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Diritto Immobiliare

Danno da indisponibilità immobile: la Cassazione fa il punto
Una società costruttrice agisce per ottenere il risarcimento del danno da indisponibilità immobile, causato da pignoramenti ritenuti illegittimi su un bene che aveva già acquistato. La Corte d'Appello aveva negato il risarcimento. La Corte di Cassazione, prima di pronunciarsi nel merito su questioni cruciali come la natura del danno e la prova della cessione dei crediti, emette un'ordinanza interlocutoria. Rilevando un difetto nella notifica del ricorso ad alcune parti, ne ordina la rinnovazione, sospendendo di fatto la decisione sulle questioni sostanziali.
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Distanze vedute laterali: no al divieto assoluto
La Corte di Cassazione ha chiarito che la violazione delle distanze per vedute laterali e oblique (art. 906 c.c.) non giustifica un divieto assoluto di installare un parapetto su un terrazzo. Il caso riguardava un proprietario che aveva trasformato un tetto in un terrazzo calpestabile, installando una ringhiera a una distanza inferiore ai 75 cm dalla finestra del vicino. La Corte d'Appello aveva erroneamente imposto la rimozione della ringhiera e un divieto generale di apporne altre. La Cassazione ha annullato tale decisione, specificando che il rimedio corretto è la 'rimessione in pristino', che in questo contesto significa rimuovere la struttura non conforme, ma senza precludere al proprietario la possibilità di installarne una nuova che rispetti le distanze legali, qualora lo stato dei luoghi lo consenta.
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Servitù di passaggio coattiva: tutti i vicini in causa
Una società agricola ha citato in giudizio un proprietario terriero per ottenere una servitù di passaggio coattiva per il suo fondo parzialmente intercluso. La Corte di Cassazione ha annullato le decisioni dei giudici di merito, stabilendo che la causa era nulla fin dall'inizio. Il motivo è che l'attore non aveva citato in giudizio tutti i proprietari dei terreni che si frapponevano tra il suo fondo e la via pubblica. Il caso è stato quindi rinviato al tribunale di primo grado per un nuovo processo che includa tutte le parti necessarie.
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Estinzione del giudizio: rinuncia al ricorso in Cassazione
A seguito di una controversia sulla proprietà di un vano di passaggio, gli eredi della parte soccombente in appello hanno presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, hanno depositato un atto di rinuncia. La Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, in applicazione dell'art. 391 c.p.c., senza pronunciarsi sulle spese, poiché le controparti non si erano costituite.
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Occupazione sine titulo: quando cessa il diritto?
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti temporali di un provvedimento presidenziale in una causa di separazione. Un precedente giudicato che riconosceva il diritto di una ex coniuge di abitare l'immobile di proprietà dell'altro non impedisce un'azione per occupazione sine titulo per il periodo successivo alla sentenza di separazione definitiva. Con la sentenza finale, che nega l'assegnazione della casa, il titolo provvisorio viene meno e la permanenza nell'immobile diventa illegittima, generando l'obbligo di risarcimento del danno.
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Agibilità immobile locato: obblighi del locatore
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società conduttrice che aveva sospeso il pagamento dei canoni per la mancata consegna del certificato di agibilità. Secondo la Corte, in assenza di patti contrari o vizi strutturali dell'immobile, l'onere di ottenere i titoli amministrativi per l'esercizio dell'attività commerciale ricade sul conduttore, rendendo ingiustificata l'interruzione dei pagamenti.
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Impugnazione delibera: quando il ricorso è inammissibile
Una recente ordinanza della Cassazione chiarisce i limiti dell'impugnazione delibera condominiale. Il caso riguarda una condomina che, dopo aver ottenuto l'annullamento di una delibera per l'errata applicazione delle tabelle millesimali, ha ricorso in Cassazione per ottenerne la dichiarazione di nullità, sollevando nuove questioni. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per due motivi principali: la carenza di interesse ad agire, poiché l'annullamento già soddisfaceva la sua pretesa, e il divieto di introdurre nuove censure (ius novorum) in sede di legittimità.
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Interpretazione contratto: l’acquisto ‘a corpo’ vale
Un acquirente cita in giudizio i vicini per un corridoio, sostenendo che faccia parte del suo appartamento. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che l'acquisto 'nello stato di fatto' e la consapevolezza dell'acquirente di una precedente cessione del corridoio stesso sono decisivi. Il caso sottolinea l'importanza della corretta interpretazione del contratto di compravendita.
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Ipoteca non rinnovata: effetti sulla divisione
In una causa di divisione immobiliare, la Cassazione ha stabilito che un'ipoteca non rinnovata entro il termine di 20 anni perde la sua efficacia. Il giudice di merito aveva erroneamente ignorato questa eccezione, attribuendo al creditore ipotecario somme derivanti dalla vendita. La Suprema Corte ha cassato la sentenza, affermando che il termine ventennale incide sull'efficacia della pubblicità costitutiva dell'ipoteca, la cui cessazione deve essere valutata dal giudice, e ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova decisione.
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Presunzione di condominialità: motivazione apparente
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello che confermava la natura condominiale di un piano seminterrato. La controversia nasceva dalla pretesa di proprietà esclusiva da parte degli originari proprietari dell'edificio, contrapposta alla tesi degli altri condomini che ne rivendicavano l'uso comune. La Suprema Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d'appello 'solo apparente' e contraddittoria, in quanto non aveva esaminato criticamente i motivi di ricorso, limitandosi a un richiamo acritico alla decisione di primo grado. Tale vizio procedurale ha reso impossibile comprendere il ragionamento logico-giuridico alla base della decisione, violando il principio del 'minimo costituzionale' della motivazione e inficiando la corretta applicazione della presunzione di condominialità.
