LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Distrazione delle spese: rimedi per l’omessa pronuncia

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7409/2024, chiarisce che l’omessa pronuncia del giudice sulla richiesta di distrazione delle spese processuali a favore dell’avvocato costituisce un errore materiale. Pertanto, il rimedio corretto non è l’impugnazione, ma la procedura di correzione dell’errore materiale. Nel caso di specie, un avvocato, curatore di un’eredità giacente, aveva ottenuto una vittoria processuale ma la Corte aveva omesso di disporre la distrazione delle spese in suo favore. L’ordinanza in esame accoglie l’istanza di correzione, modificando la precedente decisione per includere la clausola di distrazione, garantendo così al legale un rapido titolo esecutivo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: Cosa Fare in Caso di Omessa Pronuncia del Giudice?

L’istituto della distrazione delle spese rappresenta una tutela fondamentale per l’avvocato, che può così recuperare direttamente dalla parte soccombente i costi anticipati per il cliente. Ma cosa accade se il giudice, pur in presenza di una specifica richiesta, omette di pronunciarsi su questo punto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 7409/2024) offre un chiarimento decisivo, indicando la via della correzione dell’errore materiale come rimedio più rapido ed efficace rispetto ai mezzi di impugnazione ordinari. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti del Caso: Una Dimenticanza Procedurale

La vicenda trae origine da un precedente giudizio in Cassazione, in cui la Corte aveva dichiarato inammissibile un ricorso, condannando la parte ricorrente alla refusione delle spese processuali a favore di diverse controparti. Tra queste figurava la curatela di un’eredità giacente, il cui difensore aveva ritualmente formulato istanza per la distrazione delle spese in proprio favore, dichiarando di averle anticipate.

Tuttavia, nel dispositivo dell’ordinanza, la Corte aveva omesso per mera svista di inserire la clausola di distrazione. A fronte di questa omissione, il difensore ha attivato non un mezzo di impugnazione, ma il procedimento per la correzione di errore materiale.

Il Rimedio per l’Omessa Distrazione delle Spese

Il cuore della questione giuridica risiede nell’individuare lo strumento processuale corretto per sanare tale omissione. La Corte di Cassazione, accogliendo l’istanza, ribadisce un principio consolidato: l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese non costituisce un vizio che richiede un’impugnazione, bensì un errore materiale emendabile con l’apposita procedura di correzione.

Questo orientamento si fonda sulla natura stessa della richiesta di distrazione. Essa non è una domanda autonoma, ma una modalità di esecuzione della condanna alle spese, volta a garantire al difensore un titolo esecutivo diretto nei confronti della parte soccombente. Di conseguenza, l’omissione non incide sul merito della decisione, ma solo su un aspetto accessorio della liquidazione.

Le Motivazioni

La Corte motiva la sua decisione sottolineando come il procedimento di correzione degli errori materiali, previsto dagli articoli 287, 288 e 391-bis del codice di procedura civile, sia il rimedio più idoneo in questi casi. Questa scelta garantisce una maggiore rapidità ed efficienza, permettendo al difensore distrattario di ottenere il titolo esecutivo necessario senza dover affrontare i tempi e i costi di un giudizio di impugnazione.

La Cassazione precisa che qualificare l’omissione come un errore da far valere con i mezzi ordinari sarebbe sproporzionato rispetto allo scopo, che è semplicemente quello di integrare una pronuncia mancante. L’errore è un error calami, una svista che non altera la sostanza della decisione principale sulla soccombenza e sulla quantificazione delle spese.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza n. 7409/2024 conferma che l’avvocato che si veda negare per omissione la distrazione delle spese non deve impugnare la decisione, ma presentare un’istanza di correzione di errore materiale. La Corte ha quindi disposto la correzione della precedente ordinanza, aggiungendo la frase: «Le spese liquidate a favore della Curatela dell’eredità […] andranno distratte in favore del difensore costituito […], per dichiarazione di anticipo». Inoltre, in linea con precedenti giurisprudenziali, la Corte ha stabilito che non vi è luogo a provvedere sulle spese del procedimento di correzione stesso.

Cosa può fare un avvocato se il giudice si dimentica di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
Può attivare il procedimento di correzione di errore materiale, come previsto dagli artt. 287 e 288 del codice di procedura civile, anziché ricorrere a un mezzo di impugnazione ordinario.

Perché per l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese si usa la procedura di correzione e non un’impugnazione?
Perché la richiesta di distrazione non è considerata una domanda autonoma, ma una modalità accessoria alla condanna alle spese. L’omissione è quindi qualificata come un errore materiale che non incide sul merito della decisione, e la procedura di correzione è più rapida ed efficiente per consentire al legale di ottenere un titolo esecutivo.

La procedura di correzione di errore materiale comporta la condanna a nuove spese processuali?
No, sulla base della giurisprudenza citata nell’ordinanza, la Corte ha stabilito che non vi è luogo a provvedere sulle spese del procedimento di correzione stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati