LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Distrazione delle spese: errore materiale correggibile

La Corte di Cassazione stabilisce che l’omessa pronuncia del giudice sulla richiesta di distrazione delle spese legali, avanzata dall’avvocato dichiaratosi antistatario, costituisce un errore materiale. Pertanto, tale omissione può essere sanata attraverso il procedimento di correzione, senza necessità di impugnare la decisione. Il caso riguarda un legale che, dopo aver ottenuto una vittoria per la società sua cliente, non si era visto riconoscere la distrazione delle spese nonostante l’esplicita richiesta. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ordinando l’integrazione del precedente provvedimento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: Come Correggere l’Omissione del Giudice

L’istituto della distrazione delle spese processuali, previsto dall’art. 93 del codice di procedura civile, rappresenta una garanzia fondamentale per l’avvocato. Consente al difensore, che dichiari di aver anticipato le spese e di non aver riscosso gli onorari, di ottenere il pagamento di quanto gli spetta direttamente dalla parte soccombente. Ma cosa accade se il giudice, pur in presenza di tale richiesta, omette di pronunciarsi in merito? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che tale omissione costituisce un errore materiale, sanabile con una semplice procedura di correzione.

I Fatti del Caso: Una Dimenticanza nel Dispositivo

Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato da un avvocato, il quale agiva sia in proprio che in qualità di liquidatore di una società cooperativa da lui stesso difesa. In un precedente giudizio, definito con un’ordinanza della Corte di Cassazione, era stata accolta la sua linea difensiva. Tuttavia, nel liquidare le spese processuali a favore della società, l’ordinanza aveva omesso di disporre la distrazione delle spese a beneficio diretto del legale, nonostante questi si fosse dichiarato ‘antistatario’ e ne avesse fatto esplicita richiesta.

Ritenendo che si trattasse di una mera svista, il legale ha quindi adito nuovamente la Suprema Corte, questa volta chiedendo di procedere alla correzione dell’errore materiale contenuto nella precedente ordinanza.

La Procedura di Correzione per la Distrazione delle Spese

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, basando la propria decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. I giudici hanno evidenziato che nel giudizio precedente era stata effettivamente presentata un’espressa richiesta di distrazione delle spese processuali in favore del difensore.

L’omessa pronuncia su tale istanza, in assenza di una specifica indicazione legislativa su come procedere, non richiede un complesso mezzo di impugnazione, ma può essere risolta tramite il più snello procedimento di correzione degli errori materiali, disciplinato dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile. Questo approccio si fonda su un’importante pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 16037/2010), che ha equiparato tale omissione a una svista materiale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ritenuto che l’omissione non incidesse sul contenuto volitivo e decisorio del provvedimento, ma rappresentasse piuttosto un difetto di conformità tra la volontà del giudice (che, liquidando le spese, implicitamente riconosceva il diritto) e la sua materiale estrinsecazione nel testo dell’ordinanza. Di conseguenza, non era necessario un nuovo giudizio di merito per accertare un diritto già implicitamente riconosciuto. Il rimedio corretto era, appunto, la correzione, che permette di integrare il provvedimento in modo rapido ed efficace, allineando il testo alla volontà del decidente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La decisione ribadisce un principio di economia processuale e di tutela per la professione forense. Gli avvocati che si trovino di fronte a un’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese non sono costretti a intraprendere un lungo e oneroso percorso di impugnazione. Possono, invece, avvalersi del procedimento di correzione dell’errore materiale, una via molto più celere per ottenere il riconoscimento di un loro diritto. La Corte ha quindi ordinato di integrare il dispositivo della precedente ordinanza, aggiungendo la formula ‘con distrazione in favore dell’Avv. …, procuratore dichiaratosi antistatario’, sanando così l’errore e garantendo al legale il diretto recupero delle somme.

Cosa succede se il giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese presentata dall’avvocato?
L’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione delle spese viene considerata un errore materiale.

Qual è lo strumento processuale corretto per rimediare a questa omissione?
Il rimedio adeguato, in assenza di un’espressa indicazione legislativa, è il procedimento di correzione degli errori materiali previsto dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile.

È necessario impugnare la decisione per ottenere la distrazione delle spese se il giudice l’ha omessa?
No, non è necessario un nuovo giudizio o un mezzo di impugnazione. È sufficiente avviare il procedimento di correzione dell’errore materiale per integrare il provvedimento originario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati