LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Delibera preparatoria: quando è impugnabile?
Una condomina impugnava una delibera del proprio condominio relativa a beni comuni di un supercondominio. La Cassazione ha respinto il ricorso, qualificando la decisione come una delibera preparatoria, non immediatamente lesiva e quindi non impugnabile, poiché la sua efficacia era subordinata all'approvazione degli altri condomini.
Continua »
Eredità transnazionale: la scissione e i debiti
In un complesso caso di eredità transnazionale di un cittadino britannico con beni mobili nel Regno Unito e immobili in Italia, la Corte di Cassazione interviene nuovamente. La Corte accoglie parzialmente i ricorsi, cassando la sentenza d'appello. Afferma che il giudice di merito ha errato nel negare l'istruttoria per provare la capienza del patrimonio mobiliare per un legato e ha commesso un errore nella doppia imputazione di alcuni debiti. Il caso viene rinviato per un nuovo esame su questi punti specifici e sulla cancellazione di una trascrizione.
Continua »
Diritto di regresso TARI: la Cassazione decide
Un soggetto che paga l'intera TARI per un immobile co-occupato ha diritto di chiedere il rimborso della quota all'altro occupante. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30167/2025, ha confermato il diritto di regresso TARI, respingendo il ricorso di un co-obbligato che contestava la propria legittimazione passiva. La Corte ha stabilito che la detenzione di fatto dell'immobile è sufficiente a creare l'obbligazione solidale, legittimando l'azione di regresso di chi ha saldato l'intero debito tributario.
Continua »
Controcredito contestato: quando è inammissibile
Una società condannata a pagare canoni di locazione si opponeva eccependo un controcredito. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, confermando che un controcredito contestato e già oggetto di un altro giudizio non può essere utilizzato in compensazione, data la sua incertezza. L'ordinanza sottolinea anche i rigorosi oneri processuali per denunciare l'omessa pronuncia del giudice d'appello.
Continua »
Responsabilità condominio: tubature private e danni
Un professionista cita in giudizio il condominio per danni da infiltrazioni d'acqua. I tribunali respingono la richiesta perché la perizia tecnica (CTU) ha accertato che la rottura è avvenuta in un tratto di tubazione di proprietà privata. La Cassazione conferma, escludendo la responsabilità del condominio quando il danno non origina da una parte comune dell'edificio.
Continua »
Giurisdizione giudice ordinario: il caso del comodato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15911/2024, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra il giudice ordinario e quello amministrativo. Il caso riguardava un contratto di comodato per un immobile, stipulato tra un ente pubblico in liquidazione e un'amministrazione statale. Le Sezioni Unite hanno affermato la giurisdizione del giudice ordinario, poiché la controversia verte su diritti e obblighi derivanti da un contratto di diritto privato, dove l'amministrazione non esercita poteri autoritativi, ma agisce su un piano paritario. La natura pubblica delle parti o l'interesse pubblico sotteso non sono sufficienti, da soli, a spostare la competenza al giudice amministrativo.
Continua »
Nullità delibera condominiale: quando è valida?
Un condomino si opponeva a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, sostenendo la nullità della delibera condominiale di approvazione per violazione dei criteri di ripartizione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l'approvazione di nuove tabelle millesimali non richiede l'unanimità ma solo una maggioranza qualificata. Di conseguenza, un'eventuale approvazione con una maggioranza errata non costituisce una nullità rilevabile d'ufficio dal giudice, ma al massimo un vizio di annullabilità da impugnare nei termini di legge.
Continua »
Diritto di veduta: no a coperture su terrazzi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15906/2024, ha confermato la demolizione di una struttura realizzata su un terrazzo privato in condominio. La Corte ha stabilito che il diritto di veduta in appiombo del proprietario del piano superiore prevale sulle esigenze di privacy del proprietario sottostante. La controversia non riguarda l'uso più intenso della cosa comune (art. 1102 c.c.), ma un conflitto tra diritti su proprietà esclusive, regolato dall'art. 907 c.c. sulle distanze delle costruzioni dalle vedute.
Continua »
Prova documentale illeggibile: quando è inammissibile
Una lunga disputa sulla proprietà di alcuni immobili, basata su una vecchia transazione, si conclude con una pronuncia della Corte di Cassazione. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la prova documentale illeggibile, fulcro della difesa, era stata giudicata tale già nei precedenti gradi di giudizio. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla leggibilità di un documento è un accertamento di fatto, insindacabile in sede di legittimità, rendendo vane tutte le altre censure legali.
Continua »
Eccesso di potere: quando il giudice non invade la P.A.
Un Comune ricorre in Cassazione lamentando un eccesso di potere giurisdizionale da parte del Consiglio di Stato, reo di aver 'frazionato' una concessione edilizia unitaria. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che la correzione di un errore di fatto, basata su documenti presenti in atti, rientra pienamente nella funzione del giudice e non costituisce un'invasione delle competenze della Pubblica Amministrazione. L'eventuale errore del giudice amministrativo in tale valutazione si qualifica come 'error in iudicando', non sindacabile in sede di legittimità per motivi di giurisdizione.
