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Diritto Immobiliare

Trascrizione immobile: la nota è la prova decisiva
Una parte acquirente in una permuta agisce per rivendicare una porzione di giardino venduta a terzi. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, evidenziando che per la validità della trascrizione immobile, la prova decisiva è la nota di trascrizione, non prodotta in giudizio. Senza di essa, l'esatta estensione del diritto non è opponibile ai successivi acquirenti. La Corte ha inoltre confermato che accordi successivi possono modificare i patti originali.
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Possesso vale titolo: auto estera è bene mobile
Una società acquista un'auto di provenienza estera e ne ottiene il possesso in buona fede. Un'altra società rivendica la proprietà sulla base di un acquisto successivo. La Cassazione chiarisce che se l'auto non è ancora iscritta al P.R.A. italiano, si applica la regola del "possesso vale titolo" propria dei beni mobili semplici. Di conseguenza, chi ha ottenuto per primo il possesso in buona fede ne è il legittimo proprietario, a prescindere dalla registrazione estera del veicolo, che ha finalità di sola circolazione.
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Termine impugnazione delibera: quando decorre per l’assente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4191/2024, ha stabilito un principio fondamentale sul termine impugnazione delibera condominiale. Se il rappresentante di un condomino si allontana dall'assemblea prima di una votazione, il condomino è da considerarsi 'assente'. Di conseguenza, il termine di 30 giorni per contestare la decisione non decorre dal giorno della riunione, ma dalla data in cui riceve la comunicazione del verbale. Questa decisione ribalta le sentenze di merito che avevano qualificato l'allontanamento come 'sostanziale astensione', ritenendo irrilevante la possibilità di aver udito l'esito della votazione dall'esterno della sala.
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Inadempimento preliminare: ritardi e buona fede
La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di un contratto preliminare per inadempimento della società promittente acquirente. La sentenza evidenzia come il ritardo nell'avviare le operazioni di frazionamento, a carico dell'acquirente, e la mancata convocazione per il rogito costituiscano un inadempimento preliminare di importanza tale da giustificare lo scioglimento del contratto, a nulla valendo un lieve ritardo successivo delle promittenti venditrici.
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Domanda Interessi: quando il giudice non può decidere
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito che aveva concesso gli interessi sul prezzo di una compravendita immobiliare in assenza di una specifica domanda interessi da parte del creditore. L'ordinanza ribadisce che, in base al principio della domanda (art. 112 c.p.c.), il giudice non può pronunciarsi su accessori del credito, come gli interessi, se non espressamente richiesti, a differenza del risarcimento del danno dove essi sono una componente intrinseca.
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Servitù di passaggio: limiti e opere sul fondo servente
La Corte di Cassazione ha stabilito i limiti della servitù di passaggio, negando ai proprietari di un immobile il diritto di costruire una scala a chiocciola che avrebbe occupato interamente il vano (la cosiddetta "torretta") sul fondo servente, di proprietà altrui. La Corte ha chiarito che l'esercizio di una servitù non può spingersi fino a privare di fatto il proprietario del fondo servente della sua proprietà, specialmente se il titolo originario non prevede modalità così invasive.
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Impugnazione lodo arbitrale: limiti e motivi
Una società committente impugnava un lodo arbitrale che la condannava a pagare lavori extracontrattuali a una ditta costruttrice, sostenendo che tali costi avrebbero dovuto essere compensati. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo i limiti dell'impugnazione lodo arbitrale, specialmente con la normativa antecedente alla riforma del 2006. La sentenza ha stabilito che non è possibile contestare la valutazione dei fatti compiuta dagli arbitri né denunciare mere violazioni di norme procedurali, se non espressamente previsto dalla clausola compromissoria.
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Indennità di espropriazione: il calcolo corretto
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza che aveva ridotto drasticamente l'indennità di espropriazione per alcuni terreni, qualificandoli erroneamente come non edificabili. La Corte ha stabilito che i giudici devono analizzare in dettaglio la natura dei vincoli urbanistici (espropriativi o conformativi) e applicare i corretti criteri di legge per calcolare sia l'indennità di espropriazione sia quella di occupazione, senza fare valutazioni semplicistiche.
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Clausola vessatoria: quando la trattativa non basta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4140/2024, ha cassato la decisione di una Corte d'Appello che aveva ritenuto valida una clausola penale in un contratto tra un consumatore e un'impresa edile. L'ordinanza chiarisce che per escludere la natura di clausola vessatoria non è sufficiente la mera presenza di avvocati, ma il professionista deve provare l'esistenza di una trattativa specifica, individuale ed effettiva sulla singola clausola, che abbia dato al consumatore la concreta possibilità di incidere sul suo contenuto. La valutazione generica e apodittica della Corte territoriale è stata ritenuta insufficiente.
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Indennità di esproprio: rito e calcolo del valore
Un'amministrazione comunale ha contestato l'importo di un'indennità di esproprio stabilita dalla Corte d'Appello, sollevando questioni sulla procedura legale e sul metodo di valutazione del terreno. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la correttezza del rito sommario utilizzato per la determinazione dell'indennità e validando la stima che escludeva dal calcolo il valore di un'opera abusiva presente sulla proprietà.
