LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Usucapione servitù distanze: quando è possibile?
Una proprietaria ha citato in giudizio la vicina per una costruzione realizzata a distanza non regolamentare dal confine. La vicina ha eccepito con successo l'usucapione servitù distanze, dimostrando che l'edificio esisteva da oltre vent'anni. La Corte di Cassazione ha confermato che tale diritto può essere acquisito per usucapione, chiarendo il valore probatorio delle dichiarazioni rese in sede di condono edilizio e i termini processuali per la contestazione dei fatti.
Continua »
Indennità di occupazione: chi paga? Cassazione chiarisce
Una società proprietaria di un terreno, occupato per la realizzazione di un'opera pubblica, ha richiesto il pagamento dell'indennità di occupazione alla società concessionaria e al Ministero. La concessionaria sosteneva di non essere più responsabile a seguito di modifiche contrattuali. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità solidale di entrambi i soggetti, stabilendo che gli accordi interni tra concedente e concessionario non possono modificare la posizione di quest'ultimo quale beneficiario dell'espropriazione nei confronti del proprietario del suolo. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile la domanda di manleva della concessionaria verso il Ministero nel giudizio specifico per la determinazione dell'indennità.
Continua »
Contratto preliminare e fallimento: tutela acquirente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito un principio cruciale a tutela del promittente acquirente di un immobile. Nel caso di specie, una società venditrice, dopo aver incassato l'intero prezzo ed immesso l'acquirente nel possesso del bene, era stata ammessa alla procedura di concordato preventivo, chiedendo poi lo scioglimento del contratto preliminare. La Suprema Corte ha chiarito che il contratto preliminare non può essere sciolto se una delle parti (in questo caso l'acquirente) ha già eseguito interamente la propria prestazione principale. La vicenda chiarisce la nozione di "contratto pendente" nel contesto del contratto preliminare e fallimento, rafforzando la posizione di chi adempie ai propri obblighi prima della crisi dell'altra parte.
Continua »
Impossibilità sopravvenuta: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società che aveva smesso di pagare il canone di locazione a seguito del sequestro di un'area adiacente. L'ordinanza chiarisce che l'impossibilità sopravvenuta non si applica alle obbligazioni pecuniarie, in base al principio 'genus numquam perit'. Il conduttore non può unilateralmente sospendere i pagamenti, ma al massimo recedere per giusta causa. Il ricorso è stato respinto anche per la novità delle domande e la mancanza di specificità dei motivi.
Continua »
Risoluzione contratto: serve la firma di entrambi
Un promissario acquirente consegna assegni non firmati. I tribunali di merito ritengono vi sia una risoluzione del contratto per mutuo consenso basata su una nota unilaterale successiva. La Corte di Cassazione chiarisce che la risoluzione del contratto preliminare richiede un accordo scritto e firmato da entrambe le parti, annullando la decisione e rinviando per una nuova valutazione degli inadempimenti reciproci.
Continua »
Rinuncia al ricorso: niente raddoppio del contributo
Una società immobiliare aveva ottenuto in appello il rigetto della domanda di indennizzo avanzata da due imprese edili a seguito del recesso da un contratto d'appalto. La società cessionaria del credito ha proposto ricorso in Cassazione ma, prima dell'udienza, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. A seguito della formale rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, la Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, chiarendo che in questi casi non si applica il raddoppio del contributo unificato, essendo una misura sanzionatoria di stretta interpretazione.
Continua »
Indennità di occupazione: chi paga? Cassazione chiarisce
Una società agricola ha richiesto l'indennità di occupazione per un terreno utilizzato per la costruzione di un'opera pubblica da parte di una società concessionaria e del Ministero. Poiché la procedura di esproprio non è stata completata, è sorta una controversia su chi fosse il soggetto tenuto al pagamento. La Corte di Cassazione ha stabilito la responsabilità solidale di entrambi, concessionario ed ente pubblico concedente, affermando che gli accordi interni tra di loro non possono scaricare la responsabilità verso il proprietario del terreno danneggiato. La decisione chiarisce che chiunque eserciti poteri espropriativi, anche se delegato, è responsabile per l'indennità di occupazione.
Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia chiude il caso
Una lunga disputa legale tra un proprietario e una società costruttrice, relativa alla violazione delle distanze tra edifici, si è conclusa davanti alla Corte di Cassazione. Dopo una condanna al risarcimento danni in appello, le parti hanno presentato ricorsi incrociati. Tuttavia, un accordo extragiudiziale ha portato alla rinuncia reciproca agli atti, determinando l'estinzione del giudizio e ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito.
Continua »
Delibera supercondominio: annullabilità, non nullità
La Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale sulla validità della delibera supercondominio. In un caso riguardante la mancata nomina del rappresentante di un edificio in un supercondominio con più di 60 partecipanti, la Suprema Corte ha stabilito che tale vizio procedurale non comporta la nullità della delibera, bensì la sua semplice annullabilità. La decisione ribalta i giudizi di merito e specifica che la sanzione per la mancata nomina è il ricorso all'autorità giudiziaria per la designazione, non l'invalidità assoluta delle decisioni prese. Viene inoltre precisato che un singolo condomino può impugnare la delibera solo se il rappresentante del suo edificio era assente, dissenziente o astenuto.
Continua »
Improcedibilità Ricorso Cassazione: Guida Pratica
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità di un ricorso a causa di un vizio formale, senza entrare nel merito di una disputa immobiliare tra fratelli. La decisione evidenzia l'importanza cruciale del corretto deposito degli atti, in particolare della sentenza impugnata con la relata di notifica. L'omissione di tale adempimento ha reso fatale l'impugnazione, confermando come un errore procedurale possa precludere la valutazione delle ragioni di una parte. Questo caso serve da monito sull'imprescindibile rigore necessario nella gestione del processo, sottolineando come l'improcedibilità del ricorso in Cassazione sia una sanzione severa ma necessaria per garantire l'ordinato svolgimento del giudizio di legittimità.
Continua »
Onere della prova: rivendica beni nel fallimento
Un soggetto rivendicava la proprietà di beni mobili presenti in un immobile locato da una società poi fallita. La Corte di Cassazione, pur avendo in precedenza escluso l'applicazione di un regime probatorio rigoroso, ha rigettato il ricorso. Si è chiarito che l'esclusione di una presunzione legale non esonera il rivendicante dall'onere della prova circa la proprietà dei beni. La valutazione delle prove offerte, inclusa quella per presunzioni, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logicamente coerente.
Continua »
Contratto preliminare: validità e requisiti
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, interviene su un complesso caso immobiliare, chiarendo i requisiti di validità del contratto preliminare. La vicenda riguarda alcuni consorzi che avevano agito contro una società immobiliare per ottenere il trasferimento di proprietà di lotti di terreno. La Corte d'Appello aveva dichiarato nulli gli accordi per indeterminatezza dell'oggetto. La Cassazione ha cassato tale decisione, stabilendo che per la validità del preliminare è sufficiente che l'oggetto sia determinabile, anche tramite rinvio a elementi esterni (per relationem), distinguendo nettamente tali requisiti da quelli, più stringenti, necessari per ottenere una sentenza di esecuzione in forma specifica ai sensi dell'art. 2932 c.c. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Opposizione decreto liquidazione: il rimedio corretto
La Corte di Cassazione chiarisce che l'opposizione decreto liquidazione del compenso di un professionista delegato, quando non contesta l'importo ma il soggetto tenuto al pagamento, deve essere proposta come opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.). In tale giudizio è necessaria la partecipazione di tutte le parti potenzialmente obbligate (litisconsorzio necessario), pena la nullità della decisione.
