LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Disoccupazione soci cooperative: no indennità pre-2013

Una lavoratrice, socia di una cooperativa, si è vista negare l’indennità di disoccupazione (ASPI). La Corte di Cassazione, riformando la decisione della Corte d’Appello, ha confermato che la tutela contro la disoccupazione soci cooperative, per le categorie incluse nel d.P.R. 602/1970, è stata introdotta solo dal 1° gennaio 2013 con la Legge 92/2012. Di conseguenza, i periodi contributivi precedenti a tale data non sono validi per il calcolo del beneficio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Disoccupazione soci cooperative: la Cassazione nega l’indennità per i periodi pre-2013

Con l’ordinanza n. 5947/2024, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale in materia di disoccupazione soci cooperative, stabilendo un principio netto: i periodi di lavoro antecedenti al 1° gennaio 2013 non possono essere utilizzati per raggiungere il requisito contributivo necessario per ottenere l’indennità di disoccupazione (ASPI). Questa decisione chiarisce l’ambito temporale di applicazione della tutela introdotta dalla Legge n. 92 del 2012 (Riforma Fornero) per specifiche categorie di lavoratori.

I Fatti del Caso: La controversia tra la lavoratrice e l’ente previdenziale

Una socia lavoratrice di una cooperativa di facchinaggio, inclusa nell’elenco speciale del d.P.R. n. 602 del 1970, dopo la cessazione del rapporto di lavoro nel novembre 2013, aveva presentato domanda per l’indennità di disoccupazione. L’ente previdenziale aveva respinto la richiesta, sostenendo che la lavoratrice non possedeva il requisito contributivo necessario.

Il percorso giudiziario è stato altalenante. In primo grado, il Tribunale di Verona ha dato ragione all’ente, respingendo il ricorso della lavoratrice. Successivamente, la Corte d’Appello di Venezia ha ribaltato la decisione, accogliendo le ragioni della lavoratrice e condannando l’ente a erogare la prestazione. Secondo la Corte d’Appello, i soci lavoratori di cooperative dovevano essere equiparati ai lavoratori subordinati ai fini della tutela contro la disoccupazione, indipendentemente dalla normativa speciale.

La Posizione dell’Ente Previdenziale e l’appello in Cassazione

L’ente previdenziale ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione. L’argomento principale era la violazione della normativa speciale che regolava la materia. In particolare, l’ente ha sostenuto che, per i soci lavoratori delle cooperative contemplate dal d.P.R. n. 602/1970, l’obbligo assicurativo contro la disoccupazione involontaria non esisteva prima dell’intervento della Legge n. 92 del 2012. Questa legge, con effetto dal 1° gennaio 2013, ha esteso la tutela anche a tali categorie, ma senza alcuna efficacia retroattiva. Pertanto, i contributi relativi al periodo precedente a tale data non potevano essere considerati validi per il diritto all’indennità ASPI richiesta nel 2013.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sulla disoccupazione soci cooperative

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento giurisprudenziale consolidato, secondo cui la disciplina previgente alla Riforma Fornero escludeva esplicitamente i soci lavoratori delle cooperative di cui al d.P.R. 602/1970 dall’assicurazione contro la disoccupazione. Si trattava di un “vuoto di tutela” colmato solo con l’intervento del legislatore nel 2012.

La Corte ha specificato che l’estensione delle tutele previdenziali è una scelta discrezionale del legislatore, da attuare in modo graduale e tenendo conto delle risorse finanziarie disponibili. La Legge n. 92/2012 ha rappresentato proprio un intervento di questo tipo, volto a modificare un assetto normativo preesistente. Le sue disposizioni, pertanto, non possono che produrre effetti per il futuro, ovvero dal momento della loro entrata in vigore. Di conseguenza, il periodo di lavoro della ricorrente antecedente al 1° gennaio 2013 ricadeva sotto una disciplina che non prevedeva la tutela richiesta, rendendo impossibile il raggiungimento del requisito contributivo.

Le Conclusioni: l’impatto della sentenza sui soci lavoratori

La decisione della Cassazione stabilisce un punto fermo con importanti implicazioni pratiche. Per i soci lavoratori di cooperative operanti nei settori specificati dal d.P.R. n. 602/1970 (come facchinaggio, trasporti, vigilanza), il diritto all’assicurazione contro la disoccupazione sorge solo a partire dal 1° gennaio 2013. Qualsiasi periodo di lavoro e contribuzione precedente a questa data è irrilevante ai fini del calcolo dei requisiti per ottenere l’indennità. La sentenza, annullando la decisione della Corte d’Appello e rigettando la domanda originaria della lavoratrice, conferma che le riforme legislative in materia di ammortizzatori sociali non hanno effetto retroattivo, salvo espressa previsione normativa.

Un socio lavoratore di una cooperativa di facchinaggio ha diritto all’indennità di disoccupazione per periodi di lavoro antecedenti al 2013?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la tutela contro la disoccupazione per i soci lavoratori delle cooperative contemplate dal d.P.R. n. 602 del 1970 è stata introdotta solo a partire dal 1° gennaio 2013 con la Legge n. 92 del 2012.

Perché i contributi versati prima del 1° gennaio 2013 non sono utili per ottenere l’indennità ASPI in questo caso specifico?
Perché prima di tale data, la normativa speciale (d.P.R. n. 602/1970) escludeva questa specifica categoria di soci lavoratori dall’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria. Di conseguenza, non esisteva né la prestazione previdenziale né il relativo obbligo contributivo.

La Legge n. 92 del 2012 (Riforma Fornero) ha effetto retroattivo sulla disoccupazione dei soci di cooperative?
No. La sentenza chiarisce che l’estensione della tutela è un intervento normativo che produce effetti solo per il futuro, a partire dalla sua entrata in vigore (1° gennaio 2013), e non può essere applicata a periodi precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati