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Distrazione delle spese: l’errore materiale va corretto

La Corte di Cassazione chiarisce che l’omissione della pronuncia sulla distrazione delle spese, richiesta dall’avvocato antistatario, costituisce un errore materiale. La Corte, accogliendo l’istanza di correzione, ha disposto l’integrazione del precedente provvedimento, sottolineando come la distrazione fosse una pronuncia obbligata a fronte della specifica richiesta. Questo caso evidenzia l’importanza del meccanismo di correzione per sanare sviste formali che non alterano la sostanza della decisione.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle spese: la Cassazione corregge l’errore materiale

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura civile: l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese legali, a fronte di una esplicita richiesta, costituisce un errore materiale suscettibile di correzione. Questa ordinanza offre uno spunto prezioso per comprendere la natura di tale errore e l’importanza degli strumenti processuali a tutela dei diritti dei difensori.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso in Cassazione promosso da una società per azioni contro una decisione della Corte d’Appello. I resistenti, due professionisti, si sono costituiti in giudizio chiedendo, tramite i loro legali, il rigetto del ricorso e la vittoria di spese, con distrazione in favore dei propri avvocati, dichiaratisi antistatari.

La Corte di Cassazione, con una prima ordinanza, ha effettivamente rigettato il ricorso della società, condannandola al pagamento delle spese processuali. Tuttavia, nel dispositivo della decisione, la Corte ha omesso qualsiasi riferimento alla richiesta di distrazione delle spese. Di fronte a questa dimenticanza, i legali dei resistenti hanno presentato un’istanza ai sensi dell’art. 287 del codice di procedura civile, chiedendo la correzione dell’errore materiale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto l’istanza, riconoscendo l’esistenza di un palese errore materiale. Ha quindi disposto che il dispositivo della precedente ordinanza fosse integrato con la frase: “con distrazione in favore degli Avv.ti [Nome 1] e [Nome 2]”. La Corte ha stabilito che la cancelleria provvedesse ad annotare tale correzione sull’originale del provvedimento, senza prevedere ulteriori spese per questa fase procedurale.

Le Motivazioni: la distrazione delle spese come pronuncia obbligata

Il cuore della decisione risiede nella qualificazione dell’omissione come errore materiale. La Cassazione, richiamando un proprio precedente (n. 17977/2005), ha ricordato che l’errore materiale si sostanzia in una “mera svista del Giudice” che crea una divergenza tra l’idea e la sua rappresentazione grafica, senza incidere sul contenuto concettuale della decisione.

Nel caso specifico, l’errore era manifesto. Gli istanti avevano formulato una chiara richiesta affinché le spese di lite, in caso di vittoria, fossero distratte in favore dei loro procuratori antistatari. La Corte ha sottolineato che, una volta accolta la domanda principale e condannata la controparte alle spese, la pronuncia sulla distrazione diventa “obbligata” in ragione della sua accessorietà rispetto alla decisione principale.

L’aver omesso di procedere in tal senso, pur avendo deciso in conformità con le richieste della parte vittoriosa, non è stato un atto volitivo o una riconsiderazione nel merito, ma una semplice dimenticanza. Pertanto, si è trattato di un errore materiale che ha richiesto una semplice emenda per allineare il testo del provvedimento alla volontà effettiva del collegio decidente.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma la solidità dello strumento della correzione dell’errore materiale come rimedio rapido ed efficace per sanare le sviste formali nei provvedimenti giudiziari. Per gli avvocati, essa ribadisce l’importanza non solo di formulare correttamente la richiesta di distrazione delle spese in qualità di antistatari, ma anche di verificare attentamente il dispositivo della sentenza per assicurarsi che tale richiesta sia stata recepita. In caso di omissione, la via da percorrere non è un complesso mezzo di impugnazione, ma la più snella procedura di correzione, che permette di ripristinare la corretta statuizione in tempi brevi e senza ulteriori oneri.

Cosa succede se un giudice dimentica di inserire la distrazione delle spese nel dispositivo di un provvedimento?
L’omissione costituisce un errore materiale. Le parti interessate, ovvero gli avvocati antistatari, possono presentare un’istanza di correzione ai sensi dell’art. 287 c.p.c. per far integrare il provvedimento.

L’omissione della distrazione delle spese è un errore di giudizio o un errore materiale?
Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di un errore materiale. Non incide sul contenuto concettuale della decisione (cioè sulla condanna alle spese), ma rappresenta una mera svista nella stesura del provvedimento, una divergenza tra l’intenzione del giudice e il testo scritto.

È obbligatorio per il giudice concedere la distrazione delle spese se richiesta dall’avvocato?
Sì. Il provvedimento chiarisce che, a fronte di una espressa richiesta dell’avvocato dichiaratosi antistatario e in caso di vittoria di spese, la pronuncia sulla distrazione costituisce una “pronuncia obbligata” per il giudice, data la sua accessorietà rispetto alla condanna principale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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