Continua »
Confini incerti: la Cassazione sui titoli di proprietà
In una controversia su confini incerti e ripartizione di spese per lavori edili, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: nell'azione di regolamento di confini, i titoli di acquisto della proprietà e i documenti da essi richiamati, come le planimetrie di frazionamento, costituiscono la prova principale e sovrana per determinare la linea di separazione. Solo in caso di loro insufficienza si può ricorrere ad altri mezzi di prova. La richiesta di rimborso per opere di adeguamento sismico è stata respinta per mancanza di prova di un accordo specifico sulla condivisione dei costi.
Continua »
Revocatoria pagamenti: quando la prassi salva i canoni
Una società in amministrazione straordinaria ha richiesto la revocatoria dei pagamenti dei canoni di locazione effettuati a favore della società locatrice nel cosiddetto 'periodo sospetto'. Il Tribunale ha rigettato la domanda, stabilendo che i pagamenti, sebbene avvenuti con un leggero ritardo rispetto alle scadenze contrattuali, erano esenti da revocatoria. La decisione si basa sulla dimostrazione di una prassi consolidata e tollerata tra le parti, che ha reso tali pagamenti conformi ai 'termini d'uso' previsti dalla legge fallimentare, assorbendo la questione della conoscenza dello stato di insolvenza.
Continua »
CTU esplorativa: legittima se basata su prove iniziali
In una disputa ereditaria, la Cassazione ha stabilito che una Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) non è da considerarsi 'CTU esplorativa' se la parte ha già fornito elementi di prova iniziali, come l'indicazione di conti correnti con movimenti anomali. In tal caso, il consulente può legittimamente acquisire la documentazione bancaria per accertare i fatti. La Corte ha anche riaffermato il diritto del coerede, escluso dal godimento di un bene, a ricevere un'indennità, chiarendo che la richiesta di 'rendimento dei conti' include la domanda di pagamento delle somme dovute.
Continua »
Clausola compromissoria: estensione e limiti
La Corte di Cassazione ha stabilito che una clausola compromissoria, presente in un solo contratto all'interno di una serie di accordi tra loro collegati (collegamento negoziale), non si estende automaticamente agli altri. La volontà di devolvere le liti ad arbitri deve essere espressa e non può essere presunta. La Corte ha quindi rigettato il ricorso, confermando che le controversie relative al contratto con la clausola devono essere decise da arbitri, mentre le altre restano di competenza del giudice ordinario.
Continua »
Regolamento dei confini: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20737/2025, ha stabilito i criteri per distinguere l'azione di regolamento dei confini da quella di rivendicazione. Il caso riguardava una disputa tra vicini per uno sconfinamento con costruzione di un manufatto. La Corte ha qualificato l'azione come regolamento dei confini, poiché l'incertezza verteva sulla linea di demarcazione e non sulla titolarità del diritto di proprietà, confermando la condanna alla demolizione.
Continua »
Riunione dei giudizi: Cassazione e azione revocatoria
Un fideiussore aveva donato degli immobili alle figlie. La società cessionaria del credito del creditore originario ha agito con successo in revocatoria nei primi due gradi di giudizio. In Cassazione, il fideiussore ha chiesto e ottenuto la riunione dei giudizi, unendo il procedimento sull'azione revocatoria a quello, già pendente, sull'accertamento del credito stesso. La Suprema Corte ha accolto l'istanza per l'evidente connessione tra le due cause, dato che l'esito della revocatoria dipende dall'effettiva esistenza del credito.
Continua »
Clausola risolutiva espressa: Covid non è scusa
Un'azienda del settore ristorazione ha smesso di pagare l'affitto nel 2021, adducendo come causa le difficoltà economiche post-pandemia. La società proprietaria dell'immobile ha attivato la clausola risolutiva espressa prevista nel contratto. La Corte di Cassazione ha confermato la risoluzione del contratto, stabilendo che le tutele speciali legate all'emergenza Covid erano applicabili solo durante il periodo di lockdown e non giustificano inadempimenti successivi.
Continua »