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Diritto Immobiliare

Indennità di espropriazione: i criteri di stima
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni proprietari terrieri, confermando la correttezza della decisione della Corte d'Appello sulla determinazione dell'indennità di espropriazione. La sentenza sottolinea che la stima deve basarsi su un'analisi equilibrata delle caratteristiche del terreno, del suo inserimento nel tessuto urbanistico e della destinazione delle aree circostanti, come precedentemente indicato dalla stessa Cassazione in una sentenza di rinvio. Le critiche alla consulenza tecnica d'ufficio (C.T.U.) sono state ritenute inammissibili in sede di legittimità.
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Indennità di esproprio: i criteri di valutazione
La Corte di Cassazione conferma la decisione della Corte d'Appello sulla corretta determinazione dell'indennità di esproprio per alcuni terreni destinati a parcheggio pubblico. La Corte ribadisce che la valutazione deve basarsi su tre criteri congiunti: le caratteristiche del terreno, il suo inserimento nel tessuto urbanistico e la destinazione delle aree circostanti. Le critiche alla consulenza tecnica d'ufficio (CTU) non possono essere motivo di ricorso in Cassazione, in quanto attengono a valutazioni di merito.
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Domanda trasversale: come agire contro un co-convenuto
La Corte di Cassazione interviene sul tema della domanda trasversale tra convenuti. In un caso di vizi acustici di un immobile, la venditrice citava in garanzia altri convenuti (progettisti e costruttori). Le corti di merito ritenevano tardiva la domanda perché non era stato chiesto il differimento dell'udienza. La Cassazione cassa la decisione, stabilendo che per la domanda trasversale non si applicano le formalità previste per la chiamata di un terzo estraneo al giudizio, semplificando così l'azione processuale.
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Indennità di esproprio: giudicato e limiti al ricorso
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società agricola in un caso di indennità di esproprio. La Corte ha stabilito che la natura non edificabile del terreno era già stata decisa con una precedente sentenza parziale passata in giudicato, creando un 'giudicato interno' che impediva una nuova discussione sul punto. Di conseguenza, tutti i motivi di ricorso basati sulla presunta edificabilità del suolo sono stati respinti, confermando l'importo dell'indennizzo stabilito in appello.
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Indennità di esproprio: i criteri di stima corretti
La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla corretta determinazione dell'indennità di esproprio per un terreno destinato a parcheggio pubblico. Confermando la decisione della Corte d'Appello, ha stabilito che la valutazione deve basarsi su un'analisi congiunta di tre criteri fondamentali: le caratteristiche intrinseche del bene, il suo inserimento nel tessuto urbanistico e la destinazione dei terreni circostanti. La Corte ha rigettato il ricorso dei proprietari, i quali sostenevano una valutazione errata, ribadendo che la stima del consulente tecnico, se recepita dal giudice di merito con motivazione adeguata, non è sindacabile in sede di legittimità.
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Indennità di espropriazione: il metodo comparativo
Una società immobiliare ha contestato l'importo dell'indennità di espropriazione per un terreno destinato a parcheggio pubblico. La società richiedeva una valutazione basata sui redditi della sua attività, ma la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. La Suprema Corte ha confermato la validità del metodo sintetico-comparativo, basato sul valore di mercato di beni simili, ritenendolo il criterio corretto per determinare la giusta indennità di espropriazione, in quanto la destinazione urbanistica preesistente del terreno era già a parcheggio.
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Decadenza permesso di costruire: demolizione per analogia
La Corte di Cassazione, Sezioni Unite, ha stabilito l'inammissibilità del ricorso contro una decisione del Consiglio di Stato che confermava l'ordine di demolizione di un immobile. Il caso riguarda la decadenza del permesso di costruire, originariamente concesso a un imprenditore agricolo a condizione del mantenimento della destinazione d'uso. Venuta meno tale condizione, il Comune ha ordinato la demolizione. La Corte ha chiarito che l'applicazione analogica, da parte del giudice amministrativo, delle sanzioni previste per l'annullamento del titolo edilizio (art. 38 D.P.R. 380/2001) alla diversa ipotesi di decadenza del permesso di costruire non costituisce un eccesso di potere giurisdizionale, ma rientra nell'attività interpretativa, non sindacabile in sede di legittimità per motivi di giurisdizione.
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Clausola risolutiva espressa: risoluzione automatica
Una società vendeva un immobile con riserva di proprietà. L'acquirente non pagava diverse rate, così il venditore ha invocato la clausola risolutiva espressa presente nel contratto. Il Tribunale ha dichiarato il contratto risolto di diritto, ordinando la restituzione dell'immobile. Ha inoltre stabilito un equo compenso per l'uso del bene, superiore alle rate versate, condannando l'acquirente al pagamento della differenza.
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Risoluzione contratto locazione per morosità: il caso
Un tribunale ha decretato la risoluzione contratto locazione a causa della persistente morosità dell'inquilino. Nonostante la notifica a persona irreperibile e la contumacia, il conduttore è stato condannato al rilascio dell'immobile e al pagamento di tutti i canoni arretrati, oltre agli interessi e alle spese legali, confermando che l'onere di provare il pagamento spetta al debitore.
