La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 32586/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni locatori che accusavano il loro inquilino di sublocazione illegittima. Il caso verteva sulla distinzione tra sublocazione e ospitalità, poiché l'inquilino ospitava un parente in modo continuativo. La Corte ha ribadito che la presenza, anche protratta nel tempo, di un ospite non costituisce di per sé prova di sublocazione. Inoltre, ha sottolineato che il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato per richiedere un nuovo esame dei fatti, ma solo per contestare errori di diritto, confermando la decisione della Corte d'Appello favorevole all'inquilino.
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