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Distrazione delle spese: la correzione dell’errore

La Corte di Cassazione ha corretto una propria precedente ordinanza per un errore materiale, consistente nella mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese avanzata dal legale della parte vittoriosa. L’ordinanza in esame accoglie l’istanza di correzione, disponendo l’integrazione del provvedimento originale per garantire che le spese processuali vengano liquidate direttamente al difensore.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: Quando un’Omissione Diventa Errore da Correggere

L’istituto della distrazione delle spese rappresenta una garanzia fondamentale per l’avvocato, consentendogli di recuperare direttamente dalla parte soccombente le spese anticipate e gli onorari dovuti. Ma cosa accade se il giudice, pur condannando la controparte al pagamento delle spese, omette di pronunciarsi su questa specifica richiesta? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 3188/2024) chiarisce che tale omissione costituisce un errore materiale, suscettibile di correzione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una precedente ordinanza con cui la Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso di un’Azienda Sanitaria Locale contro un Laboratorio di Analisi Cliniche. Nel dispositivo, la Corte aveva correttamente condannato l’ente pubblico al pagamento delle spese processuali in favore del laboratorio. Tuttavia, aveva completamente omesso di pronunciarsi sull’istanza di distrazione delle spese che il difensore del laboratorio aveva ritualmente formulato. Di fronte a questa lacuna, il legale ha presentato un’istanza per la correzione dell’errore materiale, chiedendo di integrare la precedente decisione.

La Decisione della Corte e la Correzione per la Distrazione delle Spese

La Suprema Corte ha accolto l’istanza, riconoscendo che la mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione costituiva un palese errore materiale. Secondo i giudici, non si trattava di una decisione implicita di rigetto, ma di una mera dimenticanza che non intaccava il contenuto sostanziale della decisione principale sul merito della causa. Di conseguenza, la Corte ha disposto la correzione della parte dispositiva della precedente ordinanza, inserendo l’esplicita menzione che le spese dovevano essere liquidate in favore “del procuratore distrattario”.

Le Motivazioni

Il fondamento della decisione risiede nella natura stessa dell’errore materiale. La Corte ha considerato che l’omessa statuizione sulla richiesta di distrazione delle spese non rappresenta una valutazione di merito, ma un’anomalia formale del provvedimento. Poiché il difensore aveva formulato una precisa istanza, il giudice aveva il dovere di pronunciarsi su di essa. La sua omissione ha generato un’incertezza che non richiede un nuovo giudizio di merito, ma può essere sanata attraverso la procedura, più snella e rapida, della correzione. La Corte ha quindi ribadito che, in presenza di un’ipotesi di errore materiale come quella in esame, l’accoglimento dell’istanza di correzione è doveroso per ripristinare la corretta e completa formulazione del dispositivo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela del legale che anticipa le spese per il proprio cliente. Stabilisce un principio chiaro: la dimenticanza del giudice sulla richiesta di distrazione delle spese non è una decisione di rigetto, ma un errore formale che può e deve essere corretto. Ciò garantisce all’avvocato di non dover intraprendere azioni legali complesse per recuperare il proprio credito, potendo contare su uno strumento processuale efficace per sanare l’omissione e ottenere il pagamento diretto dalla parte soccombente, come previsto dalla legge.

Cosa succede se un giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
L’omissione viene considerata un errore materiale e la parte interessata, ovvero il difensore, può presentare un’istanza specifica per chiederne la correzione, senza dover impugnare la decisione nel merito.

In cosa consiste concretamente la correzione disposta dalla Corte?
La Corte ha ordinato di integrare la parte dispositiva della precedente ordinanza, inserendo l’espressione “del procuratore distrattario del”, per chiarire che il pagamento delle spese legali deve essere effettuato direttamente in favore dell’avvocato.

Perché la Corte ha qualificato l’omissione come errore materiale?
Perché la mancata indicazione del diritto alla distrazione delle spese non è frutto di una valutazione di merito della richiesta, ma una semplice dimenticanza nell’atto di redazione del provvedimento, che non incide sulla decisione della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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