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Diritto Immobiliare

Prova del danno: la Cassazione sul risarcimento negato
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del titolare di un'attività commerciale che chiedeva il risarcimento dei danni a un condominio a seguito di un allagamento. La decisione si fonda sulla carenza della prova del danno: il ricorrente non è riuscito a dimostrare in modo adeguato né l'entità dei danni materiali né la perdita economica derivante dalla chiusura forzata. La Corte ha sottolineato che presentare elementi come fotografie o preventivi non datati non è sufficiente a fondare una pretesa risarcitoria, ribadendo l'onere della prova a carico di chi agisce in giudizio.
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Opposizione atti esecutivi: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 818/2024, ha chiarito i limiti dell'opposizione agli atti esecutivi. Il caso riguardava un debitore che si era opposto a un provvedimento del giudice che ordinava al custode di preparare una bozza di ordine di liberazione dell'immobile. La Corte ha stabilito che tale provvedimento è un mero 'atto preparatorio', privo di immediata lesività e quindi non impugnabile con l'opposizione atti esecutivi. Di conseguenza, ha cassato senza rinvio la sentenza di merito che aveva erroneamente esaminato l'opposizione, dichiarandola inammissibile sin dall'origine.
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Confine demaniale: prova della proprietà e CTU
La Corte di Cassazione chiarisce la gestione delle controversie sul confine demaniale. Con l'ordinanza n. 800/2024, si stabilisce che il giudice può aderire alle conclusioni della CTU senza un'analitica confutazione delle critiche di parte, se queste sono già state valutate dall'esperto. Inoltre, si ribadisce che l'onere di provare l'estensione della proprietà privata spetta a chi la rivendica, non essendo sufficiente contestare la delimitazione del demanio.
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Rimborso canoni locazione: la Cassazione decide
Un coerede ha citato in giudizio gli altri eredi per ottenere la sua quota dei canoni di locazione derivanti da un immobile in comunione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della parte condannata al pagamento, stabilendo principi chiave. In particolare, per l'azione di rimborso canoni locazione, il contratto di affitto è considerato un mero fatto storico che non richiede la prova scritta formale. La Corte ha inoltre confermato che le contestazioni procedurali devono essere sollevate nei gradi di merito e che la ripartizione delle spese legali è una decisione discrezionale del giudice.
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Usucapione tra coeredi: quando non si ha diritto
In un caso di divisione ereditaria, un coerede ha rivendicato la proprietà di un immobile per usucapione, sostenendo di averlo costruito e posseduto in via esclusiva. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la costruzione su suolo altrui o comune non conferisce la proprietà dell'edificio, che spetta al proprietario del terreno per il principio di accessione, salvo accordi scritti. Inoltre, nel contesto familiare, l'uso esclusivo del bene è spesso interpretato come tolleranza, elemento che impedisce l'usucapione tra coeredi.
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Clausola vessatoria mediazione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che è vessatoria la clausola, inserita in un contratto di mediazione immobiliare, che obbliga il cliente a pagare la provvigione anche se l'affare viene concluso da un suo familiare dopo la scadenza dell'incarico. Secondo la Corte, una tale previsione, definita come clausola vessatoria mediazione, crea un significativo squilibrio a danno del consumatore, vincolandolo a pagare indipendentemente da un'effettiva connessione causale tra l'attività del mediatore e la conclusione del contratto.
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Sequestro di prevenzione: improcedibile la causa civile
La Corte di Cassazione ha stabilito che una domanda di condanna al pagamento contro una società diventa improcedibile se, durante il processo, la società viene sottoposta a sequestro di prevenzione. A seguito di un contratto preliminare di compravendita non andato a buon fine, gli acquirenti avevano citato in giudizio la società costruttrice per la restituzione di un ingente acconto. Mentre la causa era in appello, la società è stata oggetto di un sequestro ai sensi della normativa antimafia. La Suprema Corte ha chiarito che, in questi casi, il credito deve essere accertato esclusivamente nell'ambito della procedura concorsuale che si apre davanti al giudice penale, rendendo la parallela azione civile improcedibile.
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Divisione ereditaria: calcolo e valutazione dei beni
In una complessa vicenda di divisione ereditaria, originata da un testamento che nominava un erede universale, la Corte di Cassazione interviene per correggere gli errori della Corte d'Appello. L'ordinanza chiarisce i principi per la valutazione dei beni, specialmente quelli soggetti a esproprio, e censura la duplicazione del calcolo del valore di alcuni terreni, già inclusi in una precedente liquidazione. La sentenza impugnata viene cassata con rinvio per una nuova e corretta determinazione delle quote spettanti ai legittimari, nel rispetto dei principi di diritto e delle decisioni precedenti.
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Usucapione immobile: la Cassazione chiarisce la prova
La Corte di Cassazione conferma una sentenza di usucapione immobile, chiarendo che un contratto di locazione stipulato con un soggetto giuridico diverso (una società) non impedisce alla persona fisica (l'amministratore) di usucapire un bene. La Corte ha ritenuto la valutazione delle prove sul possesso una questione di merito, non sindacabile in sede di legittimità, rigettando il ricorso di una società immobiliare.
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Indennizzo per opera pubblica: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 712/2024, ha stabilito che spetta un indennizzo per opera pubblica al proprietario di un immobile che subisce una permanente diminuzione di valore a causa della realizzazione di un'infrastruttura vicina, come un metanodotto. Tale diritto sussiste anche in assenza di esproprio o di costituzione di una servitù, basandosi sul principio di giustizia distributiva. La Corte ha confermato la condanna di una società energetica a risarcire una società immobiliare per il peggioramento architettonico, ambientale e per l'aumento del rischio che avevano ridotto il valore commerciale del suo bene.
