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Diritto Societario

Competenza società di fatto: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra un tribunale ordinario e una sezione specializzata in materia di impresa. Il caso riguardava una disputa su un progetto comune, qualificata come società di fatto. La Corte Suprema ha stabilito che la competenza per le società di fatto spetta al tribunale ordinario, poiché la giurisdizione delle sezioni specializzate è limitata per legge alle società di capitali. Di conseguenza, la causa è stata riassegnata al tribunale ordinario.
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Scissione societaria e agevolazioni: conta la sostanza
La Corte di Cassazione, con la sentenza 18795/2024, ha stabilito un principio fondamentale in tema di scissione societaria e agevolazioni fiscali. Il caso riguardava il diniego di un beneficio fiscale su imposte ipotecaria e catastale a una società, nata da scissione, perché non iscritta formalmente nel libro soci della cedente alla data richiesta dalla legge. La Corte ha dato ragione al contribuente, affermando che attraverso la scissione la società beneficiaria subentra in tutti i diritti della società originaria, inclusi quelli fiscali. Pertanto, la condizione per l'agevolazione è da considerarsi soddisfatta in via sostanziale, prevalendo il principio della successione giuridica sul mero dato formale dell'iscrizione.
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Occupazione sine titulo di immobile sociale: la Cassazione
Un socio occupava una villa di proprietà della società di famiglia, sostenendo di averne diritto in quanto 'casa familiare'. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che l'occupazione sine titulo è iniziata quando la madre del socio ha lasciato l'immobile, mancando il consenso della società per un uso esclusivo. Il socio è stato condannato al rilascio e al risarcimento del danno.
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Responsabilità soci cancellazione: la Cassazione decide
Un condominio ha citato in giudizio la società costruttrice per gravi difetti dell'edificio. Dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della responsabilità dei soci. La sentenza stabilisce che la responsabilità soci cancellazione sorge automaticamente con il trasferimento del patrimonio residuo in comunione tra loro, senza necessità di provare l'effettivo incasso delle somme. Inoltre, la Corte ha dichiarato nulla qualsiasi rinuncia preventiva alla garanzia per gravi difetti ex art. 1669 c.c., poiché posta a tutela di interessi pubblici.
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Compensatio lucri cum damno: la Cassazione chiarisce
Un azionista di minoranza, danneggiato dalla mancata offerta pubblica di acquisto, aveva accettato (prestato acquiescenza) l'importo del risarcimento stabilito in primo grado. In appello, le società convenute hanno ottenuto che da tale importo venissero detratti i dividendi percepiti dall'azionista, in applicazione del principio di compensatio lucri cum damno. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che l'applicazione di tale principio impone una riconsiderazione globale del danno effettivo, non una mera sottrazione dal valore a cui la parte danneggiata aveva prestato acquiescenza.
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Credito del socio: la Cassazione sui rapporti in coop
Una cooperativa in liquidazione ha impugnato una decisione che riconosceva a una socia il pieno diritto alla restituzione delle somme versate per un immobile, senza detrazioni per interessi o spese. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la distinzione tra il rapporto associativo e quello di scambio. Le somme versate per l'acquisto dell'immobile costituiscono il corrispettivo di una compravendita e non possono essere intaccate da oneri legati alla gestione sociale, tutelando così il credito del socio.
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Credito del socio cooperativa: la distinzione decisiva
Un socio di una cooperativa edilizia in liquidazione si è opposto all'ammissione parziale del suo credito, rivendicando somme versate per costi di finanziamento e costruzione. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della cooperativa, confermando che i versamenti per l'acquisto dell'immobile generano un credito del socio cooperativa separato dal rapporto sociale, da rimborsare integralmente.
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Finanziamento soci: cessione di quote simulata
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un socio che chiedeva l'ammissione al passivo fallimentare di un credito derivante da una cessione di quote. L'operazione è stata qualificata come un finanziamento soci dissimulato, basandosi su prove presuntive come la qualifica data dallo stesso socio all'operazione e il lungo tempo trascorso prima della richiesta di pagamento. La Corte ha ribadito che la nozione di finanziamento soci è ampia e la valutazione delle prove è riservata al giudice di merito.
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Finanziamento soci: quando è postergato? La Cassazione
Una holding company concedeva un ingente prestito alla sua controllata, successivamente fallita. La società sosteneva che il prestito dovesse essere trattato come un debito ordinario, ma i tribunali hanno dissentito. La Corte di Cassazione ha confermato che un finanziamento soci è postergato rispetto ai crediti degli altri creditori quando viene concesso in una situazione di squilibrio finanziario o quando un conferimento di capitale sarebbe stato più ragionevole, come stabilito dall'analisi fattuale del tribunale di merito. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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Qualificazione giuridica credito: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18482/2024, chiarisce un importante principio processuale in materia fallimentare. Il caso riguarda la qualificazione giuridica del credito di una società consorziata verso il consorzio fallito. Sebbene il credito fosse stato ammesso per l'intero importo, il giudice delegato ne aveva modificato la natura giuridica, qualificandolo come finanziamento soci. La Suprema Corte ha stabilito che il creditore, non potendo impugnare un provvedimento economicamente favorevole, ha il diritto di riproporre le proprie tesi sulla natura commerciale del credito nel giudizio di opposizione promosso da altri creditori, senza che si formi alcun giudicato interno sulla qualificazione.
