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Diritto Immobiliare

Azione Revocatoria: il coniugio non basta a provare
Una creditrice agisce con azione revocatoria per un trasferimento immobiliare tra coniugi in separazione. La Cassazione, con Ordinanza n. 3035/2024, cassa la decisione di merito, stabilendo che il solo rapporto di coniugio, senza altri elementi, non costituisce una presunzione sufficiente a dimostrare la consapevolezza del terzo acquirente (il coniuge) del pregiudizio arrecato al creditore.
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Giudicato interno: i limiti del giudice del rinvio
Una società ha subito danni alla merce a causa di un'infiltrazione d'acqua da un contatore. Dopo un complesso iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha stabilito che la società di gestione idrica era responsabile. La decisione si fonda sul principio del giudicato interno: una precedente sentenza d'appello aveva escluso la rottura del contatore da parte di terzi, e questa statuizione, non impugnata in Cassazione, era diventata definitiva. Il giudice del rinvio, quindi, non poteva riesaminare quel fatto e doveva attenersi ad esso, condannando il gestore che non aveva fornito la prova liberatoria del caso fortuito.
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Rischio Assicurato: quando scatta la copertura?
Un Condominio subisce danni dal crollo di cornicioni a causa della cattiva manutenzione di una galleria di proprietà di un Ente Pubblico. L'Ente viene condannato al risarcimento ma la sua richiesta di manleva verso la Compagnia Assicurativa viene respinta in appello. La Cassazione interviene, chiarendo che per il rischio assicurato conta il momento in cui si verifica il danno (il crollo), non quello in cui è sorta la causa (il degrado). Cassa con rinvio la decisione sull'assicurazione.
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Azione revocatoria fondo patrimoniale: la guida
La Corte di Cassazione conferma la legittimità di un'azione revocatoria su un fondo patrimoniale, anche se l'immobile conferito è gravato da ipoteca. La sentenza chiarisce che per l'azione revocatoria fondo patrimoniale è sufficiente la consapevolezza del debitore di arrecare un potenziale pregiudizio al creditore (scientia damni) e che il danno (eventus damni) va valutato in prospettiva futura, rendendo irrilevante la garanzia ipotecaria esistente al momento dell'atto.
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Fondo patrimoniale: limiti dell’impugnazione in Cassazione
Una coppia costituiva un fondo patrimoniale sull'unico immobile di proprietà dopo un'inadempienza su un mutuo. La società creditrice agiva in revocatoria ottenendo ragione in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della coppia, sottolineando che non è possibile utilizzare il giudizio di legittimità per un riesame del merito o delle prove. In particolare, ha chiarito che l'appello deve contestare specificamente tutte le 'rationes decidendi' della sentenza precedente e che la violazione dell'onere della prova sussiste solo se il giudice lo attribuisce alla parte sbagliata, non per una mera valutazione sgradita delle prove.
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Riunione dei ricorsi: la decisione della Cassazione
In un caso originato da uno sfratto per morosità, la Corte di Cassazione ha affrontato la questione di due distinti ricorsi proposti dalla stessa parte: uno contro la sentenza d'appello sul merito e l'altro contro la decisione che dichiarava inammissibile l'istanza di revocazione della medesima sentenza. Applicando un principio consolidato, la Corte ha disposto la riunione dei ricorsi. La motivazione risiede nella stretta connessione tra le due pronunce, poiché l'esito del giudizio sulla revocazione potrebbe influenzare la decisione sul ricorso principale, garantendo così coerenza e economia processuale.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
Un conduttore ha impugnato con un regolamento di competenza un'ordinanza cautelare relativa a una procedura di sfratto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che tale strumento è precluso contro provvedimenti non definitivi come quelli cautelari. La Corte ha inoltre sanzionato il ricorrente per lite temeraria, condannandolo a un risarcimento del danno per aver abusato dello strumento processuale, ignorando una giurisprudenza consolidata.
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Ricorso inammissibile: i requisiti formali in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa di gravi carenze formali. La parte ricorrente, esecutata in una procedura immobiliare, non aveva esposto in modo chiaro e completo i fatti di causa né aveva contestato specificamente le ragioni della decisione della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva già respinto il gravame perché le contestazioni sull'infruttuosità della vendita erano state sollevate tardivamente. La Suprema Corte ha ribadito che la precisione e la specificità sono requisiti essenziali, la cui mancanza impedisce l'esame nel merito della questione, rendendo il ricorso inammissibile.
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Recesso contratto preliminare: la guida completa
Un erede agisce in giudizio contro una società immobiliare che, dopo la morte della promissaria acquirente, aveva venduto a terzi il box auto oggetto di un contratto preliminare. Il Tribunale ha accolto la domanda, confermando la legittimità del recesso dal contratto preliminare esercitato dall'erede e condannando la società a restituire il doppio della caparra e l'acconto versato, data la palese violazione degli obblighi contrattuali da parte del venditore.
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Responsabilità extracontrattuale condominio: chi paga?
Una società si oppone a un pignoramento subito per un debito derivante da danni da infiltrazioni in un condominio. La società sosteneva che il creditore dovesse prima agire contro altri debitori (beneficium excussionis) e avesse rinunciato alla solidarietà. Il Tribunale ha respinto l'opposizione, chiarendo che la responsabilità extracontrattuale del condominio per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) genera un'obbligazione solidale tra tutti i condomini (art. 2055 c.c.). Pertanto, il creditore può richiedere l'intero importo a un singolo condomino, senza l'obbligo di escutere preventivamente gli altri.