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Prova presuntiva: firma non basta per il contratto
Un architetto ha richiesto il pagamento per la progettazione di due edifici a due proprietari terrieri. La Corte d'Appello, riformando la sentenza di primo grado, ha dato ragione al professionista basando la sua decisione sulla prova presuntiva derivante dalla firma dei proprietari sui progetti. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la sola firma non costituisce un indizio sufficientemente grave, preciso e concordante per dimostrare l'esistenza di un contratto d'opera professionale, specialmente in presenza di altri elementi che suggeriscono un diverso accordo. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Interruzione prescrizione ricorso: notifica essenziale
Un proprietario ha contestato l'indennità per un esproprio. La Cassazione chiarisce che nei procedimenti avviati con ricorso, per l'interruzione prescrizione ricorso è necessaria la notifica all'avversario, non bastando il solo deposito in cancelleria. Il ricorso del proprietario è stato respinto.
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Impianti eolici e distanze: prevale la pubblica utilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 696/2024, ha respinto il ricorso di una proprietaria che lamentava la violazione delle distanze legali da parte di una torre eolica. La Corte ha stabilito che gli impianti eolici sono qualificati dalla legge come opere di pubblica utilità. Di conseguenza, il vicino non può chiederne la rimozione ma ha diritto a un'indennità, assimilabile a quella per espropriazione, per il pregiudizio subito.
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Servitù apparente: cosa fare se l’opera non si vede?
La Corte di Cassazione affronta un caso di servitù di scarico fognario, chiarendo i requisiti della cosiddetta servitù apparente. La Corte ha stabilito che opere interrate e non visibili, come tubature e un pozzo nero, non soddisfano il requisito dell'apparenza necessario per la costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia o per usucapione. Pur confermando l'inesistenza della servitù, la sentenza d'appello è stata cassata per non essersi pronunciata sulla conseguente domanda di rimozione delle opere e di rimborso spese.
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Azione revocatoria: limiti del giudice alla vendita
Un creditore ha avviato un'azione revocatoria contro un debitore che aveva venduto un immobile alla sorella. I tribunali di primo e secondo grado avevano riqualificato la vendita come atto gratuito, non essendo stata provata la corresponsione del prezzo. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che nell'ambito di un'azione revocatoria il giudice deve valutare l'atto per come appare formalmente nel contratto, senza poter indagare sulla veridicità delle dichiarazioni in esso contenute, come l'avvenuto pagamento. Tale indagine è riservata all'azione di simulazione.
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Provvigione mediatore: quando è dovuta? Analisi Cass.
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 680/2024, ha chiarito che la provvigione mediatore matura solo alla conclusione di un affare giuridicamente vincolante e azionabile in giudizio. Un acquirente aveva versato la provvigione sulla base di una proposta d'acquisto, ma la Corte ha stabilito che, in assenza di un accordo definitivo o di un preliminare non condizionato, la commissione non è dovuta. La successiva stipula di un preliminare sottoposto a condizione sospensiva (concessione di un mutuo), poi non verificatasi, non fa sorgere il diritto alla provvigione.
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Comunione legale beni: accordo non opponibile al coniuge
La Corte di Cassazione ha stabilito che un accordo (scrittura privata) relativo alla costruzione di un muro di confine, sottoscritto da un solo coniuge prima dell'acquisto effettivo dell'immobile, non è opponibile all'altro coniuge. Anche se l'immobile è stato successivamente acquistato in regime di comunione legale dei beni, l'obbligazione ha natura personale e non può essere estesa al coniuge che non ha firmato, in quanto al momento della firma il bene non era ancora parte del patrimonio comune.
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Simulazione assoluta: prova testimoniale e termini
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti e i termini per contestare l'ammissibilità della prova testimoniale in un caso di simulazione assoluta tra coniugi. La sentenza analizza una compravendita immobiliare fittizia, confermando che l'eccezione sull'uso dei testimoni deve essere sollevata tempestivamente in primo grado e non può essere proposta per la prima volta in appello, poiché la norma non tutela interessi di ordine pubblico ma privati. Il ricorso della parte che ha sollevato tardivamente l'eccezione è stato quindi respinto.
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Interruzione del processo: da quando decorre il termine?
Una parte acquirente avviava una causa per ottenere il trasferimento di un immobile, ma il processo veniva interrotto a seguito del fallimento della società venditrice. Il Tribunale dichiarava estinto il giudizio per tardiva riassunzione, calcolando il termine dalla conoscenza legale del fallimento. La Corte d'Appello ha riformato la decisione, stabilendo che, in caso di interruzione del processo, il termine per la riassunzione decorre dalla dichiarazione giudiziale dell'interruzione stessa e non dalla mera conoscenza dell'evento interruttivo. La causa è stata quindi rimessa al giudice di primo grado.
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Azione revocatoria: inammissibile l’appello generico
Un creditore ha ottenuto un'azione revocatoria contro la vendita di beni dal suo debitore a un terzo. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l'appello del terzo acquirente perché generico e non conforme al principio di autosufficienza. La Corte ha confermato che la conoscenza del pregiudizio da parte dell'acquirente può essere provata tramite presunzioni, come i preesistenti rapporti tra le parti.
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