LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Distrazione delle spese: come correggere l’omissione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30308/2024, chiarisce che l’omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese in favore del difensore antistatario costituisce un errore materiale. Pertanto, il rimedio corretto non è l’impugnazione, ma la più rapida procedura di correzione. Nel caso specifico, un’ordinanza precedente aveva omesso di disporre la distrazione, e la Corte ha accolto l’istanza di correzione, ordinando l’integrazione del dispositivo a favore del legale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Distrazione delle spese: la Cassazione conferma il rimedio della correzione

Quando un giudice, nel condannare una parte al pagamento delle spese legali, omette di disporre la distrazione delle spese a favore del difensore che si è dichiarato antistatario, quale strumento ha a disposizione il legale per tutelare il proprio diritto? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, fornisce una risposta chiara e pragmatica: la via maestra è quella della correzione dell’errore materiale, un rimedio più agile ed efficiente rispetto ai mezzi di impugnazione ordinari. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale per la tutela del credito professionale dell’avvocato.

I Fatti del Caso: Un’Omissione nel Dispositivo

La vicenda trae origine da un ricorso per cassazione promosso da un’amministrazione pubblica contro la sentenza di una Corte d’Appello territoriale. La Corte di Cassazione, con una precedente ordinanza, aveva rigettato il ricorso, condannando l’amministrazione a rimborsare le spese di lite alla parte vittoriosa. Tuttavia, nel dispositivo della decisione, era stata omessa un’indicazione cruciale: la distrazione delle spese a favore del difensore. Quest’ultimo, infatti, nel proprio controricorso si era dichiarato ‘antistatario’, ovvero aveva attestato di aver anticipato le spese e di non aver ricevuto il compenso, chiedendo che la condanna venisse disposta direttamente a suo favore. Di fronte a questa dimenticanza, il legale ha adito nuovamente la Suprema Corte, ma non con un ricorso ordinario, bensì con un’istanza per la correzione di errore materiale.

La richiesta di correzione e la distrazione delle spese

Il cuore della questione sottoposta alla Corte era stabilire se l’omessa pronuncia sulla distrazione delle spese potesse essere qualificata come un mero errore materiale, emendabile con la procedura semplificata, o se invece costituisse un vizio della sentenza da far valere con i mezzi di impugnazione tradizionali. Il difensore ha sostenuto la prima tesi, evidenziando come la sua richiesta fosse stata ritualmente formulata nel giudizio e che la sua omissione non incideva sul merito della decisione, ma rappresentava una semplice svista.

Le Motivazioni della Cassazione sul Rimedio della Correzione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi del ricorrente, richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite (Cass. S.U. n. 22400/2018). I giudici hanno affermato che, in assenza di un’espressa indicazione legislativa, il rimedio per l’omessa pronuncia sull’istanza di distrazione è proprio il procedimento di correzione degli errori materiali previsto dagli artt. 287 e 288 c.p.c. Questa scelta si fonda su diverse ragioni. In primo luogo, la richiesta di distrazione non è una domanda autonoma, ma un’istanza accessoria che non modifica l’assetto del rapporto tra le parti principali del giudizio. In secondo luogo, la procedura di correzione è più rapida ed efficiente. Essa permette al difensore di ottenere un titolo esecutivo in tempi brevi, in linea con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo. Infine, questo rimedio è espressamente applicabile anche alle pronunce della Corte di Cassazione, ai sensi dell’art. 391-bis c.p.c.

Le Conclusioni: Efficienza e Tutela del Credito Professionale

In conclusione, la Corte ha disposto la correzione della precedente ordinanza, ordinando di aggiungere nel dispositivo la frase ‘da distrarre in favore dell’avv. […], dichiaratosi antistatario’. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: consolida uno strumento processuale rapido a tutela del credito dell’avvocato, evitando i tempi e i costi di un’impugnazione. Viene così garantita una maggiore efficienza processuale e una tutela più immediata per i professionisti che anticipano le spese per i loro assistiti. La Corte ha inoltre precisato che il procedimento di correzione ha natura non contenziosa, e pertanto non vi è luogo a una nuova pronuncia sulle spese.

Qual è il rimedio corretto se il giudice omette di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese?
Il rimedio esperibile è il procedimento di correzione degli errori materiali previsto dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile, e non i mezzi di impugnazione ordinari.

Perché si preferisce la procedura di correzione all’impugnazione?
La procedura di correzione è preferita perché è più rapida, garantisce il rispetto del principio della ragionevole durata del processo e consente al difensore di ottenere più velocemente un titolo esecutivo per il recupero del proprio credito professionale. Inoltre, la richiesta di distrazione non è considerata una domanda autonoma.

Sono previste spese legali per il procedimento di correzione dell’errore materiale?
No, la Corte ha chiarito che il procedimento di correzione ha natura non contenziosa e, pertanto, non si dà luogo a una decisione sulle spese relative a tale procedura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati