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Diritto Immobiliare

Inappellabilità opposizione atti esecutivi: la guida
Un custode di un immobile, soggetto a sequestro penale, si opponeva all'ordine di liberazione emesso a seguito di una vendita all'asta. Il tribunale di primo grado ha qualificato l'azione come opposizione agli atti esecutivi, rigettandola. La Corte d'Appello ha dichiarato l'appello inammissibile, ribadendo il principio di inappellabilità dell'opposizione agli atti esecutivi sancito dal codice di procedura civile e applicando il principio dell'apparenza per determinare il mezzo di impugnazione corretto.
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Distanze legali: inammissibile il ricorso generico
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante le distanze legali tra costruzioni. La parte ricorrente lamentava un errato metodo di misurazione (radiale anziché lineare) da parte del consulente tecnico, ma non ha specificato nel ricorso i passaggi della consulenza che avrebbero provato tale errore. La Corte ha ribadito che i motivi di ricorso devono essere specifici e autosufficienti, non potendo limitarsi a censure generiche.
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Garanzia appalto: danni diversi dai vizi dell’opera
Un proprietario ha citato in giudizio un'impresa edile per vizi nei lavori e per danni arrecati all'immobile a causa di negligenza. La Corte d'Appello aveva respinto ogni richiesta, applicando i brevi termini della garanzia appalto. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, specificando che i danni estranei all'opera appaltata non rientrano nella garanzia contrattuale, ma nella più ampia responsabilità per fatto illecito (art. 2043 c.c.), soggetta a termini di prescrizione più lunghi. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Onere contrattuale: obbligo o condizione mista?
La Cassazione chiarisce la natura dell'onere contrattuale in una compravendita immobiliare. Se l'acquirente non avvia l'iter di lottizzazione, è inadempiente. La Corte rigetta il ricorso, qualificando tale dovere come un 'onere' legato a una condizione mista, non soggetto a prescrizione, e confermando la risoluzione del contratto.
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Simulazione assoluta: effetti sui terzi acquirenti
In un caso di compravendita immobiliare, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della simulazione assoluta e dei suoi effetti sui successivi acquirenti. Un venditore, dopo aver ceduto la nuda proprietà di un immobile con un contratto poi accertato come simulato, ha agito anche contro i successivi acquirenti del bene. La Suprema Corte ha cassato la decisione d'appello, stabilendo che il giudice di merito aveva errato nel non esaminare la domanda autonoma volta ad accertare la simulazione anche dei successivi atti di vendita, limitandosi a valutare la buona fede dei terzi acquirenti rispetto al primo contratto.
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Obblighi contratto preliminare: chi paga il ritardo?
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce la ripartizione delle responsabilità in un contratto preliminare di compravendita immobiliare. La Corte ha stabilito che, in base all'interpretazione delle clausole, l'onere di ottenere i titoli abilitativi per la costruzione gravava sui promittenti venditori. Il loro inadempimento ha giustificato il recesso dei promissari acquirenti e la loro richiesta del doppio della caparra. La decisione sottolinea l'importanza di una chiara definizione degli obblighi nel contratto preliminare per evitare contenziosi.
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Eccezione di estinzione tardiva: Cassazione chiarisce
In una causa immobiliare iniziata prima della riforma del 2009, la Cassazione ha chiarito che l'eccezione di estinzione del processo per inattività della controparte deve essere sollevata come primissimo atto difensivo. Se proposta tardivamente, si considera rinunciata e il giudice non può dichiarare l'estinzione del giudizio. La Corte ha accolto il ricorso, annullando la decisione precedente, poiché l'eccezione era stata sollevata solo in un momento successivo alla costituzione in giudizio.
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Ricorso improcedibile: l’onere di deposito sentenza
Una società di costruzioni ha impugnato una condanna al risarcimento danni. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso improcedibile perché la società non ha depositato la copia notificata della sentenza d'appello, un adempimento formale obbligatorio. L'ordinanza sottolinea come questo onere sia cruciale per verificare la tempestività dell'impugnazione, confermando inoltre che il ricorso era stato presentato tardivamente.
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Inadempimento preliminare: immobile senza qualità
Una coppia di acquirenti recede da un contratto preliminare poiché l'appartamento promesso risulta privo delle qualità essenziali per l'abitazione. La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, ritenendo grave e legittimante il recesso l'inadempimento preliminare della venditrice. L'immobile, infatti, non era idoneo all'uso pattuito, integrando una violazione contrattuale di non scarsa importanza che giustifica la restituzione del doppio della caparra.
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Regolamento di confini: quando si usano le mappe?
In una causa di regolamento di confini tra proprietari terrieri, la Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva stabilito i confini basandosi sulle mappe catastali, ritenendo inaffidabili le altre prove come testimonianze e segni sui luoghi. La Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo che la valutazione delle prove è compito del giudice di merito e che l'uso delle mappe catastali è legittimo in assenza di altri elementi certi.
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Affitto agrario: prova e rinvio a pubblica udienza
La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza una complessa controversia tra fratelli riguardante l'esistenza di un contratto di affitto agrario su beni immobili ereditati. A causa della delicatezza e complessità dei profili giuridici, la Corte ha ritenuto necessaria una trattazione approfondita prima di decidere sul ricorso avverso la sentenza della Corte d'Appello che aveva negato l'esistenza del contratto.
