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Diritto Immobiliare

Occupazione usurpativa: quando si calcola il danno?
Analisi di un'ordinanza della Cassazione sull'occupazione usurpativa. La Corte stabilisce che il risarcimento del danno per l'esproprio illecito deve essere calcolato in base al valore del terreno al momento della proposizione della domanda giudiziale e non al momento della trasformazione fisica del bene.
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Liquidazione spese legali: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibili il ricorso principale e quello incidentale relativi a una decisione sulla liquidazione spese legali emessa dalla Corte d'Appello in sede di rinvio. La controversia originava da una disputa sui confini di proprietà. Il ricorso principale è stato depositato tardivamente, mentre quello incidentale mancava della specificità necessaria per contestare il calcolo dei costi, ritenuto conforme alle precedenti direttive della stessa Corte Suprema.
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Compravendita immobile inesistente: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 16034/2024, ha stabilito l'impossibilità di una compravendita di un immobile inesistente. Il caso riguardava una terrazza costruita dopo la stipula del contratto di vendita. Poiché il bene non esisteva al momento dell'accordo, non poteva essere oggetto del trasferimento di proprietà. La Corte ha rigettato il ricorso, condannando i ricorrenti per abuso del processo.
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Clausola penale: come si chiede in giudizio?
In un caso di ritardo nella consegna di un immobile, la Cassazione ha stabilito che la richiesta di pagamento della clausola penale è valida se chiaramente esposta nella parte narrativa dell'atto introduttivo, anche se non ripetuta formalmente nelle conclusioni. La Corte ha rigettato il ricorso di un'impresa costruttrice, confermando la condanna al pagamento della penale per il ritardo e chiarendo i principi sul cumulo tra penale e risarcimento del danno.
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Responsabilità lastrico solare: appello e limiti
Un proprietario, condannato in via esclusiva per danni da infiltrazioni provenienti dal suo lastrico solare a uso esclusivo, ha impugnato la sentenza chiedendo la condanna esclusiva del condominio. La Corte d'Appello, pur ravvisando una potenziale corresponsabilità, ha rigettato l'appello poiché la domanda era limitata alla condanna esclusiva e non a quella solidale. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che i limiti della domanda d'appello impedivano una riforma della decisione. Il caso evidenzia l'importanza della corretta formulazione dei motivi d'appello in materia di responsabilità lastrico solare.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: specificità motivi
Un proponente acquirente, dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio una causa relativa a una compravendita immobiliare finita a un altro soggetto, si è rivolto alla Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il suo ricorso inammissibile perché i motivi di appello erano formulati in modo generico e non specifico, violando il principio di autosufficienza. Questo caso sottolinea l'importanza della corretta redazione degli atti processuali per evitare una declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione.
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Usucapione terrazza: la Cassazione rinvia la decisione
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio di una decisione cruciale in materia di usucapione di una terrazza condominiale. Il caso nasce dalla richiesta di un condominio di rimuovere una veranda costruita su una terrazza. Gli eredi del proprietario dell'appartamento adiacente si opponevano, sostenendo di aver acquisito la proprietà esclusiva della terrazza per usucapione. Di fronte alla possibilità di un accordo tra le parti, la Suprema Corte ha accolto l'istanza di rinvio, posticipando la discussione nel merito ad ottobre 2024.
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Aggiudicatario inadempiente: la penale si applica sempre
Una società, in qualità di aggiudicatario inadempiente in un'asta immobiliare, ha contestato l'ordine di pagare la differenza di prezzo con la successiva vendita, sostenendo che tale penale non fosse specificata nel bando. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che la sanzione prevista dall'art. 587 c.p.c. è una conseguenza legale inderogabile e automatica, che si applica a prescindere dalla sua menzione nel bando di vendita.
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Usucapione prova possesso: rigetto della Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni privati che chiedevano di essere dichiarati proprietari di un fondo per usucapione. La Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, i quali avevano respinto la domanda principale e accolto la richiesta di rilascio del fondo avanzata dall'ente proprietario. Il punto centrale della decisione è la mancata dimostrazione della prova del possesso 'uti domini', ovvero con l'intenzione di essere il vero proprietario, elemento indispensabile per l'usucapione. La Corte ha ribadito di non poter riesaminare nel merito le prove già valutate nei gradi precedenti.
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Canoni accesso stradale: a chi spetta il pagamento?
Un proprietario immobiliare si oppone al pagamento dei canoni accesso stradale all'ente gestore, sostenendo la competenza del Comune. La Cassazione rigetta il ricorso, chiarendo che le norme invocate erano state implicitamente abrogate e non sono state fatte rivivere da normative successive. Il diritto alla riscossione spetta quindi all'ente gestore della strada statale.