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Ricorso incidentale assorbito: effetti della rinuncia
Una società agricola si opponeva alla stima di esproprio di alcuni suoi terreni, ma la sua opposizione veniva dichiarata tardiva. La società ricorreva in Cassazione lamentando un vizio di notifica del decreto di esproprio. Le controparti, tra cui un consorzio e l'Amministrazione finanziaria, proponevano ricorsi incidentali. Successivamente, la società agricola e il consorzio rinunciavano ai rispettivi ricorsi. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il giudizio tra le parti rinuncianti e ha dichiarato il ricorso incidentale assorbito per l'Amministrazione finanziaria, poiché il suo interesse a una decisione era condizionato all'accoglimento del ricorso principale, ormai venuto meno.
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Onere della prova: la Cassazione cassa la sentenza
Una società ha agito in giudizio per rivendicare la proprietà di alcuni beni immobili contro un complesso residenziale. Le corti di primo e secondo grado hanno respinto la domanda per mancanza di prove. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d'appello, sottolineando che i giudici non hanno adeguatamente valutato tutte le prove disponibili, in particolare una precedente sentenza tra le stesse parti. La sentenza chiarisce l'importanza di un corretto assolvimento dell'onere della prova e della completa analisi del materiale probatorio da parte del giudice.
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Riduzione canone locazione: no se l’uso non è diretto
La Corte di Cassazione ha negato la possibilità di applicare la riduzione canone locazione a un ente pubblico che aveva affittato un immobile per poi concederlo in uso a un istituto scolastico. La sentenza chiarisce che il beneficio fiscale, previsto per contenere la spesa pubblica, spetta solo se l'ente conduttore utilizza direttamente l'immobile per i propri scopi istituzionali, escludendo i casi di assegnazione a terzi, anche se per finalità di pubblica utilità.
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Eccezione di prescrizione: quando è tardiva in appello
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un acquirente di un fondo agricolo, confermando che l'eccezione di prescrizione del diritto del venditore di risolvere il contratto è inammissibile se sollevata per la prima volta in appello. La sentenza ribadisce la natura non agraria di una controversia su una compravendita con patto di riservato dominio.
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Vizi sopravvenuti immobile: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello in un caso di locazione commerciale. La corte ha stabilito che la decisione di primo grado sui vizi sopravvenuti immobile, non appellata dal locatore, costituisce giudicato interno. Di conseguenza, la corte d'appello non poteva rigettare la richiesta di risoluzione del contratto basandosi sulla presunta preesistenza dei vizi. La causa è stata rinviata per una nuova valutazione.
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Conformità catastale: è sufficiente la dichiarazione?
Un acquirente ha richiesto l'esecuzione specifica di un contratto preliminare per un immobile. L'erede del venditore si è opposto, sollevando questioni sulla conformità catastale. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda dell'acquirente a causa delle discrepanze rilevate. La Corte di Cassazione ha ribaltato tale decisione, affermando che per la validità del trasferimento immobiliare è sufficiente la semplice presenza della dichiarazione di conformità catastale. La nullità prevista dalla legge è di natura formale e sanziona l'assenza della dichiarazione, non la sua veridicità, a meno che la falsità non sia palese e immediatamente evidente. Di conseguenza, il giudice non è tenuto a verificare lo stato di fatto dell'immobile.
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Distanza tra costruzioni: la regola della frontistanza
Una controversia tra proprietari confinanti riguardo una sopraelevazione e opere nel sottosuolo. La Corte di Cassazione cassa la decisione d'appello, chiarendo che la regola della distanza tra costruzioni di 10 metri si applica solo in presenza del requisito di 'frontistanza', ovvero quando le pareti dei due edifici si fronteggiano, anche solo parzialmente. La Corte ha stabilito che il giudice di merito ha errato non verificando in concreto tale presupposto. Viene inoltre ribadito che la rinuncia a una servitù deve avvenire per iscritto e non può essere presunta.
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Distanze tra costruzioni: il muro di contenimento
La Corte di Cassazione affronta un caso di violazione delle distanze tra costruzioni a causa di un muro di contenimento. La sentenza stabilisce che un muro che sostiene un terrapieno artificiale è una 'costruzione' a tutti gli effetti e deve rispettare le normative. Viene inoltre affermata la nullità di qualsiasi accordo privato che deroghi alle norme inderogabili del piano regolatore locale, in quanto poste a tutela dell'interesse pubblico.
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Esclusione socio cooperativa: diritto all’immobile?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'esclusione di un socio da una cooperativa edilizia non comporta automaticamente la perdita del suo diritto a ottenere il trasferimento di proprietà dell'alloggio promesso. La Corte ha rigettato il ricorso della cooperativa, sottolineando che la questione sulla legittimazione del socio era ormai coperta da giudicato implicito, non essendo stata contestata con un ricorso incidentale nel precedente giudizio di legittimità. Di conseguenza, il rapporto contrattuale per l'acquisto dell'immobile è distinto e sopravvive a quello associativo. La sentenza conferma quindi la decisione della Corte d'Appello che ordinava il trasferimento dell'immobile previo pagamento del prezzo residuo, calcolato secondo i criteri già fissati in sede di legittimità.
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Impugnazione delibera assembleare: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un condomino contro una delibera assembleare, dichiarandolo inammissibile. La decisione sottolinea che, se la sentenza d'appello si fonda su più ragioni autonome (rationes decidendi), il ricorrente deve contestarle tutte. Omettere la critica anche a una sola di esse rende l'impugnazione delibera assembleare inefficace, poiché la motivazione non censurata è sufficiente a sorreggere la decisione. Il caso in esame ha confermato questo principio, rigettando i vari motivi di ricorso per difetto di specificità e per la mancata contestazione di tutte le motivazioni della Corte d'Appello.
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