La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26198/2024, ha confermato che una comunicazione informale, come una telefonata, è sufficiente per la denuncia di vizi su un immobile, purché se ne dia prova. Nel caso specifico, l'ammissione dei venditori in sede di interrogatorio formale è stata ritenuta una confessione e quindi prova piena della tempestiva notifica telefonica da parte degli acquirenti, superando la questione della successiva comunicazione scritta. La Corte ha così rigettato il ricorso dei venditori, condannandoli al risarcimento del danno.
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