LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Contratto autonomo di garanzia: la sentenza decisiva

Una società garante si è opposta a un decreto ingiuntivo relativo a polizze fideiussorie per una convenzione urbanistica. Il Tribunale di Monza ha respinto l’opposizione, qualificando le polizze come contratto autonomo di garanzia. Questa qualificazione limita le eccezioni opponibili dal garante alla sola exceptio doli (richiesta fraudolenta del creditore), che nel caso di specie non è stata provata. La decisione chiarisce che le obiezioni relative al rapporto principale, come la presunta assenza di inadempimento, non possono paralizzare l’obbligo di pagamento del garante.

Continua »
Onere della prova appalto: la fattura non basta

In una causa di opposizione a decreto ingiuntivo, il Tribunale di Monza ha chiarito che l’onere della prova in un contratto di appalto spetta sempre al creditore. Una società aveva ottenuto un’ingiunzione di pagamento per servizi di pulizia, ma il condominio committente si è opposto contestando le prestazioni extra. Il Tribunale ha revocato il decreto, stabilendo che la fattura, essendo un documento unilaterale, non è una prova sufficiente del contratto e del credito se il rapporto sottostante è contestato. Il creditore non è riuscito a dimostrare l’accordo per le opere extra.

Continua »
Compenso professionale appalti: calcolo e varianti

Una società di progetto si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di compensi a un raggruppamento di professionisti, lamentando inadempimenti e chiedendo un risarcimento. Il Tribunale, basandosi su una Consulenza Tecnica d’Ufficio, ha ricalcolato il compenso professionale dovuto ai professionisti in seguito all’aumento del valore dell’opera, ma li ha anche ritenuti parzialmente responsabili per difetti costruttivi, accogliendo in parte la domanda riconvenzionale della società e compensando parzialmente i rispettivi crediti.

Continua »
Risoluzione contratto appalto: grave inadempimento

Un committente ottiene la risoluzione contratto appalto per grave inadempimento di un’impresa edile che aveva abbandonato il cantiere. Il Tribunale ha condannato l’impresa alla restituzione delle somme versate, al netto del valore dei lavori eseguiti, e al risarcimento dei danni per le spese peritali sostenute.

Continua »
Responsabilità amministratore condominio per danni

Un tribunale ha condannato un condominio a risarcire un proprietario per danni da infiltrazioni provenienti dal tetto comune. Contestualmente, ha riconosciuto la responsabilità dell’ex amministratore, condannandolo a rimborsare il condominio. La decisione si fonda sulla negligenza dell’amministratore, che, pur essendo stato informato, ha omesso di convocare un’assemblea e di adottare le misure necessarie, aggravando i costi e i danni. La sua inerzia, non giustificata, ha violato il mandato ricevuto, causando un danno diretto al condominio che ora deve risarcire.

Continua »
Estinzione del processo: cosa accade se non ci si presenta

Una società e i suoi garanti hanno impugnato una sentenza relativa a un contratto di leasing finanziario, sollevando questioni di nullità per patto commissorio, usura e clausole anticoncorrenziali. Tuttavia, la Corte d’Appello ha dichiarato l’estinzione del processo perché le parti non si sono presentate a due udienze consecutive. La decisione evidenzia come l’inattività processuale, ai sensi dell’art. 309 c.p.c., porti alla chiusura del giudizio d’appello, rendendo definitiva la sentenza di primo grado.

Continua »
Sospensione efficacia esecutiva: quando si ottiene?

La Corte d’Appello di Roma ha rigettato un’istanza di sospensione dell’efficacia esecutiva di una sentenza di primo grado. La decisione si basa sull’applicazione dei nuovi criteri introdotti dalla Riforma Cartabia (art. 283 c.p.c.), secondo cui la sospensione è concessa solo se l’appello appare ‘manifestamente fondato’ (fumus) o se l’esecuzione può causare un ‘danno grave e irreparabile’ (periculum). Nel caso specifico, la Corte non ha ravvisato la manifesta fondatezza dell’appello e ha ritenuto che gli appellanti non avessero provato il danno grave, poiché il pagamento della somma non comprometteva il loro sostentamento e la controparte era solvibile per un’eventuale restituzione.

Continua »
Mutuo fondiario: superamento limite e conseguenze

La Corte d’Appello di Roma ha stabilito che il superamento del limite di finanziabilità (80% del valore dell’immobile) non causa la nullità del contratto di mutuo fondiario. Invece, il contratto viene riqualificato come un mutuo ipotecario ordinario, perdendo i privilegi processuali tipici del credito fondiario ma rimanendo valido ed efficace. La sentenza ha inoltre rigettato le doglianze dei mutuatari relative a un presunto errore sulla propria qualità di debitori e all’usurarietà dei tassi d’interesse.

Continua »
Recesso locazione commerciale: la clausola vince

Un locatore ha impugnato la decisione di primo grado che convalidava il recesso anticipato di un conduttore da un contratto di sublocazione ad uso professionale. La Corte d’Appello ha respinto l’appello, confermando che una specifica clausola contrattuale che consentiva il recesso con un preavviso di soli 20 giorni era pienamente valida. La sentenza sottolinea come l’autonomia contrattuale delle parti possa prevalere sulle disposizioni di legge standard in materia di recesso locazione commerciale, che prevedono un preavviso di sei mesi per gravi motivi.

Continua »
Patto di prelazione: la prova scritta è necessaria?

Analisi di una sentenza della Corte d’Appello di Roma su un presunto patto di prelazione immobiliare. La Corte ha negato il risarcimento del danno per la mancata prova scritta dell’accordo, ritenendo insufficienti le testimonianze e le comunicazioni informali.

