LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Difformità urbanistica: la garanzia del venditore
Un'impresa edile acquista un immobile con difformità urbanistica, garantito come regolare dal venditore. La Corte di Cassazione conferma la decisione d'appello che accordava all'acquirente una riduzione del prezzo, rigettando il ricorso del venditore. La Corte ha stabilito che la garanzia contrattuale prevale e la conoscenza effettiva della difformità da parte dell'acquirente non era stata provata, rendendo irrilevante la clausola 'visto e piaciuto'.
Continua »
Deposito tardivo sentenza: ricorso in Cassazione fermato
La Corte di Cassazione ha dichiarato improcedibile un ricorso a causa del deposito tardivo della sentenza impugnata, avvenuto ben oltre il termine di 20 giorni previsto dalla legge. Il caso, originato da una disputa su canoni di locazione non pagati, evidenzia il rigore delle norme processuali e la non sanabilità di tale omissione, anche se la controparte si costituisce. La Corte ha ribadito che il rispetto dei termini è essenziale per la rapida definizione dei giudizi.
Continua »
Litisconsorzio necessario: causa rinviata al 1° grado
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di appello, rinviando la causa al tribunale di primo grado per un difetto di litisconsorzio necessario. In un'azione per il rilascio di un immobile occupato da una coppia di conviventi, il ricorrente aveva citato in giudizio solo la compagna del fratello, omettendo quest'ultimo. La Corte ha stabilito che, poiché l'azione mirava a far cessare un rapporto di comodato che coinvolgeva entrambi i conviventi, entrambi avrebbero dovuto essere convenuti in giudizio fin dall'inizio.
Continua »
Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Una società aveva impugnato in Cassazione una sentenza d'appello che confermava un ordine di rilascio di un immobile. Durante il procedimento, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. Di conseguenza, la società ricorrente ha formalizzato la rinuncia al ricorso, che è stata accettata dalla controparte. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, specificando che, in questi casi, non si procede né alla condanna alle spese né al raddoppio del contributo unificato.
Continua »
Patto commissorio: quando il lease back è nullo?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società fallita che chiedeva la nullità di un contratto di 'sale and lease back', sostenendo che violasse il divieto di patto commissorio. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali non avevano riscontrato la prova dei tre indici sintomatici (situazione debitoria preesistente, difficoltà economica del venditore, sproporzione del prezzo) necessari a configurare l'illecito. È stato ribadito che tale accertamento è un'indagine di fatto, non rivalutabile in sede di legittimità, e che la presenza di un 'patto marciano' nel contratto rafforza la sua validità.
Continua »
Denuncia vizi immobile: la telefonata vale come prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26198/2024, ha confermato che una comunicazione informale, come una telefonata, è sufficiente per la denuncia di vizi su un immobile, purché se ne dia prova. Nel caso specifico, l'ammissione dei venditori in sede di interrogatorio formale è stata ritenuta una confessione e quindi prova piena della tempestiva notifica telefonica da parte degli acquirenti, superando la questione della successiva comunicazione scritta. La Corte ha così rigettato il ricorso dei venditori, condannandoli al risarcimento del danno.
Continua »
Clausola penale leasing: l’intervento della Cassazione
Una società di leasing risolve un contratto per inadempimento e vende l'immobile. Il fallimento dell'utilizzatore contesta la clausola penale leasing ritenendola eccessiva. La Cassazione stabilisce che il giudice può valutare d'ufficio l'eccessività della penale, anche se non esplicitamente sollevata in appello, cassando la decisione precedente.
Continua »
Vizi della perizia: quando l’opposizione non è tardiva
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26164/2024, ha stabilito che l'opposizione di un debitore basata su gravi vizi della perizia di stima, tali da alterare l'identificazione e le caratteristiche essenziali del bene (come l'omessa indicazione che fosse intercluso), non è tardiva anche se proposta dopo i termini iniziali. La Corte ha chiarito che tali difetti sostanziali creano una "situazione viziante" che si propaga a tutti gli atti successivi della procedura esecutiva, consentendo di impugnare anche l'aggiudicazione e il decreto di trasferimento. Di conseguenza, ha annullato la decisione di merito e ha rinviato il caso per un esame approfondito dei vizi denunciati.
Continua »
Prelazione agraria: la prova della mancata vendita
Un coltivatore diretto ha agito in giudizio per esercitare il diritto di prelazione agraria su un terreno confinante venduto dal Comune. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, stabilendo che spetta a chi esercita il diritto dimostrare di non aver venduto altri fondi rustici nel biennio precedente. La prova fornita è stata ritenuta insufficiente, comportando il rigetto della domanda.
Continua »
Offerta del prezzo: quando non serve per la vendita
Un promissario acquirente ha richiesto il trasferimento di un immobile e la riduzione del prezzo per vizi. I tribunali di merito hanno respinto la domanda per mancata offerta del prezzo. La Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che quando si chiede una riduzione del prezzo, l'offerta del prezzo non è necessaria prima che il giudice stabilisca l'importo esatto dovuto.
