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Diritto Immobiliare

Riunione dei giudizi: Cassazione e azione revocatoria
Un fideiussore aveva donato degli immobili alle figlie. La società cessionaria del credito del creditore originario ha agito con successo in revocatoria nei primi due gradi di giudizio. In Cassazione, il fideiussore ha chiesto e ottenuto la riunione dei giudizi, unendo il procedimento sull'azione revocatoria a quello, già pendente, sull'accertamento del credito stesso. La Suprema Corte ha accolto l'istanza per l'evidente connessione tra le due cause, dato che l'esito della revocatoria dipende dall'effettiva esistenza del credito.
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Clausola risolutiva espressa: Covid non è scusa
Un'azienda del settore ristorazione ha smesso di pagare l'affitto nel 2021, adducendo come causa le difficoltà economiche post-pandemia. La società proprietaria dell'immobile ha attivato la clausola risolutiva espressa prevista nel contratto. La Corte di Cassazione ha confermato la risoluzione del contratto, stabilendo che le tutele speciali legate all'emergenza Covid erano applicabili solo durante il periodo di lockdown e non giustificano inadempimenti successivi.
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Recesso per gravi motivi: la Cassazione chiarisce
Un'azienda conduttrice ha tentato di recedere anticipatamente da un contratto di locazione commerciale, adducendo sia la nullità del contratto originario per mancanza dell'attestato energetico, sia la sussistenza di gravi motivi. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la normativa dell'epoca non prevedeva la nullità del contratto per tale mancanza. Inoltre, ha confermato che il recesso per gravi motivi è legittimo solo in presenza di eventi imprevedibili, sopravvenuti ed estranei alla volontà del conduttore, requisiti non soddisfatti nel caso di specie.
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Notifica nulla: la Cassazione ordina la rinnovazione
In una causa condominiale riguardante l'uso improprio di un cortile da parte di un'attività commerciale, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio di merito. La Corte ha riscontrato una notifica nulla nei confronti di due litisconsorti necessari, ordinando all'appellante di rinnovare la comunicazione entro quaranta giorni. La decisione sottolinea l'importanza inderogabile della corretta instaurazione del contraddittorio prima di poter esaminare il ricorso.
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Azione revocatoria: la prova per presunzioni
Un creditore agisce in giudizio per revocare la vendita di un immobile effettuata dal suo debitore. La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha dichiarato l'atto di vendita inefficace. Il punto centrale della decisione è la prova della consapevolezza del compratore del pregiudizio arrecato al creditore (scientia damni), dimostrata tramite presunzioni. Elementi come gli stretti legami familiari tra l'acquirente e un soggetto precedentemente diffidato, uniti alla breve distanza temporale tra la diffida e l'acquisto, sono stati ritenuti sufficienti a fondare la prova. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione delle prove presuntive spetta al giudice di merito e non può essere oggetto di un nuovo esame in sede di legittimità.
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Vendita beni in amministrazione straordinaria: il caso
Una banca creditrice ha impugnato la vendita di un immobile da parte di una società in amministrazione straordinaria, sostenendo l'errata applicazione delle norme sulla cessione d'azienda. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che si trattava di una vendita beni in amministrazione straordinaria, non di un'azienda in esercizio, e che le censure del creditore erano fuori tema e basate su questioni di fatto.
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Delibera condominiale: ratifica lavori urgenti
Un condomino ha impugnato una delibera condominiale che ratificava la sostituzione dell'ascensore, contestando la mancanza di urgenza e vizi procedurali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'assemblea può validamente ratificare spese per lavori straordinari, anche se non strettamente urgenti, e che l'approvazione finale dell'assemblea sana eventuali deleghe al consiglio di condominio, confermando l'ampio potere decisionale dell'organo assembleare.
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Giudicato esterno e azione revocatoria: il caso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per azione revocatoria, stabilendo che il giudicato esterno sulla nullità del contratto sottostante fa venir meno il presupposto del credito. La pronuncia evidenzia come la precedente sentenza definitiva, che ha accertato la nullità di un preliminare di vendita, impedisca di agire per rendere inefficace un successivo atto dispositivo del bene, poiché il diritto di credito del promissario acquirente è stato giudizialmente annullato.
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Domanda di restituzione: a quale giudice rivolgersi?
Un condomino, dopo aver ottenuto una vittoria parziale in Cassazione in una lite per spese condominiali e aver pagato in base alla sentenza poi annullata, ha avviato una nuova causa per la restituzione delle somme. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la domanda di restituzione deve essere proposta esclusivamente al giudice del rinvio, anche se il relativo giudizio si è estinto per mancata riassunzione. L'aver agito diversamente ha comportato anche una condanna per lite temeraria.
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Inammissibilità ricorso cassazione: autosufficienza
La Corte di Cassazione dichiara l'inammissibilità di un ricorso in un caso di opposizione agli atti esecutivi. La decisione si fonda sulla violazione del principio di autosufficienza, poiché il ricorrente non ha adeguatamente esposto i motivi originari dell'opposizione, impedendo alla Corte di valutare la fondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. Il caso verteva su una controversia distributiva per la priorità di un'ipoteca.