Continua »
Ricorso inammissibile e motivi nuovi in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un ex coniuge contro la sentenza di scioglimento della comunione dei beni. Il ricorso è stato respinto perché basato su motivi sollevati per la prima volta in Cassazione, come la presunta nullità di un accordo transattivo, e su critiche generiche alla Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) sul valore degli immobili. La Corte ha ribadito che non è possibile introdurre nuove questioni in sede di legittimità e che le contestazioni devono essere specifiche e tempestive.
Continua »
Ratifica opere condominiali: quando è valida?
La Corte di Cassazione chiarisce che la ratifica opere condominiali da parte dell'assemblea è valida anche se successiva all'esecuzione dei lavori non autorizzati. Il caso riguarda la trasformazione di un'area verde comune con piattaforme in cemento e un chiosco. La Corte ha ritenuto le opere un miglioramento e non un'innovazione, validando l'operato dell'amministratore grazie a delibere assembleari successive che ne approvavano l'operato.
Continua »
Testamento falso: le conseguenze sulla vendita
La Corte di Cassazione esamina un caso complesso di eredità contesa a causa di un testamento falso. L'ordinanza conferma l'inefficacia della vendita di un immobile derivante dal testamento nullo e la condanna del venditore al risarcimento danni verso l'acquirente. La Corte chiarisce importanti principi procedurali sulla contestazione delle domande riconvenzionali e sui limiti della tutela dell'acquirente in buona fede.
Continua »
Proprietà cortile condominiale: il titolo prevale
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un condominio che rivendicava la proprietà di un'area esterna. La Corte ha stabilito che il titolo di proprietà specifico dei singoli condomini, che risultava da una riserva del costruttore, prevale sulla presunzione di proprietà condominiale. Inoltre, una precedente sentenza favorevole al condominio non è stata ritenuta vincolante per i proprietari non coinvolti in quel giudizio.
Continua »
Estinzione del giudizio: rinuncia e conseguenze
Una società immobiliare aveva impugnato in Cassazione una sentenza della Corte d'Appello che la condannava al pagamento di oneri condominiali. Tuttavia, durante il processo, la società ha presentato un atto di rinuncia al ricorso. Il condominio ha accettato la rinuncia. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, senza pronunciarsi sulle spese legali data l'accettazione della controparte.
Continua »
Acquisizione sanante: l’indennizzo esclude l’opera
Un'ordinanza della Corte di Cassazione stabilisce un principio fondamentale in materia di espropriazione. In caso di acquisizione sanante di un bene illegittimamente occupato, l'indennizzo dovuto al proprietario non deve includere il valore dell'opera pubblica che l'amministrazione ha realizzato sul fondo. La decisione mira a evitare un ingiustificato arricchimento del privato e una duplicazione dei costi per l'ente pubblico, basandosi su un'interpretazione letterale e sistematica dell'articolo 42-bis del Testo Unico Espropri.
Continua »
Motivazione apparente e oneri di perequazione
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d'Appello per motivazione apparente. Il giudice di secondo grado non aveva adeguatamente giustificato l'esclusione di ingenti oneri di perequazione dal calcolo dell'indennità di esproprio, aderendo acriticamente a una correzione immotivata del consulente tecnico. La sentenza sottolinea l'obbligo per il giudice di fornire un percorso logico-giuridico comprensibile e non contraddittorio, pena la nullità della decisione.
Continua »
Impugnazione delibera condominiale: quando è tardi
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un condomino che contestava il pagamento di spese condominiali. La Corte ha stabilito che la sede per contestare errori di calcolo è l'impugnazione della delibera assembleare che approva il bilancio. Una volta che la delibera diventa definitiva perché non impugnata, l'obbligo di pagamento è vincolante e non possono essere ammesse nuove prove in appello per rimettere in discussione il debito.
Continua »
Mandato avvocato e compenso: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15792/2024, ha esaminato il caso di un legale che aveva trattenuto parte di una somma ricevuta da una cliente per un acquisto immobiliare a titolo di compenso professionale. La Corte ha stabilito che l'attività svolta rientrava in un regolare mandato avvocato e non in una mediazione immobiliare, vietata ai legali. Di conseguenza, ha ritenuto legittima l'operazione di 'compensazione impropria' tra il debito del legale (restituzione della somma) e il suo credito (onorari), poiché entrambi derivanti dal medesimo rapporto. L'ordinanza rigetta sia il ricorso della cliente sia quello incidentale del legale sulla ripartizione delle spese.
Continua »
Ricorso per Cassazione: quando è inammissibile
Una società conduttrice, dopo una condanna al rilascio di un immobile commerciale, ha presentato un ricorso per cassazione. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile perché la parte ricorrente non ha trascritto né localizzato adeguatamente i documenti e le clausole contrattuali su cui si basavano le sue lamentele. Questa omissione ha violato il principio di specificità, impedendo alla Corte di valutare il merito della questione.
Continua »