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Notificazione litisconsorte necessario: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha affrontato un caso di opposizione agli atti esecutivi. Il ricorso era stato proposto da un'associazione automobilistica contro un'ordinanza di approvazione di un progetto di distribuzione di proventi da espropriazione immobiliare. La Corte ha rilevato un vizio di procedura: la mancata prova della corretta notificazione del ricorso a una fondazione, creditrice e quindi litisconsorte necessario. Di conseguenza, ha ordinato la rinnovazione della notificazione litisconsorte necessario e, data la complessità delle questioni di merito, ha rinviato la causa a pubblica udienza.
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Inadempimento contrattuale venditore: cosa fare?
Un acquirente acquista un immobile gravato da una trascrizione pregiudizievole. Nonostante la promessa contrattuale di cancellarla, i venditori restano inerti. L'acquirente paga di tasca propria per liberare l'immobile e cita in giudizio i venditori. La Corte di Cassazione stabilisce che l'inerzia configura un inadempimento contrattuale del venditore, il quale aveva assunto un'obbligazione specifica di attivarsi per la cancellazione, anche in assenza di un termine esplicito. La causa viene rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Recesso contratto preliminare: immobile difforme
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 91/2024, ha confermato il diritto di un promissario acquirente di esercitare il recesso dal contratto preliminare a causa di significative difformità dell'immobile. Il grave inadempimento della società venditrice, che aveva radicalmente trasformato l'unità immobiliare, ha legittimato la richiesta di restituzione del doppio della caparra. La Suprema Corte ha chiarito che l'atto di citazione con cui si chiede tale restituzione costituisce una valida manifestazione della volontà di recedere.
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Risarcimento danno preliminare: la prova del danno
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 83/2024, si è pronunciata sul tema del risarcimento danno preliminare in caso di mancata consegna di un immobile. Il caso riguarda un promissario acquirente che, dopo aver versato una somma cospicua, non ha mai ricevuto gli immobili. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava il risarcimento per il mancato godimento del bene per assenza di prove specifiche, ma riconosceva il danno derivante dall'immobilizzazione del capitale versato. Viene ribadito il principio fondamentale secondo cui la parte che richiede il risarcimento ha l'onere di provare l'esistenza e l'entità del danno, non potendo il giudice sopperire a tale carenza con una valutazione puramente equitativa.
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Acquisizione sanante: stop della Cassazione
In una controversia relativa all'indennità per un'acquisizione sanante, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. La Corte ha sospeso la propria decisione in attesa dell'esito definitivo di un giudizio amministrativo parallelo. Quest'ultimo riguarda la legittimità dell'annullamento, da parte del Comune, del decreto di acquisizione stesso. La Cassazione ha ritenuto necessario attendere la certezza giuridica sull'atto presupposto prima di pronunciarsi sulle sue conseguenze economiche.
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Ricorso inammissibile: motivi e valutazione prove
Un istituto di credito ha impugnato in Cassazione la sentenza d'appello che respingeva le sue domande di simulazione e revocatoria di una compravendita immobiliare. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per vizi procedurali. La decisione sottolinea che non è possibile chiedere alla Cassazione un riesame dei fatti o della valutazione delle prove, e che i motivi di ricorso devono essere formulati in modo specifico e autonomo, rispettando i rigorosi requisiti di legge.
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Eccezione di usucapione tardiva: è ammissibile?
Una disputa sulla proprietà di una corte comune giunge in Cassazione. Il punto cruciale è la validità di una eccezione di usucapione tardiva. La Corte d'Appello l'aveva ritenuta tempestiva, ribaltando la sentenza di primo grado. La Suprema Corte, riconoscendo l'importanza della questione per l'uniforme interpretazione della legge (nomofilachia) in relazione ai diritti autodeterminati e alle preclusioni processuali, ha deciso di rinviare il caso alla pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Difformità parziale e immobile: la Cassazione decide
Gli acquirenti di una villa in costruzione hanno richiesto il trasferimento forzoso della proprietà nonostante alcune discrepanze edilizie. Il venditore si è opposto, sostenendo che tali difformità rendessero impossibile il trasferimento. La Corte di Cassazione ha stabilito che una difformità parziale non impedisce il trasferimento coattivo ai sensi dell'art. 2932 c.c., a differenza dei casi di totale assenza di permesso di costruire o di completa difformità. Di conseguenza, il ricorso del venditore è stato respinto.
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Ricorso in Cassazione: l’errore che lo rende nullo
Una disputa sulle distanze legali tra edifici si conclude in Cassazione con una dichiarazione di improcedibilità. La Corte Suprema ha stabilito che il ricorso in Cassazione è nullo se il ricorrente, pur dichiarando l'avvenuta notifica della sentenza d'appello, non deposita la copia autentica munita della relata di notifica. Questo adempimento è essenziale per consentire alla Corte di verificare la tempestività dell'impugnazione. La mancanza di tale documento, non sanabile, ha reso inevitabile la condanna alle spese per i ricorrenti.
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