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Patrimonio separato: scudo legale per le società veicolo
Una società e i suoi soci avevano ottenuto in appello la condanna di una banca e della società veicolo (SPV) cessionaria del credito. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che in un'operazione di cartolarizzazione, i crediti acquisiti costituiscono un patrimonio separato. Tale patrimonio è destinato esclusivamente a soddisfare i portatori dei titoli emessi per finanziare l'operazione e non può essere aggredito con domande riconvenzionali del debitore relative al rapporto con la banca originaria. L'SPV, quindi, non risponde delle passività del cedente.
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Responsabilità del socio unico: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un ex dirigente contro il socio unico di una società estinta. Il caso verteva sulla mancata attuazione di un accordo transattivo e sulla conseguente richiesta di risarcimento per la responsabilità del socio unico. La Corte ha rigettato il ricorso per motivi procedurali, sottolineando la necessità di formulare con precisione i motivi di cassazione, specialmente in materia di interpretazione contrattuale e vizi di motivazione.
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Infedeltà patrimoniale: confisca e prescrizione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26415/2024, ha confermato la confisca di un immobile oggetto del reato di infedeltà patrimoniale, nonostante l'intervenuta prescrizione. La Corte ha stabilito che, quando l'atto dispositivo dannoso costituisce di per sé il reato ('reato contratto'), il profitto confiscabile è l'intero bene e non un guadagno netto. Viene inoltre ribadito che la confisca diretta, a differenza di quella per equivalente, è una misura con finalità ripristinatoria e può essere disposta anche in caso di estinzione del reato, a patto che la responsabilità sia stata accertata in un precedente grado di giudizio.
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Opposizione all’esecuzione: motivi autonomi e soccombenza
La Corte di Cassazione respinge il ricorso in un caso di opposizione all'esecuzione, chiarendo che ogni motivo di contestazione è autonomo. Anche se un bene specifico risulta impignorabile, il giudice deve esaminare gli altri motivi, come la validità del titolo esecutivo. Questa dinamica può portare a una soccombenza reciproca, con conseguente compensazione delle spese legali.
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Legittimazione ex amministratore per rimborso IVA
Una società, sebbene cancellata dal registro delle imprese, ha richiesto un rimborso IVA agendo tramite il suo ex legale rappresentante. La Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto giurisprudenziale sulla legittimazione ex amministratore in questi casi, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Invece di decidere, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per approfondire la questione e risolvere l'incertezza legale.
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Condizione sospensiva: contratto inefficace?
La Corte di Cassazione ha confermato l'inefficacia di un contratto di compravendita di azioni a causa del mancato avveramento della condizione sospensiva entro il termine pattuito. La Corte ha stabilito che, una volta scaduto il termine, il contratto diventa definitivamente inefficace e il comportamento successivo delle parti non può essere interpretato come una proroga tacita della condizione, a meno che non si configuri un nuovo accordo. È stata inoltre respinta l'applicazione della finzione di avveramento, poiché non è stata provata una condotta colposa della controparte volta a impedire l'evento prima della scadenza.
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Fallimento società incorporata: notifica all’estinta
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18261/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di fallimento società incorporata. In caso di fusione, se la richiesta di fallimento avviene entro un anno dalla cancellazione, la notifica va indirizzata alla società estinta e al suo legale rappresentante, non alla società incorporante. Quest'ultima, pur essendo successore universale, non è il destinatario principale della notifica, ma può intervenire nel processo. La Corte ha basato la sua decisione su una 'fictio iuris' prevista dalla legge fallimentare, che considera la società estinta come ancora esistente ai soli fini della procedura concorsuale, per tutelare i creditori.
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Legittimazione passiva: divieto di mutatio libelli
Una società ha citato in giudizio un'altra società e il suo legale rappresentante per un debito. I tribunali di merito hanno escluso la responsabilità personale del rappresentante per difetto di legittimazione passiva, poiché il debito era riconducibile alla società. Il tentativo della parte attrice di modificare la domanda in corso di causa, definendo il debito come un prestito 'personale', è stato respinto in quanto costituiva una modifica inammissibile della domanda (mutatio libelli). La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, dichiarando il ricorso inammissibile e ribadendo che i fatti e le ragioni della pretesa non possono essere alterati sostanzialmente dopo l'inizio del processo.
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Società pubbliche: i limiti all’indebitamento
La Corte di Cassazione ha chiarito che i limiti all'indebitamento, noti come 'golden rule', non si estendono alle società pubbliche costituite per l'esercizio di servizi pubblici. L'ordinanza annulla la decisione di un tribunale che aveva dichiarato nullo un finanziamento bancario, specificando che è cruciale distinguere tali società da quelle meramente 'strumentali' analizzando il loro statuto sociale. Questa distinzione determina l'applicabilità delle restrizioni sui finanziamenti.
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Golden rule società pubbliche: Cassazione chiarisce
Una banca si è vista negare l'ammissione al passivo fallimentare di una società partecipata da un ente locale. Il tribunale aveva dichiarato nullo il contratto di finanziamento per violazione della "golden rule", che vieta agli enti pubblici di indebitarsi per spese non di investimento. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, specificando che la golden rule società pubbliche non si applica alle società di capitali costituite per l'esercizio di servizi pubblici. Queste ultime, infatti, sono espressamente escluse dal divieto e sono soggette alle norme del codice civile, godendo di piena capacità giuridica per contrarre finanziamenti.
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