore del legale del Comune, che ne aveva fatto richiesta. Riconoscendo la sussistenza dei presupposti, la Corte ha ordinato l’integrazione del dispositivo della sentenza, stabilendo che le spese liquidate fossero anche “distratte” a beneficio diretto del difensore. Questo intervento chiarisce che una simile dimenticanza costituisce un errore materiale emendabile con una procedura semplificata, senza necessità di impugnazione.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione Spese: La Cassazione e la Correzione dell’Errore Materiale

Nel complesso mondo del processo civile, la distrazione spese rappresenta un istituto fondamentale per la tutela del lavoro dell’avvocato. Ma cosa accade se il giudice, pur riconoscendo il diritto alla rifusione delle spese legali, omette di disporne la distrazione a favore del difensore che ne ha fatto richiesta? La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 14427 del 2024, offre un chiarimento decisivo: si tratta di un errore materiale, sanabile con una procedura rapida e snella.

I Fatti di Causa: Una Dimenticanza nel Dispositivo

Il caso trae origine da un contenzioso che vedeva contrapposti un Ente Locale e una società turistica. All’esito del giudizio di legittimità, la Corte di Cassazione aveva emesso una sentenza con cui respingeva il ricorso della società, condannandola al pagamento delle spese di lite a favore del Comune.

Il legale dell’Ente, tuttavia, si avvedeva di un’importante omissione nel dispositivo della sentenza: mancava l’ordine di distrazione spese a suo diretto favore, nonostante egli avesse regolarmente dichiarato di aver anticipato le spese e di non aver ricevuto i compensi, come previsto dalla legge. Di fronte a questa dimenticanza, l’avvocato ha presentato un’istanza alla stessa Corte per ottenere la correzione della precedente pronuncia.

La Decisione della Corte: La Procedura di Correzione dell’Errore Materiale per la Distrazione Spese

La Suprema Corte ha accolto l’istanza del legale, riconoscendo che l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione costituiva un mero errore materiale. I giudici hanno quindi disposto la correzione del dispositivo della sentenza precedente, ordinando che nel testo, dopo la parola «liquidate», venissero aggiunte le parole «e distratte in favore dell’Avvocato [difensore]».

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi su un consolidato orientamento giurisprudenziale, richiamando anche una pronuncia delle Sezioni Unite (n. 16037/2010). Secondo tale orientamento, quando sussistono i presupposti per la distrazione delle spese – ovvero la dichiarazione del difensore di essere antistatario – l’omissione del giudice nel disporla non costituisce un vizio di fondo della decisione, ma una semplice svista formale.

Questo tipo di errore non richiede un nuovo e complesso giudizio di impugnazione per essere sanato. È sufficiente, infatti, ricorrere alla procedura di correzione degli errori materiali, disciplinata dagli articoli 287 e seguenti del codice di procedura civile. Questa via procedurale è più celere ed efficiente e consente di rettificare il provvedimento senza metterne in discussione il contenuto sostanziale. La Corte ha affermato che, poiché la dichiarazione del difensore era presente agli atti e il presupposto per la distrazione era quindi pacifico, la mancata statuizione in merito era un palese errore materiale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione in esame ribadisce un principio di grande importanza pratica per gli avvocati. Conferma che, in caso di omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione spese, non è necessario affrontare i costi e i tempi di un’impugnazione. La strada corretta e più agevole è quella dell’istanza di correzione per errore materiale, rivolta allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento.

Questa ordinanza rafforza la tutela del credito professionale del difensore, garantendo uno strumento efficace per porre rimedio a sviste che potrebbero altrimenti pregiudicare il suo diritto a ottenere il pagamento diretto delle competenze dalla parte soccombente. Si tratta, in definitiva, di un’applicazione dei principi di economia processuale e di effettività della tutela giurisdizionale, che assicura una soluzione rapida a un problema formale ma di rilevante impatto economico per il professionista legale.

Cosa succede se un giudice omette di disporre la distrazione delle spese a favore dell’avvocato che ne ha fatto richiesta?
L’omissione viene considerata un errore materiale. Ciò significa che non incide sulla validità della decisione nel suo complesso e può essere corretta.

È necessario impugnare la sentenza per ottenere la correzione dell’omessa distrazione delle spese?
No, non è necessario. Secondo la Corte di Cassazione, per rimediare a questa dimenticanza è sufficiente presentare un’istanza di correzione per errore materiale allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento.

Quali sono i presupposti perché la Corte possa correggere l’errore materiale relativo alla distrazione delle spese?
Il presupposto fondamentale è che l’avvocato abbia regolarmente dichiarato nel corso del giudizio di aver anticipato le spese e di non aver ricevuto il compenso dal proprio cliente (dichiarazione di antistatarietà). Se questa dichiarazione è presente agli atti, l’omessa pronuncia è considerata una svista correggibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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