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Distrazione delle spese: come correggere l’omissione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese legali, avanzata dal difensore, costituisce un errore materiale. Pertanto, per sanare tale omissione non è necessario un nuovo giudizio di impugnazione, ma è sufficiente attivare la più snella procedura di correzione dell’errore materiale. Nel caso di specie, la Corte aveva accolto il ricorso di un cittadino, ma aveva omesso di disporre che le spese di lite fossero pagate direttamente al suo avvocato. Con la presente ordinanza, la Corte ha corretto il proprio precedente provvedimento, accogliendo l’istanza del legale.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle Spese: Cosa Fare in Caso di Omessa Pronuncia del Giudice

L’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese legali è una problematica che può creare notevoli disagi al difensore. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito che tale dimenticanza non richiede un nuovo e complesso giudizio di impugnazione, ma può essere risolta attraverso la più rapida procedura di correzione dell’errore materiale. Questo principio garantisce una tutela più celere ed efficace per l’avvocato che ha anticipato i costi del giudizio.

Il Caso: Una Dimenticanza nell’Ordinanza

Un cittadino, difeso da un avvocato, aveva ottenuto una vittoria in Corte di Cassazione, con l’annullamento di un decreto di espulsione e la condanna dell’Amministrazione al pagamento delle spese legali. Tuttavia, la Corte, pur accogliendo il ricorso, aveva omesso di disporre la distrazione delle spese a favore del legale, nonostante quest’ultimo ne avesse fatto esplicita richiesta nel ricorso originario, dichiarando di aver anticipato i costi.
Di fronte a questa omissione, il difensore ha presentato un’istanza alla stessa Corte per chiedere la correzione del provvedimento.

La Procedura Corretta per la Distrazione delle Spese

La questione centrale affrontata dalla Corte riguarda il rimedio esperibile in caso di mancata pronuncia sulla distrazione delle spese. L’ordinanza chiarisce in modo inequivocabile che non si tratta di un errore di giudizio, ma di un errore materiale. Di conseguenza, lo strumento corretto non è l’appello o un altro mezzo di impugnazione ordinario, bensì la procedura di correzione disciplinata dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile.
Questa procedura è significativamente più snella e rapida, in linea con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha accolto l’istanza di correzione, basando la sua decisione su consolidati principi giuridici. In primo luogo, ha sottolineato che la richiesta di distrazione non è una domanda autonoma, ma un’istanza accessoria alla condanna alle spese. La sua omissione, quindi, non altera la sostanza della decisione, ma costituisce una mera svista formale.
La procedura di correzione, applicabile anche alle pronunce della Cassazione ai sensi dell’art. 391-bis c.p.c., consente al difensore di ottenere rapidamente un titolo esecutivo per il recupero del proprio credito. La Corte ha quindi disposto di integrare la precedente ordinanza, aggiungendo sia nella parte motiva che nel dispositivo la frase che ordina la distrazione delle spese a favore del difensore del ricorrente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione riafferma un principio di fondamentale importanza pratica per gli avvocati. In caso di omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese, il legale non è costretto ad intraprendere un lungo e costoso percorso di impugnazione. Può, invece, rivolgersi allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento per chiederne la correzione. Questo approccio non solo fa risparmiare tempo e risorse, ma garantisce anche una maggiore efficienza del sistema giudiziario, consentendo di rimediare a sviste materiali in modo rapido e senza appesantire ulteriormente il carico dei tribunali.

Cosa succede se un giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
L’omissione configura un errore materiale. Di conseguenza, il provvedimento può essere corretto attraverso una procedura semplificata, senza la necessità di avviare un nuovo e complesso giudizio di impugnazione.

Qual è lo strumento giuridico corretto per rimediare a tale omissione?
Lo strumento corretto è il procedimento di correzione degli errori materiali, previsto dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile, e non un mezzo di impugnazione ordinario come l’appello.

Perché la procedura di correzione è preferibile all’impugnazione in questo caso?
La procedura di correzione è preferibile perché è più rapida ed efficiente. Rispetta il principio della ragionevole durata del processo e permette al difensore di ottenere in tempi brevi un titolo esecutivo per recuperare le spese legali anticipate, senza dover attendere i tempi di un nuovo grado di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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