Continua »
Vizio di motivazione e risarcimento del danno
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello per vizio di motivazione. Il caso riguarda una richiesta di risarcimento danni per l'occupazione illegittima di un'area adiacente a una villa, che ha causato la perdita di canoni di locazione. La Cassazione ha ritenuto contraddittoria e incomprensibile la motivazione della Corte territoriale, la quale, pur escludendo l'occupazione diretta della villa, aveva riconosciuto un risarcimento pari all'intero canone di locazione perso, senza spiegare adeguatamente il nesso causale e la quantificazione del danno.
Continua »
Prelazione agraria: no al riscatto su quote sociali
Un coltivatore diretto ha agito in giudizio per esercitare il diritto di prelazione agraria su un fondo confinante, sostenendo che la cessione di quote della società proprietaria del terreno fosse un'operazione simulata per eludere i suoi diritti. Il Tribunale ha respinto la domanda per difetto di legittimazione passiva dei convenuti, in quanto l'azione doveva essere intentata contro la società proprietaria. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, rigettando il ricorso perché mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, e ha ribadito che la cessione di quote sociali non equivale a una vendita del fondo.
Continua »
Azione revocatoria e prova della scientia damni
Una società costruttrice, prima di essere dichiarata fallita, vende due appartamenti al suo ex socio di maggioranza. La curatela fallimentare agisce con azione revocatoria sostenendo che la vendita ha danneggiato i creditori. La Corte di Cassazione conferma la revoca della vendita, ritenendo provata la consapevolezza del danno (scientia damni) da parte dell'acquirente. La prova è stata desunta da una serie di indizi, tra cui il suo precedente ruolo in società, il prezzo di vendita inferiore al valore di mercato e il momento critico in cui è avvenuta la stipula.
Continua »
Accettazione tacita opere: la Cassazione chiarisce
Una società appaltatrice ha citato in giudizio la committente per il mancato pagamento di somme residue, sostenendo vi fosse stata un'accettazione tacita opere. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. È stato stabilito che la mera presa in consegna dell'immobile non implica automaticamente l'accettazione, specialmente se mancano la verifica formale e il collaudo, e se la committente ha manifestato la volontà di contestare i lavori. La richiesta di pagamento legata a una transazione è stata respinta per documentazione amministrativa incompleta.
Continua »
Domanda riconvenzionale condomino: limiti e tutele
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26102/2024, ha stabilito che la domanda riconvenzionale del condomino contro il proprio condominio è inammissibile in un giudizio promosso da un terzo creditore. Il caso riguardava un condomino che, intervenendo nella causa tra il condominio e una ditta appaltatrice, chiedeva l'accertamento di un proprio credito verso il condominio. La Corte ha chiarito che le controversie tra condominio e singoli condomini devono essere trattate in una sede separata, poiché la causa con il terzo creditore riguarda un'obbligazione collettiva in cui l'amministratore ha la rappresentanza esclusiva.
Continua »
Compensazione spese legali: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26099/2024, interviene sul tema della compensazione spese legali. In un caso di risoluzione contrattuale, la Corte ha accolto parzialmente il ricorso, annullando la condanna alle spese per la parte che, pur risultando soccombente sui motivi principali, era risultata vittoriosa su un punto specifico. La Corte ha quindi disposto la compensazione integrale delle spese per il giudizio d'appello e per quello di legittimità, stabilendo un importante principio sulla ripartizione dei costi processuali.
Continua »
Cessazione materia del contendere: accordo tra le parti
La Corte di Cassazione dichiara la cessazione materia del contendere in una causa tra una società turistica e un consorzio residenziale. Le parti avevano raggiunto un accordo extragiudiziale, portando la Corte a chiudere il procedimento e a compensare le spese legali.
Continua »
Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte sia della società ricorrente principale che di quella incidentale. La Corte ha compensato le spese tra queste due, ma ha condannato la ricorrente principale a pagare le spese del condominio controricorrente, poiché quest'ultimo non aveva formalmente accettato la rinuncia, applicando il principio della soccombenza.
Continua »
Interesse ad agire: l’appello è inammissibile
Una società di trasporti ha impugnato una sentenza che determinava un'indennità di esproprio, pur non essendo stata condannata al pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per mancanza di interesse ad agire, poiché la società non era parte soccombente nel giudizio precedente, essendo la domanda di manleva nei suoi confronti già stata respinta con una statuizione passata in giudicato.
Continua »
Provvigione mediatore: quando è nulla la clausola?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26061/2024, ha stabilito che la clausola che lega il diritto alla provvigione del mediatore alla semplice comunicazione di accettazione della proposta, anziché alla conclusione dell'affare, è da considerarsi vessatoria e quindi nulla. Nel caso esaminato, un'agenzia immobiliare pretendeva il pagamento della provvigione nonostante la compravendita non si fosse perfezionata. La Suprema Corte ha chiarito che tale pattuizione crea un significativo squilibrio a danno del consumatore, sganciando la causa del contratto di mediazione (il risultato) dalla controprestazione, in violazione del Codice del Consumo e del principio di buona fede.
Continua »