La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 35019/2024, ha chiarito i limiti della tutela giudiziaria per chi utilizza un bene in leasing. Nel caso specifico, una società immobiliare, utilizzatrice di un'area tramite leasing finanziario, aveva intentato un'azione negatoria contro dei vicini che ne rivendicavano l'usucapione. La Suprema Corte ha stabilito che la società non possiede la legittimazione attiva per l'azione negatoria, poiché questa spetta solo al proprietario o al titolare di un diritto reale di godimento. Il contratto di leasing conferisce unicamente un diritto personale di godimento, insufficiente per tale azione, e una clausola contrattuale non può derogare a questo principio. La sentenza d'appello è stata quindi cassata con rinvio.
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