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Liquidazione equitativa del danno: il caso dell’ex-amm.
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un ex amministratore di condominio al risarcimento del danno, stabilito tramite liquidazione equitativa, per non aver restituito la documentazione condominiale. La Corte ha chiarito che, anche in assenza di prove di appropriazione indebita, la condotta omissiva che rende estremamente difficile la gestione successiva costituisce un danno risarcibile. L'ordinanza sottolinea i presupposti per la liquidazione equitativa del danno e i requisiti di autosufficienza del ricorso per cassazione.
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Azione revocatoria: la prova per presunzioni
La Corte di Cassazione conferma la revoca di un atto di disposizione immobiliare, chiarendo i criteri per la prova dell'azione revocatoria. La consapevolezza del terzo acquirente (scientia damni) può essere provata tramite presunzioni gravi, precise e concordanti, come la natura atipica dell'accordo e la sua prossimità temporale a una sentenza di condanna del debitore. Inoltre, spetta al debitore, e non al creditore, dimostrare che il suo patrimonio residuo è sufficiente a garantire il credito.
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Principio di prevenzione e distanze tra costruzioni
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito che negava l'applicazione del principio di prevenzione in un caso di costruzione sul confine. La controversia riguardava una veranda edificata in violazione della distanza minima di cinque metri prevista dal regolamento locale. La Corte ha stabilito che se il regolamento edilizio locale consente la costruzione sul confine, il principio di prevenzione è operativo e non può essere escluso solo perché altre norme dello stesso regolamento prevedono distanze minime. Sarà quindi decisivo accertare chi tra i due vicini ha costruito per primo.
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Indebito arricchimento: No a lavori abusivi
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'impresa costruttrice non può richiedere un indennizzo per indebito arricchimento per lavori edili eseguiti in assenza di permesso di costruire. Anche se il committente si è arricchito, il contratto nullo per illiceità dell'oggetto impedisce qualsiasi forma di compenso, poiché l'azione non può essere utilizzata per aggirare norme imperative e premiare un'attività illecita.
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Demolizione parziale: limiti e contraddittorio
La Corte di Cassazione conferma un ordine di demolizione parziale per violazione delle distanze legali tra costruzioni. La sentenza stabilisce principi fondamentali: le questioni sulla completezza del contraddittorio non possono essere sollevate per la prima volta in sede di rinvio e le problematiche relative alla sicurezza statica dell'edificio devono essere affrontate nella fase esecutiva, non in quella di cognizione che accerta il diritto.
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Proprietà parti comuni: l’onere della prova decisivo
Una controversia nata per il rimborso di spese legali si trasforma in una questione sulla proprietà di scale e pianerottolo. La Cassazione chiarisce che per vincere la presunzione di proprietà parti comuni non basta il proprio atto di acquisto, ma serve il titolo originario che ha costituito il condominio. Il ricorso è dichiarato inammissibile perché la questione sulla proprietà era solo un accertamento incidentale e non l'oggetto principale della causa.
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Probatio diabolica: prova attenuata con dante causa
Un proprietario ha citato in giudizio il vicino per la rimozione di un cancello che invadeva il suo terreno. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, rigettando il ricorso. Il punto cruciale della decisione è stato chiarire che il rigido onere della prova, noto come probatio diabolica, viene attenuato quando le parti in causa derivano il loro diritto di proprietà da un venditore originario comune (dante causa). La Corte ha stabilito che il cancello si trovava effettivamente sulla proprietà del ricorrente.
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Azione revocatoria: la prova della consapevolezza
Una creditrice agisce in revocatoria contro la vendita di tutti gli immobili del marito separato a una società terza. La Cassazione interviene per la seconda volta, chiarendo che per l'azione revocatoria è sufficiente la generica consapevolezza del terzo acquirente del pregiudizio arrecato ai creditori, senza necessità di conoscere lo specifico debito. La Corte cassa la decisione di merito che aveva erroneamente interpretato un precedente rinvio, omettendo di valutare tutte le prove disponibili.
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Azione revocatoria: prova per presunzioni sufficiente
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha accolto un'azione revocatoria contro l'acquirente di un immobile. La sentenza stabilisce che la consapevolezza del terzo acquirente di pregiudicare le ragioni del creditore ('scientia damni') può essere validamente provata tramite presunzioni gravi, precise e concordanti, come un prezzo anomalo e una dilazione di pagamento ingiustificata, anche in assenza di un legame diretto tra venditore e acquirente.
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Muro comune: come si calcola il confine del tetto?
In una disputa su un tetto e una gronda che avrebbero sconfinato sulla proprietà vicina, la Corte di Cassazione ha chiarito la disciplina del muro comune. La Corte ha stabilito che per le strutture costruite in appoggio a un muro comune, il confine non è la sua faccia esterna. Applicare tale criterio negherebbe i diritti di comproprietà, come quello di appoggiare strutture. La Corte ha anche rilevato un errore procedurale, in quanto il giudice d'appello non aveva considerato se i lavori fossero una semplice ricostruzione di uno stato preesistente, annullando la decisione e rinviando il caso per un nuovo esame.
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