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Distrazione delle spese: errore materiale e correzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20067/2024, ha chiarito che l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese in favore del difensore antistatario costituisce un errore materiale. Di conseguenza, l’avvocato può chiederne la correzione attraverso l’apposito procedimento, senza che sia necessario un nuovo giudizio. Il caso riguardava un legale che, pur avendo vinto la causa per il proprio cliente e richiesto la distrazione, non l’aveva ottenuta per una svista nel dispositivo della sentenza. La Corte ha accolto il ricorso, disponendo la rettifica della precedente decisione.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: Come Correggere l’Omissione del Giudice

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento su uno strumento fondamentale per la tutela del credito professionale dell’avvocato: la distrazione delle spese. Con questa pronuncia, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione ribadiscono che l’omessa pronuncia su una legittima istanza di distrazione costituisce un errore materiale, sanabile con una semplice procedura di correzione. Si tratta di una decisione che rafforza la posizione del difensore antistatario, garantendogli un rimedio rapido ed efficace in caso di sviste da parte dell’organo giudicante.

Il Caso: Una Dimenticanza Decisiva

La vicenda trae origine da un giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione in cui un avvocato, difensore di un Comune, aveva ottenuto una vittoria per il proprio assistito. Nel suo atto difensivo (il controricorso), il legale si era dichiarato antistatario e aveva formulato una specifica richiesta di distrazione delle spese a proprio favore.

Tuttavia, nella sentenza finale, la Corte, pur condannando la controparte al pagamento delle spese legali in favore del Comune, aveva omesso di disporre la distrazione in favore del suo difensore. A fronte di questa palese dimenticanza, l’avvocato ha adito nuovamente la Suprema Corte, questa volta non per impugnare la decisione nel merito, ma per chiederne la correzione ai sensi dell’art. 391-bis del codice di procedura civile.

La Procedura di Correzione per la Distrazione delle Spese

Il cuore della questione risiede nella natura dell’errore commesso dalla Corte. Non si trattava di un errore di giudizio, ma di un ‘errore omissivo’, ovvero una semplice disattenzione. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del legale, ha confermato un principio ormai consolidato: quando l’omissione riguarda una richiesta ritualmente formulata come quella di distrazione, lo strumento corretto per porvi rimedio è il procedimento di correzione degli errori materiali.

Questo approccio evita la necessità di avviare un complesso e lungo procedimento di impugnazione, offrendo una via più snella e rapida. Il difensore che si veda negare la distrazione per una mera svista non deve quindi temere di aver perso il proprio diritto, ma può attivare questo specifico rimedio per ottenere la rettifica del provvedimento.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha basato la sua decisione su diversi punti cardine. In primo luogo, ha verificato che la richiesta di distrazione era stata effettivamente e correttamente formulata nel giudizio originario. In secondo luogo, ha ribadito che l’omessa pronuncia su tale istanza integra un errore materiale emendabile, come sostenuto da una vasta giurisprudenza di legittimità.

Un aspetto interessante sottolineato dalla Corte è che la richiesta di distrazione delle spese si presume valida anche se l’avvocato non dichiara esplicitamente di aver anticipato le spese e non riscosso gli onorari. Tale circostanza, infatti, si considera implicitamente contenuta nella domanda stessa. Infine, la Corte ha precisato che nel procedimento di correzione non è ammessa una nuova pronuncia sulle spese processuali, poiché la sua funzione è meramente quella di rettificare il provvedimento originario.

Le Conclusioni: La Rettifica e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza si conclude con l’accoglimento del ricorso. La Suprema Corte ha disposto che il dispositivo della sentenza originaria venisse corretto con l’aggiunta della frase: «da distrarsi in favore dell’avv. […] difensore antistatario».

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche:
1. Tutela del credito del legale: Rafforza la tutela del credito professionale dell’avvocato, garantendo che il suo diritto alla riscossione diretta delle spese non venga vanificato da una semplice svista.
2. Certezza del diritto: Offre una soluzione chiara e rapida per una problematica processuale non infrequente, consolidando un orientamento giurisprudenziale favorevole ai difensori.
3. Economia processuale: Evita la proposizione di rimedi più gravosi e complessi, assicurando che l’errore materiale venga corretto in modo efficiente e senza appesantire ulteriormente il sistema giudiziario.

Cosa può fare un avvocato se il giudice dimentica di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
Può proporre un ricorso per la correzione dell’errore materiale, ai sensi dell’art. 391-bis c.p.c., per ottenere la rettifica della sentenza e l’inserimento della clausola omessa.

La richiesta di distrazione delle spese è valida anche se non si dichiara esplicitamente di aver anticipato le spese?
Sì, secondo la giurisprudenza citata, la dichiarazione di aver anticipato le spese e non riscosso gli onorari si ritiene implicitamente contenuta nella domanda di distrazione stessa.

Nel procedimento per correzione di errore materiale vengono liquidate nuove spese legali?
No, secondo l’orientamento prevalente della Cassazione, in questo tipo di procedimento non è ammessa una pronuncia sulle spese processuali, in quanto la sua unica finalità è quella di correggere l’errore contenuto nel provvedimento originario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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