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Cessazione della materia del contendere: il caso
Una lunga vicenda giudiziaria, iniziata con l'annullamento di una procedura di esproprio per la realizzazione di una discarica, giunge a una conclusione procedurale. Una società si era opposta a un decreto di acquisizione del proprio terreno, ottenendone l'annullamento. Nel successivo giudizio di ottemperanza, il Consiglio di Stato aveva ordinato alla società di restituire gli indennizzi ricevuti. La società ha impugnato tale decisione dinanzi alla Cassazione. Tuttavia, nel frattempo, la sentenza impugnata è stata annullata da un'altra pronuncia del Consiglio di Stato. Di conseguenza, le Sezioni Unite hanno dichiarato la cessazione della materia del contendere, poiché l'oggetto del ricorso era venuto a mancare.
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Simulazione relativa: confessione e valutazione prove
Una società immobiliare ha perso un ricorso in Cassazione riguardo una compravendita immobiliare. I giudici hanno confermato che si trattava di una simulazione relativa, basandosi sulla confessione del legale rappresentante. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione delle prove è compito del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, rigettando il tentativo della società di presentare l'operazione come un legittimo negozio indiretto.
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Caparra confirmatoria: modifica senza forma scritta
Una società acquirente versa somme aggiuntive dopo la scadenza del termine essenziale, indicando come causale 'integrazione caparra confirmatoria'. La Cassazione stabilisce che questo comportamento, unito all'accettazione del venditore, costituisce una modifica tacita del patto sulla caparra e una rinuncia al termine, annullando la decisione della Corte d'Appello che ne aveva ordinato la restituzione.
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Nullità nomina amministratore e tutela dei terzi
Un ex amministratore, sostituito con una delibera falsa, contesta la vendita di un immobile societario. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che la nullità della nomina dell'amministratore non è opponibile ai terzi acquirenti in buona fede, soprattutto se l'atto di nomina era regolarmente pubblicato nel registro delle imprese. La Corte sottolinea che l'onere di provare la malafede dell'acquirente spetta a chi impugna l'atto, prova che in questo caso non è stata fornita.
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Servitù di passaggio: come si interpreta il titolo?
Una controversia tra proprietari confinanti sulla natura di una servitù di passaggio, se solo pedonale o anche carrabile. Il caso, basato sull'interpretazione di un atto notarile del 1985 che menzionava la larghezza del viale e la sosta di auto per 'carico e scarico', è giunto in Cassazione. La Suprema Corte ha confermato che tali elementi sono sufficienti a dimostrare l'intenzione originaria delle parti di costituire una servitù di passaggio anche con veicoli, respingendo il ricorso dei proprietari del fondo servente.
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Acquisto a non domino: trascrizione non sana il vizio
La Corte di Cassazione chiarisce che in un conflitto tra un acquirente dal vero proprietario e un successivo acquirente da chi non è più proprietario (acquisto a non domino), le regole sulla trascrizione non si applicano. La trascrizione non può sanare il difetto del titolo. La Corte ha dato ragione al primo acquirente, il cui diritto derivava da una sentenza di trasferimento ex art. 2932 c.c. passata in giudicato, anche se il bene era stato nel frattempo venduto a un terzo che aveva trascritto il proprio acquisto.
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Cessione dei crediti in garanzia: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla cessione dei crediti in garanzia. In un caso complesso legato a contratti di leasing e affitto d'azienda, la Corte ha chiarito che la garanzia accessoria (la cessione dei crediti) si estingue automaticamente quando viene meno l'obbligazione principale garantita (il contratto di leasing). Di conseguenza, il cessionario non può più pretendere i pagamenti successivi alla scadenza del contratto principale, poiché il credito ritorna nella sfera giuridica del cedente. La sentenza annulla la decisione d'appello che aveva condannato un'azienda al pagamento dei canoni anche dopo la fine del rapporto garantito.
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Vincolo culturale: può bloccare lo sfratto?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19350/2024, ha stabilito che un vincolo culturale apposto su un immobile di pregio storico, come un caffè d'epoca, non impedisce al proprietario di procedere con la licenza per finita locazione. Il vincolo obbliga a mantenere la destinazione d'uso storica del bene, ma non cristallizza il rapporto contrattuale con lo specifico conduttore, bilanciando così la tutela del patrimonio culturale con il diritto di proprietà privata.
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Erede legittimario agricoltore: diritto al contratto?
La Corte di Cassazione stabilisce che un figlio agricoltore, escluso dal testamento materno perché già soddisfatto nella sua quota di legittima, può essere considerato "erede" ai fini dell'art. 49 della legge sui contratti agrari. Questa sentenza chiarisce che l'erede legittimario agricoltore ha il diritto di continuare nella conduzione dei fondi familiari, anche se non è stato formalmente istituito erede, per tutelare la continuità dell'impresa agricola.
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Rinnovazione notifica ricorso: ordine della Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria che impone la rinnovazione notifica ricorso a tre parti intimate, poiché i ricorrenti non avevano depositato gli avvisi di ricevimento, prova del perfezionamento della notifica. La Corte, prima di decidere nel merito di un'opposizione a un'esecuzione immobiliare, ha sospeso il giudizio per sanare questo vizio procedurale, rinviando la causa a nuovo ruolo.
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Canone a scaletta: quando è legittimo l’aumento?
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della clausola di 'canone a scaletta' nei contratti di locazione commerciale. Un conduttore aveva impugnato tale clausola, sostenendone la nullità. La Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile e ribadendo che l'aumento progressivo del canone è valido, a meno che non si provi che il suo unico scopo sia eludere i limiti di aggiornamento legati alla svalutazione monetaria. La Corte ha sottolineato che la censura del ricorrente era generica e non affrontava specificamente le ragioni della decisione d'appello.
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