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Domanda riconvenzionale: autonomia e restituzione
Una società ottiene un'ingiunzione di pagamento per canoni non pagati. L'opponente contesta il decreto e, contestualmente, avanza una domanda riconvenzionale per la restituzione del deposito cauzionale. Sebbene l'opposizione principale venga dichiarata inammissibile perché tardiva, la Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale: l'inammissibilità dell'opposizione non travolge la domanda riconvenzionale, che conserva la sua autonomia e deve essere decisa nel merito. Di conseguenza, la Corte ha ordinato la restituzione del deposito.
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Indennità di esproprio: conta la data del sisma
Una proprietaria di terreni, espropriati per la ricostruzione post-terremoto, ha richiesto un'indennità basata sul valore edificabile acquisito dopo il sisma. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'indennità di esproprio in questi casi deve essere calcolata sul valore che il bene aveva alla data dell'evento sismico, per evitare ingiuste locupletazioni derivanti dall'emergenza stessa. La decisione si fonda su una norma speciale che deroga alla regola generale.
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Indennità di esproprio: il valore post-sisma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4098/2024, ha stabilito un principio fondamentale per il calcolo dell'indennità di esproprio in contesti post-calamità. Analizzando il caso di terreni espropriati dopo il sisma de L'Aquila del 2009, la Corte ha confermato che il valore del bene deve essere determinato con riferimento alla data dell'evento sismico e non a quella, successiva, del decreto di esproprio. Questa interpretazione della norma speciale (D.L. 39/2009) mira a evitare ingiuste locupletazioni da parte dei proprietari, neutralizzando gli aumenti di valore derivanti unicamente dagli interventi di ricostruzione di pubblica utilità.
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Responsabilità direttore lavori: la Cassazione conferma
Un direttore dei lavori è stato ritenuto corresponsabile per i danni da infiltrazioni causati dall'impresa appaltatrice. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, sottolineando che la sua responsabilità non viene meno con semplici solleciti formali. Era necessario un intervento più incisivo, come consigliare la sostituzione dell'impresa inadempiente, per adempiere pienamente all'obbligo di vigilanza. La decisione ribadisce l'importanza di un controllo attivo e sostanziale per escludere la responsabilità del direttore dei lavori.
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Vincolo espropriativo: rinvio per accordo tra le parti
In una controversia relativa all'indennizzo per un vincolo espropriativo, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Anziché decidere nel merito i ricorsi presentati da una cittadina e da un Comune, la Corte ha accolto la richiesta di rinvio dell'udienza. La decisione è stata motivata dal raggiungimento di un accordo bonario tra le parti, la cui formalizzazione richiede ulteriore tempo. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo per permettere la finalizzazione della transazione.
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Correzione errore materiale: analisi di un caso pratico
Una controversia tra una cittadina e un ente comunale per un'indennità da vincolo espropriativo giunge in Cassazione. Il focus si sposta sulla procedura di correzione di errore materiale, avviata dal Comune per un pagamento già effettuato ma non detratto in una precedente sentenza. La Corte di Cassazione, preso atto di un accordo bonario tra le parti, ha rinviato la trattazione del ricorso per consentirne la formalizzazione, dimostrando come la volontà delle parti possa influenzare il corso del processo anche in fase di legittimità.
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Indennità di esproprio: il valore pre-sisma prevale
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società immobiliare che chiedeva un'indennità di esproprio basata sul valore edificabile acquisito dai suoi terreni dopo il sisma de L'Aquila del 2009. La Corte ha stabilito che, in base alla normativa speciale emergenziale (D.L. 39/2009), il valore per il calcolo dell'indennità di esproprio deve essere quello che il bene aveva alla data del sisma, al fine di evitare speculazioni e ingiuste locupletazioni derivanti dalla stessa opera di ricostruzione pubblica.
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Eccezione inadempimento: l’onere prova in appalto
Un committente si oppone al pagamento di lavori edili contestando la difformità del tetto rispetto al progetto. La Corte di Cassazione, con ordinanza 4077/2024, chiarisce che se l'eccezione d'inadempimento è sollevata tempestivamente, spetta all'appaltatore dimostrare che le variazioni erano autorizzate. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva erroneamente ritenuto tardiva la contestazione del committente, stabilendo un importante principio sull'onere della prova.
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Reiterazione istanze istruttorie: la guida completa
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 4102/2024, ha rigettato il ricorso di una società in una causa di leasing immobiliare. Il punto cruciale è la corretta reiterazione delle istanze istruttorie: la Corte ha ribadito che le richieste di prova non accolte in primo grado devono essere riproposte specificamente in appello, altrimenti si considerano rinunciate. Un richiamo generico agli atti precedenti non è sufficiente, consolidando un principio fondamentale della procedura civile.
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Interruzione usucapione e azione di confine: la guida
In una controversia tra fratelli per un confine conteso, la Corte di Cassazione chiarisce che l'azione di regolamento dei confini è sufficiente a determinare l'interruzione usucapione. Questo perché tale azione legale include implicitamente la richiesta di restituzione della porzione di terreno indebitamente occupata, tutelando così il diritto del proprietario.
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