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Garanzia del venditore: quando la dichiarazione è vincolante
Una società immobiliare ha acquistato un terreno scoprendo l'assenza di un diritto di passaggio dichiarato e la presenza di una servitù di elettrodotto non menzionata. La Cassazione chiarisce che una dichiarazione fattuale del venditore non equivale a una garanzia del venditore, ponendo un onere di diligenza sul compratore. La Corte ha confermato il risarcimento solo per la servitù non dichiarata, respingendo le altre pretese per mancanza di una vera e propria garanzia e di prove sui danni.
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Ragione più liquida: quando il giudice decide sul merito
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in una controversia immobiliare, confermando la validità del principio della ragione più liquida. Secondo la Corte, se una domanda è palesemente infondata nel merito, il giudice può rigettarla direttamente senza dover prima esaminare le questioni procedurali preliminari, in ossequio al principio di economia processuale. La decisione è nata da una disputa su un corrispettivo per la creazione di parcheggi e una successiva domanda riconvenzionale per danni da mancato utilizzo.
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Opponibilità ipoteca fallimento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'opponibilità di un'ipoteca al fallimento dipende dall'iscrizione nei registri prima della dichiarazione di fallimento. Un decreto del giudice tavolare che reintegra un'ipoteca cancellata per errore, anche con efficacia retroattiva, non è vincolante per il giudice fallimentare. Quest'ultimo deve valutare autonomamente se la formalità era stata completata prima dell'apertura della procedura concorsuale. Il caso riguardava un'ipoteca re-iscritta dopo la dichiarazione di fallimento di una società.
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Delibera preparatoria: quando è impugnabile?
Una condomina impugnava una delibera del proprio condominio relativa a beni comuni di un supercondominio. La Cassazione ha respinto il ricorso, qualificando la decisione come una delibera preparatoria, non immediatamente lesiva e quindi non impugnabile, poiché la sua efficacia era subordinata all'approvazione degli altri condomini.
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Eredità transnazionale: la scissione e i debiti
In un complesso caso di eredità transnazionale di un cittadino britannico con beni mobili nel Regno Unito e immobili in Italia, la Corte di Cassazione interviene nuovamente. La Corte accoglie parzialmente i ricorsi, cassando la sentenza d'appello. Afferma che il giudice di merito ha errato nel negare l'istruttoria per provare la capienza del patrimonio mobiliare per un legato e ha commesso un errore nella doppia imputazione di alcuni debiti. Il caso viene rinviato per un nuovo esame su questi punti specifici e sulla cancellazione di una trascrizione.
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Diritto di regresso TARI: la Cassazione decide
Un soggetto che paga l'intera TARI per un immobile co-occupato ha diritto di chiedere il rimborso della quota all'altro occupante. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30167/2025, ha confermato il diritto di regresso TARI, respingendo il ricorso di un co-obbligato che contestava la propria legittimazione passiva. La Corte ha stabilito che la detenzione di fatto dell'immobile è sufficiente a creare l'obbligazione solidale, legittimando l'azione di regresso di chi ha saldato l'intero debito tributario.
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Controcredito contestato: quando è inammissibile
Una società condannata a pagare canoni di locazione si opponeva eccependo un controcredito. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, confermando che un controcredito contestato e già oggetto di un altro giudizio non può essere utilizzato in compensazione, data la sua incertezza. L'ordinanza sottolinea anche i rigorosi oneri processuali per denunciare l'omessa pronuncia del giudice d'appello.
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Responsabilità condominio: tubature private e danni
Un professionista cita in giudizio il condominio per danni da infiltrazioni d'acqua. I tribunali respingono la richiesta perché la perizia tecnica (CTU) ha accertato che la rottura è avvenuta in un tratto di tubazione di proprietà privata. La Cassazione conferma, escludendo la responsabilità del condominio quando il danno non origina da una parte comune dell'edificio.
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Giurisdizione giudice ordinario: il caso del comodato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15911/2024, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra il giudice ordinario e quello amministrativo. Il caso riguardava un contratto di comodato per un immobile, stipulato tra un ente pubblico in liquidazione e un'amministrazione statale. Le Sezioni Unite hanno affermato la giurisdizione del giudice ordinario, poiché la controversia verte su diritti e obblighi derivanti da un contratto di diritto privato, dove l'amministrazione non esercita poteri autoritativi, ma agisce su un piano paritario. La natura pubblica delle parti o l'interesse pubblico sotteso non sono sufficienti, da soli, a spostare la competenza al giudice amministrativo.
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Nullità delibera condominiale: quando è valida?
Un condomino si opponeva a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, sostenendo la nullità della delibera condominiale di approvazione per violazione dei criteri di ripartizione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l'approvazione di nuove tabelle millesimali non richiede l'unanimità ma solo una maggioranza qualificata. Di conseguenza, un'eventuale approvazione con una maggioranza errata non costituisce una nullità rilevabile d'ufficio dal giudice, ma al massimo un vizio di annullabilità da impugnare nei termini di legge.
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