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Distacco infragruppo: legittimo se c’è interesse

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un appalto di servizi e di un successivo distacco infragruppo di una lavoratrice. L’ordinanza chiarisce che l’appalto è valido quando l’appaltatore mantiene l’organizzazione dei mezzi e il rischio d’impresa. Per quanto riguarda il distacco tra società dello stesso gruppo, la Corte ha ribadito che l’interesse del datore di lavoro distaccante può coincidere con l’interesse economico e organizzativo del gruppo stesso, escludendo l’ipotesi di una mera fornitura illecita di manodopera.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Distacco infragruppo: legittimo se c’è interesse del gruppo

Il distacco infragruppo è una pratica sempre più diffusa nelle moderne organizzazioni aziendali, ma quali sono i confini della sua legittimità? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce chiarimenti cruciali, stabilendo che l’interesse del datore di lavoro che dispone il distacco può validamente coincidere con l’interesse strategico, organizzativo ed economico del gruppo di imprese di cui fa parte. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale volto a riconoscere le sinergie operative tra società collegate, purché non si traducano in una mera fornitura illecita di manodopera.

I fatti del caso

Una lavoratrice, impiegata come operatrice di call center e back office, ha agito in giudizio per accertare l’illegittimità del rapporto di lavoro. La sua attività si svolgeva nell’ambito di un contratto di appalto tra una grande società committente e una società fornitrice di servizi. Successivamente, la lavoratrice era stata distaccata presso un’altra società facente parte dello stesso gruppo della sua datrice di lavoro.

La lavoratrice sosteneva che l’appalto fosse in realtà una mera somministrazione di manodopera, chiedendo il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato direttamente con la società committente. In subordine, contestava la legittimità del distacco, deducendo la mancanza di un interesse specifico e autonomo della sua datrice di lavoro (la società distaccante).

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le sue domande, ritenendo l’appalto genuino e il distacco legittimo. La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della lavoratrice, confermando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ritenuto infondati entrambi i motivi di ricorso, fornendo importanti precisazioni sulla liceità dell’appalto di servizi e, soprattutto, sui requisiti di validità del distacco infragruppo.

La Corte ha stabilito che i giudici di merito avevano correttamente valutato i fatti, senza che le censure della ricorrente potessero trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito. La decisione si è quindi concentrata sulla corretta applicazione delle norme di diritto.

Le motivazioni della Corte sul distacco infragruppo

Le motivazioni della Corte si articolano su due punti principali: la genuinità dell’appalto e la legittimità del distacco tra società appartenenti al medesimo gruppo.

La legittimità dell’appalto

La Cassazione ha ribadito i principi consolidati per distinguere un appalto lecito da un’interposizione illecita di manodopera. Un appalto è genuino quando l’appaltatore non si limita a fornire personale, ma esercita un reale potere organizzativo e direttivo sui propri dipendenti e si assume il rischio d’impresa legato al servizio. Nel caso di specie, era stato accertato che la società appaltatrice gestiva autonomamente i lavoratori, organizzava la prestazione e si assumeva il rischio economico, soddisfacendo così i requisiti dell’art. 29 del D.Lgs. 276/2003.

La validità del distacco infragruppo

Il punto più significativo della pronuncia riguarda il secondo motivo di ricorso, relativo al distacco infragruppo. La legge (art. 30 del D.Lgs. 276/2003) richiede, per la legittimità del distacco, che esso avvenga per soddisfare un “proprio interesse” del datore di lavoro distaccante.

La Corte ha specificato che, quando distaccante e distaccatario sono parte dello stesso gruppo di imprese, l’interesse del singolo datore di lavoro non può essere considerato in modo isolato. Esso è intrinsecamente connesso e funzionale all’interesse complessivo del gruppo. L’interesse a contribuire alla realizzazione di una struttura organizzativa comune, a migliorare l’efficienza e a raggiungere obiettivi economici condivisi costituisce un valido “interesse del distaccante”.

Questo interesse può essere anche di natura non strettamente economica o patrimoniale, ma organizzativa o produttiva, purché non si risolva in una mera somministrazione di lavoro. In sostanza, l’appartenenza a un gruppo d’imprese crea una convergenza di interessi economici che giustifica il distacco di personale come strumento per ottimizzare le risorse e perseguire la strategia comune del gruppo.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante principio in materia di diritto del lavoro, adeguando l’interpretazione normativa alle moderne realtà aziendali strutturate in gruppi di imprese. La Corte di Cassazione chiarisce che il requisito dell’interesse del distaccante, nel contesto di un distacco infragruppo, va letto in una prospettiva più ampia, che include l’interesse economico e funzionale dell’intero raggruppamento. Questa visione impedisce che operazioni legittime, finalizzate all’efficienza e alla sinergia aziendale, vengano erroneamente qualificate come illecita interposizione di manodopera, garantendo al contempo che il distacco rimanga uno strumento temporaneo e giustificato da precise esigenze produttive e organizzative.

Quando un contratto di appalto di servizi è considerato genuino e non un’illecita fornitura di manodopera?
Un contratto di appalto è considerato genuino quando l’appaltatore esercita un effettivo potere organizzativo e direttivo sui propri dipendenti e si assume il rischio economico dell’attività. Non deve limitarsi a mettere a disposizione il personale, ma deve organizzare la prestazione con propri mezzi per raggiungere un risultato produttivo autonomo.

Qual è il requisito fondamentale per la legittimità del distacco di un lavoratore?
Il requisito fondamentale, previsto dall’art. 30 del D.Lgs. n. 276/2003, è l’esistenza di un interesse specifico, produttivo e organizzativo del datore di lavoro che effettua il distacco (il distaccante). Il distacco deve essere temporaneo e funzionale a soddisfare questa esigenza datoriale.

Nel caso di un distacco tra società dello stesso gruppo (distacco infragruppo), cosa costituisce un valido ‘interesse del distaccante’?
Nel caso di un distacco infragruppo, l’interesse del distaccante può coincidere con l’interesse economico, organizzativo e strategico del gruppo stesso. La Corte ha chiarito che l’interesse a contribuire alla realizzazione di una struttura organizzativa comune e a perseguire obiettivi di maggiore funzionalità ed efficienza del gruppo è sufficiente a giustificare il distacco, purché non si risolva in una mera somministrazione di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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