Continua »
Indeterminatezza dell'oggetto: contratto di permuta nullo

Una società costruttrice ha impugnato una sentenza che dichiarava nullo un contratto di permuta per indeterminatezza dell’oggetto. La Corte d’Appello ha confermato la nullità, poiché le villette da costruire in cambio di un terreno non erano sufficientemente descritte. Tuttavia, ha riformato la decisione ordinando la restituzione dell’acconto di 18.000 euro versato, riconoscendo che la nullità del contratto rende il pagamento privo di causa giuridica.

Continua »
Scrittura privata compravendita: vale come vendita?

Una sentenza della Corte d’Appello analizza il valore di una scrittura privata di compravendita immobiliare in una disputa familiare. La Corte ha stabilito che, se il testo manifesta la volontà di trasferire immediatamente il bene, il contratto è definitivo e non preliminare. Di conseguenza, l’azione per l’accertamento dell’autenticità delle firme è imprescrittibile. La Corte ha rigettato l’appello della venditrice, che sosteneva la natura preliminare dell’atto e la simulazione, confermando il trasferimento di proprietà al compratore.

Continua »
Procura speciale: inammissibile senza. Guida al caso

La Corte di Appello di Roma dichiara inammissibile un’azione di revocazione a causa della mancanza di una procura speciale. La sentenza chiarisce che la procura generale, rilasciata per il primo grado di giudizio, è inadeguata per questo tipo di impugnazione straordinaria, che richiede un mandato specifico e successivo alla decisione impugnata. Questa pronuncia ribadisce il rigore formale necessario per l’accesso a rimedi giurisdizionali specifici.

Continua »
Termine essenziale nel preliminare: le conseguenze

La Corte d’Appello riforma una sentenza di primo grado, stabilendo che il mancato rispetto del termine essenziale in un contratto preliminare di vendita immobiliare costituisce un inadempimento grave. La promissaria acquirente, costretta a trovare un’altra sistemazione, non ha rinunciato a far valere i suoi diritti. La Corte ha dichiarato la risoluzione del contratto per colpa della promittente venditrice, che non aveva ottenuto in tempo l’autorizzazione alla vendita per le quote dei figli minori, e dell’agenzia immobiliare, per non aver informato correttamente l’acquirente. Entrambe sono state condannate in solido a restituire caparra e provvigioni e a risarcire i danni.

Continua »
Azione revocatoria spese legali: quando sorge il credito

Un’analisi della sentenza della Corte d’Appello di Trieste sull’inammissibilità dell’azione revocatoria per spese legali prima della sentenza di condanna. Il caso chiarisce che il credito per le spese di lite sorge solo con la pronuncia del giudice, rendendo inefficace un’azione revocatoria su atti di disposizione anteriori a tale momento.

Continua »
Accordo transattivo: la sua efficacia estintiva

Una società immobiliare ha citato in giudizio un partner commerciale per la restituzione di acconti versati per operazioni non andate a buon fine. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, stabilendo che un precedente accordo transattivo tra le parti aveva già risolto la questione. La sentenza chiarisce che una rinuncia generica alle pretese contenuta in un accordo transattivo è sufficiente a coprire tutte le questioni sollevate in quel procedimento, impedendo che vengano riproposte in una nuova causa.

Continua »
Diritto di abitazione e divisione: la guida completa

In una causa di divisione ereditaria tra due fratelli e la loro matrigna, la Corte d’Appello ha stabilito principi cruciali. Il valore dell’immobile da dividere deve includere non solo il diritto di superficie ma anche il connesso diritto di riscatto per la piena proprietà. Viene confermato che il valore del diritto di abitazione del coniuge superstite va detratto dall’asse ereditario prima della divisione. Infine, l’immobile è stato assegnato alla vedova, derogando al criterio della quota maggioritaria per tutelare la sua esigenza abitativa.

Continua »
Risarcimento danni in appalto: la prova dei costi

Una sentenza della Corte d’Appello analizza il tema del risarcimento danni in appalto. Il caso riguarda una controversia tra un’impresa edile e una committente per il pagamento di opere extracontratto e per i costi di sanatoria di alcuni vizi. La Corte ha stabilito che, per ottenere il risarcimento, non è sufficiente la stima di un perito (CTU), ma è necessaria la prova concreta della spesa effettivamente sostenuta. Di conseguenza, ha ridotto l’importo detratto dal credito dell’impresa, accogliendo parzialmente l’appello e modificando la ripartizione delle spese legali.

Continua »
Estinzione servitù coattiva: quando si può cancellare

La Corte d’Appello conferma che l’estinzione di una servitù coattiva di passaggio è legittima quando il fondo dominante cessa di essere intercluso, grazie a un nuovo e praticabile accesso alla via pubblica. La sentenza chiarisce che la natura coattiva della servitù prevale se la sua funzione originaria era risolvere un’interclusione, anche se costituita con contratto. Inoltre, una domanda di usucapione non ribadita nelle conclusioni del primo grado si considera rinunciata e non può essere esaminata in appello.

Continua »
Revoca sequestro giudiziario: l'accordo tra le parti

Il Tribunale di Verona ha decretato la revoca di un sequestro giudiziario su un bene immobile, a seguito di un accordo conciliativo raggiunto tra le parti. La lite di merito è stata dichiarata estinta per rinuncia agli atti, facendo venir meno le ragioni cautelari che giustificavano il sequestro. Di conseguenza, il bene è stato liberato e restituito alla disponibilità dei soggetti secondo i patti, con la cessazione dell’incarico del custode.

Continua »