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Diritto Immobiliare

Distanza legale piscina: la Cassazione chiarisce
Una recente ordinanza della Cassazione affronta due temi cruciali: la qualificazione delle spese per l'Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) e la disciplina della distanza legale piscina dal confine di proprietà. La Corte ha stabilito che i costi dell'ATP sono spese giudiziali da liquidare nel giudizio di merito, e non un danno risarcibile autonomamente. Inoltre, ha ribadito che per le piscine, a differenza di cisterne e pozzi, non opera una presunzione assoluta di pericolosità; spetta a chi lamenta la violazione della distanza dimostrare il pericolo concreto derivante dall'opera.
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Distanze vedute oblique: la nuova costruzione è lecita?
Una proprietaria denuncia la nuova opera del vicino, il cui tetto ricostruito è più alto e voluminoso. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che per le distanze vedute oblique è sufficiente rispettare il limite di 75 cm. Il semplice innalzamento non costituisce violazione se non si prova un concreto e specifico pregiudizio al diritto di veduta.
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Usucapione immobile: la tolleranza esclude il possesso
Una donna ha rivendicato l'usucapione di un immobile costruito con il defunto marito, ma intestato ai figli di lui. La Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello, rigettando la domanda. La sua permanenza nell'immobile è stata considerata detenzione per tolleranza, non possesso, poiché non ha dimostrato un'interversione del possesso, ovvero un atto che manifestasse la volontà di possedere come proprietaria. La sentenza sottolinea che la valutazione dei fatti, come le ristrutturazioni o i rapporti familiari, spetta ai giudici di merito e non può essere riesaminata in Cassazione se la motivazione è logica. Il punto chiave è la necessità di provare un cambiamento da semplice utilizzo a comportamento da proprietario per ottenere l'usucapione immobile.
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Distanze legali vedute: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso riguardante la violazione delle distanze legali vedute. Il caso verteva sulla creazione di nuove aperture e balconi a distanza non regolamentare. La Suprema Corte ha applicato il principio della 'doppia pronuncia conforme', poiché sia il Tribunale che la Corte d'Appello avevano confermato la violazione basandosi sulla medesima valutazione dei fatti, respingendo i motivi del ricorrente che lamentavano un omesso esame di nuove perizie tecniche.
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Usucapione suolo pubblico: no a diritto di superficie
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13129/2025, ha stabilito che non è possibile acquisire per usucapione il diritto di superficie su un suolo pubblico. Nel caso esaminato, una società aveva costruito su un terreno acquistato nel 1984, il cui atto di vendita era stato poi dichiarato inefficace. La Corte ha rigettato la richiesta della società, negando sia l'usucapione abbreviata, data la natura demaniale del bene, sia il diritto all'indennizzo per le opere realizzate, poiché la società non poteva essere considerata in buona fede, essendo a conoscenza della natura pubblica del terreno indicata nell'atto di acquisto.
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Revocazione sentenza Cassazione: quando è inammissibile
Una complessa vicenda familiare relativa alla proprietà di una villa porta a un'articolata battaglia legale. Dopo una condanna per ingiustificato arricchimento, la parte soccombente tenta la revocazione della sentenza della Cassazione che aveva confermato la decisione d'appello. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo i rigidi limiti di questo rimedio: la revocazione sentenza Cassazione non è ammessa per contrasto di giudicati né per presunti errori di valutazione, che costituiscono errori di giudizio e non errori di fatto percettivi.
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Usucapione beni pubblici: no se costruiti ex lege
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni cittadini che chiedevano l'usucapione di immobili pubblici occupati dal 1946. La Corte ha stabilito che tali beni, costruiti con fondi statali per finalità di edilizia pubblica post-bellica (d.lgs. n. 261/1947), appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato per destinazione di legge (ex lege). Questa natura impedisce l'acquisto della proprietà tramite usucapione, a prescindere dalla durata del possesso.
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Presunzione di condominialità: la scala è bene comune
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della proprietà delle scale in un condominio. Al centro della disputa, una scala a chiocciola che collega un ballatoio a un lastrico solare, entrambi aree comuni. I giudici hanno stabilito che, in assenza di un atto formale che ne attribuisca la proprietà esclusiva a un singolo condomino (il cosiddetto 'titolo contrario'), la scala deve considerarsi un bene comune. La Corte ha rigettato il ricorso dei condomini che ne rivendicavano la proprietà, confermando il principio della presunzione di condominialità per le strutture funzionalmente essenziali all'uso comune dell'edificio.
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Contestazione stima CTU: è una difesa, non nuova domanda
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13103/2025, ha chiarito un importante principio in materia di divisione immobiliare. La Corte ha stabilito che la contestazione della stima del valore dei beni elaborata dal Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU), anche se sollevata per la prima volta in appello, non costituisce una domanda nuova inammissibile, ma una mera difesa. La vicenda riguardava la divisione di aree comuni (portico e cortile) tra comproprietari. La Corte d'Appello aveva erroneamente dichiarato inammissibile il motivo di gravame sulla congruità della stima. La Cassazione ha accolto questo specifico motivo, cassando la sentenza e rinviando il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Azione revocatoria: quando la vendita è inefficace?
