Un cittadino cita in giudizio il vicino, accusandolo di avergli deliberatamente tagliato il tubo dell'acqua. I giudici di primo e secondo grado respingono la domanda per mancanza di prove certe. La Corte di Cassazione, però, ribalta la decisione, stabilendo che i giudici di merito hanno sbagliato a valutare gli indizi. La Corte afferma che la prova presuntiva richiede una valutazione complessiva e logica di tutti gli elementi (la presenza del vicino con una motosega, i dissapori pregressi), e non una loro analisi separata e 'atomistica'. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.
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