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Distrazione delle spese: l’errore è correggibile

La Corte di Cassazione ha chiarito che l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese legali costituisce un errore materiale. Se l’avvocato ha regolarmente dichiarato di aver anticipato le spese, l’ordinanza può essere corretta d’ufficio per disporre il pagamento diretto in suo favore.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: Quando l’Omissione è un Errore Materiale Correggibile

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per la professione forense: la distrazione delle spese legali. Può capitare che un giudice, pur condannando la parte soccombente al pagamento delle spese, ometta di disporre che queste vengano liquidate direttamente all’avvocato che ne ha fatto richiesta. L’ordinanza in esame chiarisce che tale omissione costituisce un errore materiale, sanabile attraverso una procedura di correzione, tutelando così il diritto del difensore a vedersi rimborsato delle somme anticipate.

Il Caso: L’Omissione della Distrazione delle Spese

Il caso trae origine da un’istanza presentata dal difensore di una società che, in un precedente giudizio di Cassazione, era risultata vittoriosa. Nel suo controricorso, il legale aveva esplicitamente richiesto la distrazione delle spese a proprio favore, dichiarando di aver anticipato i costi del giudizio.

Tuttavia, la Corte, nel definire il procedimento con un’ordinanza, pur condannando la parte ricorrente a rifondere le spese processuali, aveva omesso di menzionare la distrazione. Di conseguenza, le somme liquidate sarebbero state versate alla società cliente e non direttamente al suo avvocato. Quest’ultimo ha quindi presentato un’istanza alla stessa Corte per ottenere la correzione di quello che riteneva essere un palese errore materiale.

La Procedura di Correzione e la Distrazione delle Spese

Il Codice di Procedura Civile prevede un meccanismo specifico per rimediare a sviste o imprecisioni contenute nei provvedimenti giudiziari. Si tratta della procedura di correzione di errore materiale, disciplinata dall’art. 391 bis c.p.c. per i provvedimenti della Cassazione. Questo strumento permette di emendare il testo di una sentenza o ordinanza senza dover avviare un nuovo e complesso procedimento di impugnazione.

La giurisprudenza ha da tempo consolidato il principio secondo cui l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione rientra a pieno titolo nella nozione di errore materiale. Non si tratta di un errore di giudizio, ma di una semplice dimenticanza che non altera la sostanza della decisione sulla ripartizione delle spese.

I Requisiti per la Distrazione

Perché la distrazione delle spese possa essere concessa, l’articolo 93 del Codice di Procedura Civile richiede una condizione essenziale: l’avvocato deve dichiarare espressamente di aver anticipato le spese e di non aver riscosso gli onorari. Nel caso di specie, il difensore aveva inserito nel controricorso la dicitura «con vittoria del compenso professionale e spese da distrarsi per anticipo», adempiendo così pienamente a tale onere.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza del legale, riconoscendo la fondatezza della sua richiesta. I giudici hanno richiamato la giurisprudenza consolidata, secondo cui l’omessa statuizione sulla richiesta di distrazione è emendabile con la procedura di correzione.

Nel provvedimento si legge che, avendo il difensore formulato una richiesta rituale e tempestiva, la Corte aveva il dovere di pronunciarsi su di essa. L’omissione non è stata dunque una scelta voluta, ma una mera svista. Pertanto, la Corte ha disposto la correzione della precedente ordinanza, specificando che l’importo liquidato a titolo di spese legali doveva essere attribuito direttamente all’avvocato antistatario per la parte da lui difesa.

Le Conclusioni e l’Impatto Pratico

Questa decisione ribadisce un principio di garanzia fondamentale per gli avvocati. Conferma che il diritto alla distrazione delle spese, quando ritualmente richiesto, è tutelato dall’ordinamento e che eventuali omissioni da parte del giudice possono essere sanate in modo rapido ed efficace. Per i professionisti, ciò significa avere la certezza di poter recuperare le somme anticipate per i propri clienti direttamente dalla controparte soccombente, senza dover passare per il cliente stesso. La pronuncia rafforza la fiducia negli strumenti processuali a disposizione per la correzione di errori che, sebbene formali, hanno un impatto economico diretto sull’attività del difensore.

L’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese è un errore correggibile?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese, ritualmente presentata, costituisce un errore materiale che può essere corretto con l’apposita procedura.

Cosa deve fare l’avvocato per ottenere la distrazione delle spese?
L’avvocato deve inserire nell’atto difensivo una dichiarazione scritta con cui attesta di aver anticipato le spese e chiede che il giudice ne disponga il pagamento diretto a suo favore.

Qual è l’effetto della correzione dell’ordinanza nel caso esaminato?
L’ordinanza originale viene modificata nel dispositivo. Si specifica che la somma liquidata a titolo di spese processuali deve essere attribuita direttamente all’avvocato della parte vittoriosa, in quanto antistatario, e non alla parte stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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