La Corte di Cassazione conferma la revoca di una compravendita immobiliare. Attraverso l'azione revocatoria, è stato stabilito che per rendere inefficace la vendita è sufficiente la semplice conoscibilità del pregiudizio ai creditori da parte dell'acquirente, provata tramite indizi come protesti e una rapida rivendita in perdita. La richiesta di compensazione del debito è stata respinta perché presentata per la prima volta in appello.
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Sospensione feriale opposizione: la Cassazione decide
In un caso di pignoramento immobiliare, l'appello dei debitori è stato respinto perché tardivo. La Corte di Cassazione ha confermato che la sospensione feriale dei termini non si applica alle opposizioni all'esecuzione, anche se viene proposta una domanda accessoria di accertamento. Questa decisione sulla sospensione feriale opposizione esecuzione ha portato a dichiarare il ricorso inammissibile, con pesanti sanzioni per i ricorrenti per abuso del processo.
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Estinzione del giudizio: rinuncia chiude il caso
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del giudizio in una causa per gravi difetti in alloggi di edilizia residenziale. La decisione segue la rinuncia al ricorso da parte dei proprietari e la successiva accettazione da parte del Comune convenuto. La Corte, applicando gli articoli 390 e 391 c.p.c., ha terminato il procedimento senza pronunciarsi nel merito e senza regolare le spese processuali.
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Competenza giudice di pace: risarcimento e immobili
La Corte di Cassazione ha confermato la competenza del giudice di pace in una causa di risarcimento danni per la presenza illegittima di cavi elettrici su un immobile. La decisione si fonda sul principio che la richiesta di una somma di denaro (petitum mediato) riguarda un bene mobile, rientrando così nella giurisdizione del giudice di pace, a prescindere dal fatto che il danno sia avvenuto su un bene immobile. L'ordinanza rigetta il ricorso di una società di distribuzione elettrica, sottolineando l'inammissibilità di diversi motivi, tra cui quello sulla competenza.
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Onere della prova: risarcimento negato senza prove
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'acquirente che chiedeva il risarcimento per il deterioramento di un immobile. La decisione si fonda sulla violazione dell'onere della prova: la ricorrente non ha dimostrato lo stato del bene al momento del contratto preliminare, rendendo impossibile provare sia il danno effettivo sia il nesso causale con la condotta della venditrice. La Suprema Corte ha ribadito che chi agisce in giudizio per ottenere un risarcimento deve fornire prove concrete a sostegno della propria pretesa.
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Mandato fiduciario: limiti dell’obbligo di ritrasferimento
Una controversia familiare sull'interpretazione di un mandato fiduciario per l'acquisto di un terreno finisce in Cassazione. La Corte Suprema chiarisce i limiti del proprio sindacato sull'interpretazione del contratto, dichiarando inammissibile il ricorso. La ricorrente sosteneva che l'accordo prevedesse il ritrasferimento di una quota del bene, ma i giudici di merito e di legittimità hanno concluso che l'obbligo fiduciario era limitato ai soli proventi economici derivanti dallo sfruttamento del terreno, non alla sua proprietà.
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Inopponibilità sentenza: la Cassazione decide
Una società ha chiesto la restituzione di un terreno e l'ammissione di un credito nei confronti di un'altra società in amministrazione straordinaria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo il principio di inopponibilità della sentenza: una decisione giudiziale di risoluzione contrattuale, se diventa definitiva dopo l'apertura della procedura concorsuale, non è efficace nei confronti della massa dei creditori.
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Acquisizione sanante: termine e valore del bene
Un comune contesta l'indennità stabilita per un'acquisizione sanante di terreni privati. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, affermando un principio fondamentale: per l'opposizione alla stima dell'indennizzo derivante da acquisizione sanante (art. 42-bis TUE), non si applica il termine di decadenza di 30 giorni, bensì quello di prescrizione ordinario. La Corte ha inoltre validato il metodo di stima utilizzato per determinare il valore dei beni.
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Procura speciale: la Cassazione e l’estinzione del rito
La Corte di Cassazione, Sezioni Unite, ha dichiarato l'estinzione di un ricorso in materia urbanistica. Il ricorrente, pur avendo richiesto la decisione sul merito dopo una proposta di definizione anticipata, non ha depositato la procura speciale richiesta dalla legge all'epoca vigente. La Corte ha stabilito che la successiva modifica normativa, che ha eliminato tale obbligo, non può essere applicata retroattivamente a un termine già scaduto, confermando il principio del 'tempus regit actum' e l'estinzione del giudizio.
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Ricorso in Cassazione: inammissibile se manca il fatto
In una controversia tra locatore e conduttore per vizi di un immobile, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del conduttore. La decisione non è entrata nel merito della questione, ma si è basata su un vizio di forma: il ricorso in cassazione non conteneva una chiara e completa esposizione dei fatti di causa, rendendo impossibile per la Corte valutare le censure. Di conseguenza, anche il ricorso incidentale del locatore è stato dichiarato inefficace.
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Interpretazione contratto locazione: la Cassazione decide
Una controversia sulla ripartizione dei costi di manutenzione di un immobile locato arriva in Cassazione. Il caso verte sull'interpretazione di una clausola contrattuale specifica. La Corte Suprema dichiara inammissibile il ricorso del locatore, stabilendo che non è sufficiente proporre una diversa interpretazione del contratto per contestare la decisione di merito. Questa ordinanza chiarisce i limiti del sindacato di legittimità sull'interpretazione contratto locazione.
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