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Improcedibilità ricorso cassazione: termine perentorio
Un affittuario di un fondo agricolo ha visto il suo appello in Cassazione respinto a causa di un errore procedurale fatale. La Corte ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso per cassazione perché depositato oltre il termine perentorio di 20 giorni dalla notifica. La decisione sottolinea l'importanza inderogabile del rispetto delle scadenze processuali, confermando le precedenti sentenze di risoluzione del contratto di affitto e di condanna al pagamento.
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Opposizione all’esecuzione: il termine lungo di 6 mesi
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché tardivo, chiarendo un punto cruciale sui termini di impugnazione. In una controversia nata da una servitù di passaggio, un'ordinanza del giudice dell'esecuzione è stata qualificata come decisione su un'opposizione all'esecuzione. La Cassazione ha stabilito che il termine 'lungo' per impugnare la successiva sentenza d'appello è di sei mesi (e non un anno), poiché il giudizio di opposizione era iniziato dopo la riforma del 2009, anche se la procedura esecutiva originaria era precedente. La decisione sottolinea che l'opposizione è un giudizio distinto dall'esecuzione ai fini del calcolo dei termini.
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Cessazione materia del contendere per carenza di interesse
L'ordinanza in esame affronta il tema della cessazione della materia del contendere. Una parte aveva richiesto la correzione di un errore materiale in una sentenza della Cassazione. Tuttavia, prima della decisione, l'obiettivo pratico della richiesta è stato raggiunto tramite un'altra via. Di conseguenza, la parte ha dichiarato il proprio disinteresse a proseguire, portando la Corte a dichiarare la cessazione della materia del contendere per sopravvenuta carenza di interesse.
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Principio di non contestazione: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un affittuario agricolo riguardante la data di cessazione del suo contratto. La Corte d'Appello aveva stabilito la data di fine contratto basandosi sul principio di non contestazione per l'individuazione dell'anno di inizio del rapporto. Il ricorso in Cassazione è stato respinto perché l'affittuario non ha rispettato il requisito di specificità, omettendo di allegare gli atti che avrebbero dovuto provare la sua contestazione dei fatti. Questa decisione sottolinea l'importanza del rispetto delle regole procedurali, in particolare del principio di non contestazione, nel processo civile.
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Canone affitto agrario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società agricola in una disputa sul canone affitto agrario. La controversia verteva sull'importo del canone, se 80.000 euro fossero annuali o per l'intera durata quarantennale. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non può riesaminare l'interpretazione del contratto effettuata dai giudici di merito, se questa è logica e giuridicamente corretta, confermando così la risoluzione del contratto per inadempimento.
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Spese condominiali e regresso: l’acquirente è tutelato
Un acquirente, dopo aver comprato un immobile, scopre l'esistenza di ingenti spese condominiali non saldate dai venditori. Costretto a pagarle per via della responsabilità solidale verso il condominio, agisce in giudizio per ottenere il rimborso. Il Tribunale di Trieste accoglie la sua domanda, affermando il pieno diritto di regresso. La decisione chiarisce che, nei rapporti interni tra le parti, la responsabilità dei debiti pregressi resta in capo al venditore, condannandolo a rimborsare non solo le spese, ma anche tutti i costi legali e di mediazione sostenuti dall'acquirente.
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Distanze legali: usucapione e onere della prova
Una società immobiliare, citata in giudizio per aver violato le distanze legali nella costruzione di un edificio e di altre opere, ha perso la causa perché non è riuscita a provare di aver acquisito per usucapione il diritto a mantenere tali opere. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo che l'onere di dimostrare con certezza la data di inizio del possesso ventennale necessario per l'usucapione grava interamente su chi invoca tale diritto. L'incertezza sulla data di completamento delle opere ha reso impossibile accogliere l'eccezione, portando alla condanna al risarcimento dei danni.
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Improcedibilità ricorso: la guida completa
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso in una complessa causa immobiliare. La decisione si fonda sulla mancata ottemperanza da parte del ricorrente all'ordine di integrare il contraddittorio, ovvero di notificare il ricorso a tutte le parti necessarie del processo. Questo caso evidenzia l'importanza cruciale del rispetto dei termini e delle procedure per evitare la chiusura anticipata del giudizio.
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Distanze legali ricostruzione: la Cassazione decide
Una controversia tra due proprietarie confinanti riguardante le distanze legali nella ricostruzione di un edificio è al centro di una recente ordinanza della Cassazione. La Corte d'Appello aveva dato ragione alla proprietaria dell'edificio preesistente, contestando la violazione delle distanze. Tuttavia, la Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che deve essere applicata una nuova norma più permissiva (introdotta dal D.L. 76/2020), entrata in vigore dopo la sentenza d'appello. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione alla luce delle nuove regole sulle distanze legali ricostruzione.
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Domanda nuova: limiti nel giudizio di rinvio
Una lunga controversia ereditaria su un immobile vede la Corte di Cassazione pronunciarsi sui limiti del giudizio di rinvio. I ricorrenti, dopo una prima cassazione, hanno tentato di modificare la base giuridica della loro pretesa, da contratto preliminare a legato. La Corte ha rigettato il ricorso, qualificando tale modifica come una "domanda nuova" inammissibile, in quanto altera radicalmente la causa petendi, ovvero i fatti costitutivi del diritto vantato. È stato invece parzialmente accolto il ricorso incidentale sulle spese legali.
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